Si pensa che il destino sia qualcosa di inevitabile. Che il fato non si possa cambiare. Che il corso della nostra vita è già scritto, è qualsiasi piega le nostre azioni assumeranno, il risultato finale non cambierà. A volte mi chiedo se più di dieci anni fa avessi evitato tale avvenimento, sarei ancora così. Ha influito in qualche modo quel giorno, o ero già un caso perso? Una volta provai a chiederlo ad Anthony e lui mi disse che non c'era nulla che non andasse, che ero perfettamente normale.
Ricordo di aver sorriso; è un pessimo bugiardo, seppur in ogni bugia ci sia un fondo di verità.Ruoto la testa, osservandolo smanettare sul telefono e sorridere per qualcosa appena letto su quello schermo.
Chissà chissà"Smettila di guardarmi così, psicopatica" ridacchia mio fratello, stiracchiandosi sul sedile come se fosse seduto su un divano e non su scomodi sedili posteriori di una macchina.
"Tony non chiamare così tua sorella" mia madre borbotta cessando così, per qualche secondo, di parlare con mio padre.
"Tranquilla, mamma, la tua Narsa non si offende facilmente" mi fa l'occhiolino riprendendo a chattare sull'iPhone.
Giro nuovamente il capo, appoggiandolo sul finestrino laterale. Qualche gocciolina bagna il vetro.
Piove."Va bene, ragazzi. Eccoci arrivati finalmente" mio padre accosta il veicolo davanti la nostra scuola. Stamattina ci svegliato, affermando di avere del tempo per darci un passaggio verso scuola; novità alquanto insolita dato che non ne hanno mai. Sicuramente tale gesto c'entra con il disastro di questo weekend.
Anthony, dopo aver salutato i nostri genitori, apre la porta uscendo e raggiungendo Layla che deve averci visto arrivare. Faccio per uscire ma mio fratello chiude subito lo sportello dell'auto, senza aspettarmi. Tento di riaprire la porta, ma mio padre la blocca, tenendomi richiusa dentro.
Alzo lo sguardo sconcertata su mio padre, e lo vedo sorridere ad Anthony fuori. Mi volto verso il finestrino, osservando attraverso esso il grande coglione di mio fratello farmi l'occhiolino.
Non posso credere che mi abbiano teso una fottuta imboscata."Buona conversazione, sorellina" sghignazza Tony dall'esterno, prima di andarsene seguito da Layla che mi sorride con l'intento di rassicurarmi o incoraggiarmi.
Mi volto di nuovo verso i miei genitori, comprendendo finalmente il motivo di questo passaggio.
Marc mi sorride con lo stesso ghigno di Anthony, e sapendo che irritarlo è impossibile, mi soffermo a guardare male mia madre."Non guardare così tua madre, Narsa. È da ieri che vogliamo parlarti e tu ci hai volontariamente evitato. Ora abbiamo fatto il minimo necessario per avere la tua attenzione" lo ignoro, tentando di aprire daccapo lo sportello, ma è inutile dato è ancora bloccato.
"Hai finito?" sbuffo togliendo lo zaino dalle spalle e incrociando le braccia, attendendo ciò che ha da dirmi, nonostante io sappia esattamente di cosa voglia discutere.
"Allora, partirei con il farti presente che-" inizia calmo mio padre, ma una Erika isterica lo interrompe immantinente.
"Narsa non ho intenzione di fingere che la situazione mi stia bene. Sabato mi hai fatto prendere un colpo; pensavo ti fosse successo qualcosa di grave. Lo sai quanto è angosciante per una madre non sapere se sua figlia stia bene o meno? E tutta questa mia angoscia non esisterebbe se tu ti degnassi di rispondere semplicemente al telefono. Un semplice messaggio, un 'sto bene, mamma', non mi sembra di pretendere molto.
Non hai idea di quanto io mi preoccupi per te" esala esasperata mia madre, puntandomi anche un dito contro. Per tutto il tragitto è stata abbastanza silenziosa, e ora sembra non riuscire a smettere di parlare.
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Voicess
ChickLitE se il personaggio "bello e dannato", presente in molte storie, in questa vivesse all'interno di due persone? E se entrambi avessero la necessità di essere salvati? Cosa succederebbe se questo carattere tormentato portasse il nome di Narsa Gray ed...