11. Colpevoli

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Aaron's pov
Alle 7.00 precise sono già sveglio, pronto ad affrontare la giornata.
Lunedì.
Mezz'ora dopo mi stavo abbottonando la camicia bianca dell'uniforme, mentre mentalmente elencavo il programma da svolgere della giornata.

Appena uscito dalla mia camera, per poco non andavo contro il piccolo corpicino ancora assonato di Ethan, che con ancora addosso il pigiama con la fantasia a macchinine, si dirigeva verso la cucina, trascinando con sé il suo orsacchiotto.

"Buongiorno" saluto avvicinandomi e scompigliandogli i capelli castano chiaro, quasi dorato.

"'Giorno Ron." e subito dopo si plasmò sulla mia gamba, facendomi intuire il suo desiderio di essere scortato in cucina in braccio. Lo accontento.

Appena scese le scale, individuo immediatamente la figura snella di Avice, quest'ultima è intenta a versare in una ciotola i cereali di Ethan.

"Buogiorno Aviii" Ethan sembra essersi svegliato.

"Ethan! Non gridare" lo rimprovera ridacchiando, per poi prendermelo dalle braccia e farlo sedere sullo sgabello, passandogli la ciotola colma di cereali e un cucchiaio.

Vado a riempirmi la tazza di caffè, mentre Avice si siede vicino al mio fratellino, gustandosi le sue fette biscottate.

"Allora Aaron" mi richiama Avice, mentre mi appoggio al ripiano dietro di me, sorseggiando il mio caffè.
"Dimmi"

"Dove sei stato ieri sera?" domanda tentando di mascherare l'enorme interesse celato dietro le sue parole.
Mia sorella e la sua dannata curiosità

Alzo gli occhi al cielo e mi limito a fornirle una risposta vaga, consapevole di alimentare ancora di più la sua voglia di sapere.
"In giro"

"E dai Aaron!"
"Cosa vuoi da me Ice?"
"Sapere dove sei stato!"
"Non sapevo di essere tenuto a riferirti ogni mio movimento"
"Sono tua sorella, non mi sembra di averti fatto chissà quale richiesta..."
Spiegarle che ero stato coinvolto in un inseguimento da parte della polizia, in compagnia di una misteriosa ragazza, sarebbe stato piuttosto complicato.

Sto in silenzio giusto per darle fastidio.
"Mi preoccupo solamente per te..." impressionante: tenta di corrompermi commuovendomi.

"Fino a prova contraria il fratello maggiore qui sono io" metto la tazza ormai vuota dentro nel lavandino, dirigendomi verso il frigo per prendere il frutto della giornata, come richiesto dalla mia dieta sportiva.

"Che palle che sei Aaron" sbuffa, ignorando l'occhiataccia che le lancio. Sa benissimo che non tollero l'utilizzo di un determinato linguaggio in presenza di Ethan, un bambino di neanche cinque anni.

Fortunatamente lui è troppo concentrato a cercare la lettera E tra il mare di latte all'interno della sua ciotola.

"Kean?" domando nel mentre che gusto il frutto scelto.

"Sta ancora dormendo." risponde non guardandomi neanche, ma dedicando la sua attenzione verso il mio piatto.

"Non pensavo ti piacessero le ciliegie."

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Narsa's pov

Dylan sta male.
Il deficiente si è addormentato nel giardino di casa sua e si è svegliato con l'influenza e il raffreddore.
Vi prego non domandatemi quanto bisogna essere rincoglioniti per dormire in giardino e non accorgersene.

Ed ora eccomi qui a varcare casa Bones, appena tornata da scuola. Mentre salgo le scale verso la camera del mio amico, intercetto Julia sul bancone della cucina.
Mi avvicino cautamente e tiro fuori dallo zaino ciò che ho comprato prima di venire qui.
"Oh Narsa, ciao cara come stai? Ma cosa sono...?" le sento chiedere, ma nel frattempo io sto già salendo le rampe delle scale.

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