VI. Amore contro luce

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Lilly

Intrecciare i capelli era un ottimo rimedio per la tristezza.

Mia nonna diceva sempre che, se avessi avuto un momento buio, dovevo farmi le trecce; intrappolando il dolore in mezzo alle ciocche strette.
La tristezza è dolore e il dolore è aspro come il limone, le piace giocare con noi a suo favore ed era per questo che la nonna veniva soprannominata da me l'eroina scaccia corvi; raffiguravano qualcosa di oscuro e cosa c'era di più oscuro che i ricordi dolorosi?

Ero seduta sul gabinetto con la porta del bagno chiusa a chiave nel tento di mettere l'elastico all'ultima treccia; due come da bambina, partire dalla fronte e scendere piccole sul seno, mi sono struccata e stavo per andare a dormire.

Di minacce, non ne avevo avute.
Era evaporato nel nulla. Ottimo.

Diedi la buonanotte a tutti aspettando Nathan, mio cugino più grande, in soggiorno; è dovuto rimanere qui per i soldi, i miei zii si sono trasferiti in Canada e lui è rimasto.
Presi il sonno sopra il divano aspettandolo come facevo ogni sera, mi portava sempre dei cioccolatini, era tradizione eppure, non appena ascoltai la serratura aprirsi, non mi ritrovai il cioccolato bensì un paio di pugni stretti e il suo sbuffare.

《Nat! Che ti è successo?》sussurrai con un nodo alla gola.

Era incazzato, si orientò in cucina con la bocca chiusa e uno sguardo gelido, non mi rivolse la parola per non essere brusco contro di me.
Le sue nocche erano arrossate, giurai di aver visto del sangue non suo sul dorso.

Quando gli presi il viso con delicatezza, notai alcuni segni violacei lungo i lineamenti e il suo labbro spaccato.

《Sono mortificato Lilly, non ho i cioccolatini. Mi dispiace averti fatto aspettare per niente》sorrisi per tenerezza, nonostante il suo stato era ancora il solito gentiluomo che si preoccupava per gli altri e mai per se stesso《e ora mi tocca andare a lavoro così, senza neanche una oretta di sonno》provai una sensazione di rimorso.

Il Canada gli sarebbe piaciuto, ne ero certa.

《Qualcuno ti ha fatto incazzare Nathan? Non vedo quei lividi da anni》succube, sorrise per la mia battutina.
Cercò di evitare i commentini e di girarci intorno fin quando non cedette.

《C'era qualcuno fuori, l'ho osservato per capire che la sua attenzione era riposta a casa nostra. Gli chiesi cosa stesse cercando e non mi rispose》mi disse anche, che mostrò il suo distintivo e che lo sconosciuto, se ne andò.
Nat rimase in agguato e lo ritrovò nel tento di entrare in casa《era un ladro, idiota ma pur sempre un ladro》annuì sicuro《e il nostro cane da guardia gli cercava le coccole!》presi dal cassetto della cucina un medikit con tutto l'occorrente.

《Lascia stare Lilly. Non ho tempo da perdere, mi medicherò in centrale. Ah, non uscire di qui e se senti qualche rumore chiamami, verrò di corsa》
mandai giù un groppo di saliva.

Avevo una netta sensazione di essere vista in giro, il suo sguardo autoritario si chiedeva a cosa stessi pensando prima di chiudersi la porta alle spalle.

Dopo dieci minuti mi feci coraggio, dovevo vederlo e sapere che intenzioni avesse. Il mio stalker..lui è qui.
In pigiama, con le ciabatte estive tra i piedi, svoltai a destra insicura di quello che stavo per fare per poi ridurmi a controllare tutto il quartiere.

Jake, amico, che ti è saltato in mente?》

Mi bloccai chinandomi verso un vicolo dietro una delle tante macchine parcheggiate.

Vi avevo detto di controllare il turno di quel pezzente! Che ci faceva qui eh?

N-noi non lo sappiamo..doveva tornare più tardi. È in anticipo.

Lilly's silenceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora