01. Un nuovo inizio

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Il tragitto in macchina verso scuola è stato piuttosto noioso, dato che ho dovuto subire i continui ammonimenti da parte di Tony.
Continuo ad osservare il panorama fuori dal finestrino della macchina e nel frattempo cerco di memorizzare la strada da compiere per arrivare a destinazione.

"Narsa non sto scherzando: per qualsiasi cosa potrai rivolgerti a me. Se qualcuno ti da fastidio, basta che tu me lo dica una sola volta" dichiara per la millesima volta mio fratello.
Attraverso quelle parole, una miriade di ricordi irrompono nella mia mente.
Rivedo l'Anthony di qualche anno fa. Quello che non permetteva ai suoi amici di avvicinarsi a me, quando venivano a casa per "studiare", dato che facevano tutt'altro che i compiti.
Rivedo anche quel fratello che guardava male le zie, poiché durante le cene di famiglia mi ponevano domande abbastanza complesse, con la speranza di ricevere una risposta vocale, e non un semplice movimento con il capo.

Sorrido al ricordo delle espressioni accigliate dei miei parenti dovute ai comportamenti 'poco educati' di Tony.
Anthony non è affatto una persona possessiva, ma nei miei confronti è sempre molto protettivo, attento a qualsiasi dettaglio.

Una volta varcato il portone principale della scuola, mi soffermo qualche secondo ad ammirare ciò che mi si para davanti agli occhi. L'istituto da fuori sembra un edificio quasi gotico, ma all'interno è  completamente l'opposto: assomiglia ai licei visibili nelle serie televisive su Netflix. L'entrata è molto affollata, ciò è dovuto alla marea di studenti presenti nei corridoi che sorridono beatamente tra loro, probabilmente emozionati nel rivedersi dopo le vacanze estive. Tutti indossano la divisa scolastica. Osservavo ogni mattina Tony indossarla per andare a scuola, ma averla ora anch'io tra il mio guardaroba è un po' diverso. L'uniforme non è altro che una camicetta bianca accompagnata da una cravatta rossa bordeaux. La tenuta è dotata anche di una giacca/felpa con il logo della scuola, ma dato che siamo ai primi di settembre, nessuno la indossa. L'abbigliamento termina con delle gonne, di varie misure, per le ragazze e dei pantaloni per i ragazzi. Penso che la scuola non debba imporre alle ragazze di indossare la gonna per il semplice motivo di essere dotate di una vagina, ma sorvoliamo sulla faccenda, per non risultare troppo polemici.

Assieme a Tony, attraverso i corridoi costellati da armadietti di un colore molto simile al Bordeaux. Mi accorgo solo ora della presenza di alcune aule, poste a fine di corridoio.
Fortunatamente oggi avrei saltato le prime due ore perché dovevo passare prima per la segreteria per ritirare alcuni fogli riguardanti le lezioni del primo semestre.

A metà tragitto verso l'ufficio della segreteria Anthony, e purtroppo anch'io, veniamo fermati dal gruppo di deficienti che mio fratello frequenta come amici.

"Come va, piccola Narsa?" domanda Nathan, il migliore amico di mio fratello, scompigliandomi i capelli con la mano sinistra. Mi chiedo tutt'oggi se abbia capito che io non parlo con il genere umano, tantomeno con lui, ma penso proprio di no dato mi guarda con la stessa espressione di chi attende una risposta.

Mi scanso dalla sua presa quando noto che si sta per appoggiare a me, sovrastandomi, così, con la sua altezza. E dopo averlo guardato male mi dirigo da sola alla ricerca della segreteria.

"Dove vai?" urla mio fratello, quando nota che mi sto allontanando dal gruppo di quei squilibrati, chiamasi 'suoi amici'.

- Vado a cercare la segreteria da sola, non resto un minuto di più con quei dementi mando il messaggio tramite il telefono.

"E dai non chiamarli così!" lo sento ridere per poi allontanarsi con loro.

Reprimo un sorriso cercando di trovare lo stramaledetto ufficio, ma ovviamente i miei tentativi sono tutti vani. Continuo a gironzolare per i corridoi deserti, dato che le lezioni ormai sono cominciate da un pezzo, quando delle risate attirano la mia attenzione. Giro l'angolo per cercare di capire da dove provengano quei versi e mi imbatto in un gruppo di ragazzi che suppongo abbiano la mia stessa età.

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