22. Mommy issues

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"Tu. hai. fatto. cosa?" Dylan mi guarda con gli occhi sgranati per lo stupore, cessando addirittura di mangiare dalla sua ciotola di latte e cereali.

Che esagerato.
Alzo gli occhi al cielo, ignorandolo momentaneamente.
Gli ho appena riferito del bacio di ieri con Aaron in piscina e penso ne sia rimasto traumatizzato dal modo in cui ora anche la sua bocca è spalancata.

"Tu, c'è tu- io non-" continua a blaterare, tentando forse di formulare una frase di senso compiuto. Costringendomi a rispettare i suoi tempi patetici, mi scarto un lollipop alla ciliegia che trovo sul suo comodino.

"Io- Carter non perde tempo" conclude fiacco, riprendendo a magiare. Per evitare un altro scenario del genere, evito di rivelargli di essere stata io a prendere l'iniziativa.

"Solo che" Dylan si alza dalla sua sedia, venendosi a sedere di fronte a me sul suo letto "volevo essere io il tuo primo bacio" ammicca, regalandomi un falso sorriso innocente e io ridacchiando, distendo la gamba con l'intento di colpirlo e rischiando di versargli addosso la maledetta ciotola di latte.

Julia ti uccide se scopre che stai mangiando latte e cereali prima di cena gli ricordo, scrivendo sulla lavagnetta che tengo stretta al petto.

"Disse quella che sta mangiando un lollipop più grande della sua faccia" ridacchia, muovendosi ancora per venire ad appoggiare la schiena sulla tastiera del suo letto, affianco a me.
In effetti non ha torto.
Al momento mi trovo a casa sua, con suo fratello Yannick al piano inferiore intento ad aiutare Julia con gli spaghetti e suo padre in rigoroso silenzio giù in salotto, impegnato a fingere di seguire una partita di hockey.
Io e Dylan abbiamo tentato di rimanere giù con loro, per smorzare l'atmosfera tesa, ma non erano passati nemmeno dieci minuti che il mio amico mi ha chiesto di seguirlo in camera sua, interrompendomi dal tagliare i pomodori per l'insalata e ascoltare il litigio di sua madre con la commessa di Macy's.
Inutile dire di essere rimasta piuttosto confusa quando ho visto Dylan tirar fuori dai pantaloni della tuta un cartone di latte.

"Quindi ora state insieme?" domanda Dylan sputacchiando a causa della bocca piena. Lo guardo con un'espressione disgustata sia per i suoi modi rozzi sia per la domanda in sé.
Io e Aaron insieme, suona quasi divertente. Finirei per rovinarlo, influendo negativamente su di lui per il mio carattere.
A volte mi chiedo come Dylan ne sia rimasto indenne: sono per la maggior parte del tempo cupa, atra, pessimista, infastidita da tutto e tutti, letteralmente muta, mentalmente instabile, noiosa e perennemente a disagio. E potrei continuare avanti all'infinito, ma mi fermo per un minimo di amor proprio nei miei confronti. Aaron invece è totalmente l'opposto: essendo raggiante, cordiale, disponibile, interessante, estroverso, attraente, amabile e ancora molto altro, merita molto altro.
Motivo per cui ho passato tutta la notte a tormentarmi l'animo per poi arrivare a una sola conclusione: questa cosa -qualsiasi cosa sia- deve finire. La sua lontananza al momento mi è solamente favorevole, potendo rendere tutto più semplice e lenire l'inspiegabile fastidio che provo a doverlo lasciare. Devo far semplicemente finta che non sia accaduto nulla, perché Aaron non è il mio principe azzurro e mai potrà esserlo.
D'altronde, è stato solo uno stupido bacio.

"Tanto io so già come andrà finire, tesoro" gli sento sussurrare mentre si scola il latte rimanente direttamente dalla ciotola.

Non faccio in tempo a chiedere spiegazioni che lui si protende verso di me per afferrare un fazzoletto e pulirsi la bocca sporca, ed aggiunge divertito "Piuttosto, menomale che non vi ha visti Ava, quello sì che sarebbe stato imbarazzante"

Quest'irritante abitudine di dare tutto per scontato un giorno mi farà definitivamente impazzire.
Inclino, il capo guardandolo in attesa di delucidazioni.

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