Voicess

29. Dioscuro

Aaron's pov

Mi scappa un sorriso quando vedo Narsa scappare da Dylan, entrambi a bordo delle loro bici. Dylan sta tentando di sabotarle la ruota, colpendola con dei sassi e lei, probabilmente stufa, arresta tutto un tratto. Lui per non finirle addosso, sterza a destra, cadendo per terra. Narsa sorride e quando sta per andare via, il suo sguardo incontra il mio e nel momento in cui mi saluta con la mano, sono abbastanza sicuro che il mio cuore abbia fatto un tuffo nel vuoto.

"Fottuto sottone" mi spintona Josh, raggiungendo la sua macchina. La giornata è finita e il parcheggio della scuola è colmo di studenti impazienti di tornare a casa.

Osservo i suoi capelli svolazzare per il vento, trattenuti in parte dal capello che porta; riconosco che è quello del fratello.

Mi chiedo cosa la spinga a tingere i suoi capelli, il suo colore naturale è splendido.
L'ho sempre pensato, quando immaginavo di sfiorare con le mani quella chioma morbida e profumata, una piccola fantasia da quindicenne. Ma mentirei se solamente pensassi che Nar non mi provochi ancora reazioni esagerate.

Una volta mi chiese come facessi a sapere che la Dr Pepper fosse la sua bibita preferita. La risposta era piuttosto semplice, anche se non gliela concessi: da anni a questa parte la osservavo.
Avevo imparato così tante cose di lei, dal suo colore preferito, alla sua passione per i tè bollenti e i libri, al disagio che le provocavano le persone, alla sua infinita tristezza.
Avevo imparato a conoscerla a modo mio.

Ho sempre voluto farmi notare da lei, attirare in qualche modo la sua attenzione, farle sapere che io la consideravo una persona straordinaria. Forse è stato questo che mi ha spinto a chiedere a Joshua, il nostro compagno di letteratura inglese, di fare a cambio di bigliettino, non appena venni a sapere che il suo nome era toccato a lui, in modo tale da poter avere l'opportunità di scriverle. Lui acconsentì senza problemi e mi emozionava pensare che quella poesia in qualche modo l'avesse toccata. Mi spingeva a volermi impegnare.

Negli anni ho tentato di spegnere il mio interesse nei suoi confronti, specialmente dopo che ho chiuso i rapporti con Anthony, eppure ogni mio tentativo è fallito.
Perché nessuno è come lei.
Lo sguardo perennemente neutro che posa su qualsiasi cosa lei incontrasse, la sua mente che non smette di elaborare pensieri impegnativi. La sua pelle chiara, gli occhi verdi, le labbra rosee, le curve gentili, gli occhiali ingombranti, la cravatta snodata: tutto di lei mi faceva impazzire.

Odiavo il fatto che Anthony non ci avesse mai permesso di relazionarci con lei, sostenendo che era off-limits per noi coglioni. Le sue parole spazzavano via i miei piani di approccio, tuttavia ciò non mi ha mai impedito di ammirarla segretamente da lontano, e devo essere stato abbastanza bravo, perché lei non si è mai accorta di me, dei miei gesti, dei miei pensieri. Dei mazzi di fiori lasciati in camera sua, dei dolci che apparivano improvvisamente nel suo frigo, degli amici di suo fratello che improvvisamente smettevano di importunarla. Non ha mai avuto un sospetto su di me. Sono sempre stato un'ombra gentile per lei, tanto che a settembre non mi ha riconosciuto nemmeno di faccia.
Forse la cosa mi ha ferito.
E forse è per questo che ho finto di non sapere chi fosse il primo giorno, è questo che mi ha spinto ad ignorarla, quando in realtà il mio cuore tremava senza sosta a causa sua e della sua vicinanza, che mi procuravano un dannato male.

Non mi ci è voluto molto però a smettere di fare lo stronzo con lei. Perché Narsa...
La osservo scomparire tra la calca di gente, così insignificanti in confronto a lei.
avrà sempre potere su di me.

Il richiamo di mia sorella mi fa uscire dalla doccia "Aaron vieni, c'è qualcuno qui alla porta per te!"
"Mi vesto ed arrivo" risposi atono.
Mi osservai il viso, passando il palmo sulla guancia appena rasata. Mi ero procurato un taglio che mi accinsi a medicare.