XVII. Gioco d'azzardo

179 16 18
                                    

Lilly

Silenzio.
Che costo ha il silenzio, quando qualcosa di estremamente importante andrebbe detto?
Invece, sono sempre rimasta zitta, sotto una maschera, nascondendo emozioni e lasciando che gli altri sapessero tutto, assecondandomi al loro volere.

Quello che mimetizzavo però, era il mio di volere.

Sola, dovevo essere indipendente, volevo credere che possa essere utile in questa vita; se solo qualcuno conoscesse i miei guai, ne causerebbe il doppio.

Così come con Jake, ho fatto tutto da sola e, nel provare a mettere in mezzo Sharon, il panico ci ha mangiati.

Invece qui, da sola, con i miei pensieri, riuscivo a vedere quella lucidità che a Forks non avevo.

"Ricorda nei sogni, la nostra felicità, ricordami."

Strinsi i fianchi del pilota guardando tutta la fila di macchine in attesa e alla ricerca di parcheggio, chiusi gli occhi chiudendomi a riccio nel casco ogni volta che Jake voleva sfacciarsi delle sue capacità aumentando la velocità o sfiorando le portiere di poco.

"Il suo amore è tossico."

Ma se solo lo avessero conosciuto meglio, se fossero andati oltre le apparenze come stavo cercando di fare io, avrebbero visto una persona nuova.

《Siamo arrivati》le ruote si fermarono
e il motore ruggì per l'ultima volta prima di spegnersi.

Tolsi il casco e, tenendolo ancora tra le mani, mi guardai intorno meravigliata.
Le sue emozioni potevano essere le mie.

《È splendido Jake!》

Vidi le tende delle bancarelle ondeggiare al ritmo del vento, la gente in maschera cominciare a ballare e bere e, guardando l'orario, stavano preparando il fuoco mettendo la legna da ardere.

《Metti la maschera dai, è il momento di andare》giurai di aver sentito qualcosa bisbigliato, una minaccia verso gli altri perché solo lui avrebbe dovuto guardarmi.

D'improvviso, mi prese la mano baciando il dorso, ne intrecciò le dita e cominciammo a ballare allegramente.
La musica proveniente dalle casse del piccolo palco mi fece mancare il battito, non sentivo più il cuore e in mezzo a tutta questa gente mi sentivo imbarazzata.
Questo vestito..quello della vetrina, era qui sopra di me.

Non pensare alle occhiate, ti invidiano.
Invidiano la tua spensieratezza.

Gli strinsi la mano nel secondo in cui, notai alcuni ragazzi mascherati guardarmi sotto i loro bicchieri, mi mancò il fiato.
Mi prese il fianco ed io mi strinsi contro di lui, cercai conforto e sicurezza in due pozzi neri, i suoi occhi mi calmarono.
《Sii te stessa Lilith》lo scrutai, quando in quelle iridi oscure ci vidi l'oceano, capii di essere stata fottuta il cuore.

Mi fece girare per poi scontrarmi contro di lui, posai delicatamente la testa sopra la sua spalla muovendo i piedi, in quel momento con gli occhi chiusi mi rilassai; ero a casa, quel posto era la mia casa, quella gente, le tradizioni..sono al sicuro.
Non arrenderti.
Come una bambina ignorai tutti, cercai il benessere ondeggiando i fianchi e muovendo le spalle con un sorriso, mi affiancai a lui ridendo a crepapelle.

Mia madre diceva sempre: non badare alla mente ma affidati al cuore. Esso vede, ascolta, batte.

Eppure io volevo solamente qualcuno che mi facesse ridere. E sotto il suo tocco, le mie risate erano libere.

Mi chiedo cosa sarebbe successo se non avessi accettato quell'appuntamento falso di Bradley, se non lo avessi baciato sotto la pioggia o se avessi ignorato i suoi messaggi la prima notte.

Lilly's silenceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora