I. L'inizio della fine

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A Jake,
Sii l'uomo che tuo padre ha desiderato,
Sii l'uomo che io ho amato.

Lilly

L'adolescenza non è stata mai così complicata.

Da come te lo raccontano i genitori o i vicini sembrava di dover attraversare l'oceano e imboccare l'ultima via per l'inferno, persino Lucifero, il più grande bugiardo che esista, non direbbe cazzate di questo genere.
Ci sono molti aspetti positivi come ad esempio le amicizie, le feste..oh andiamo ma chi voglio prendere in giro, dove ti giri e ti guardi alcune ragazzine viziate sono con i telefoni in mano a farsi continuamente selfie con le labbra a papera e il seno scoperto per accalappiare qualche morto di figa.
I ragazzi?
Alcuni di essi, così dolci e stronzi allo stesso tempo, si credono gran fighi prendendo in giro chi è più debole, ruttano e bestemmiano ogni ora della giornata e poi sono i primi a fare il segno della croce l'ora prima di una verifica scritta. Diciamo che le generazioni future sono bruciate.

Sguardi attenti passavano tra me e mia madre, le sue mani al volante scivolare lungo la marcia e il tremolio del sedile ogni volta che prendevamo delle fosse; tra noi due donne c'è sempre stato un rapporto stretto, non siamo di certo migliori amiche eppure riesce a capirmi senza prendermi in giro.

Vivo con lei e mia nonna in un appartamento abbastanza grande da permetterci lo studio e una camera per gli ospiti, di solito ci portavo Sharon, la mia unica e sola migliore amica, qui a Bellevue lei è stata la prima.

《Hai preso tutto?》chiese mia madre accostando sul ciglio della strada guardandomi negli occhi.

Odiavo quando faceva così, mi sentivo in soggezione.

《Zaino, libri, telefono, cuffie e il solito elastico a portata di mano.》

Era maniaca della perfezione e dell'ordine, con lei ci si poteva divertire in molti modi ma con me e la nonna, le si formava il sorriso in un istante.

《Lo voglio ritrovare lì》indicò la molla marroncina al polso, alzai gli occhi al cielo, un'altra cosa pessima del caratterino di mia madre erano i suoi doppi sensi continui e la protezione che aveva su di me.《Pervertita》sussurrai.

Mi chiedo per quale motivo nessuno mi faccia ancora la corte.

A interrompere la nostra perversa conversazione furono Josh e Sharon, eccitati con una novità, quei due erano peggio di pappa e ciccia.

Salutai mia madre e feci cenno di andare più avanti per non essere osservati sotto lo sguardo del capitano.

《Hai sentito Lilly?》alzai un sopracciglio curiosa, di solito Josh non era così agitato, o meglio, eccitato.
《C'è un ragazzo nuovo, si è iscritto oggi! Le famose ragazzette lo stanno cercando da prima》chiamavamo così il gruppo di chiwawa solito della scuola, quelle che non sanno neanche formulare una frase di senso compiuto se non con nomignoli disgustosi.
《Vacci piano Josh, non vorrai far sentire la tua gioia fino a qui》roteò gli occhi dandomi un pugnetto amichevole sopra la spalla.

Josh era omosessuale, adoravo ricevere consigli, parlargli di qualsiasi cosa e chiedergli persino come potesse stare un vestito addosso.

La campanella suonò, la mandria cominciava a radunarsi verso le porte d'ingresso e un'altra giornata scolastica stava procedendo.

Ora di narrativa.

Amo la lettura, è qualcosa che mi collega con tutta me stessa, sognarmi in posti che non esistono e sperimentare tutto quello che provava la protagonista è qualcosa che mi emoziona tutt'ora, quel brivido dietro la schiena e l'eccitazione farti arrossire; per quanto amassi queste ore però, dentro questa classe nessuno provava nulla del genere, chi stava al telefono, chi voleva continuare una mezz'oretta di sonno e chi si isolava dal mondo.
Presi posto aprendo il libro, Sharon e Josh non venivano con me in classe così, me ne restavo tutta sola all'angolo infondo della classe a leggere in disparte brani che mi recitavano di più.
Un colpo di tosse mi fece alzare di poco lo sguardo dai brani.

Lilly's silenceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora