XVI. Le prove

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Jake

《Non ci posso credere..》accennò guardando Alaska curiosare in giro.
《Ci ho messo un po' di tempo con la tua terza sorpresa però..c'è l'ho fatta!》
Chiusi l'auto, mentre mi giravo non ebbi il tempo di guardarla con il cane che mi saltò fra le braccia stringendo le mani intorno al collo e le gambe al cinto.
Lì capii che ero riuscito a riprendermela, la mia Lilith.
《È la sorpresa più bella che potessi avermi mai fatto》rise immergendo il capo sulla mia spalla.
《E forse, fidarmi di te, non è stata una cattiva idea》sussurrò nel mio cuore, calcando la frase con un pennarello indelebile.
《Ora mi credi quando ti dicevo che potevi essere felice con me?》le accarezzai i capelli sotto una sua risata divertita, il suo lato infantile mi riportava gioia.
《Le sei mancata》dissi guardando Alaska.
Il suo cane si sarebbe trovato bene con noi, in mezzo alla natura e ad altri animali, con odori fini..tutt'altra cosa rispetto a un giro in un parchetto giù casa.
Mi strinse ancora più forte, sapevo che il cane fosse un suo punto debole e l'avrei resa felice sempre.
《Sei mancato anche a me》la guardai con un sorriso.
《Ti amo Lilith》ma non rispose, lo accettai, aveva bisogno di tempo.

𑁍

Tempo.
Tutto aveva bisogno del suo tempo, mi disse una volta Andrew leggendo il giornale.

Lei era appena, così stanca e ferita dal mio gesto superficiale e impulsivo, non mi rivolgeva neanche la parola, non ne era capace e non si sarebbe sforzata; ero in panico, quelle settimane, credevo di averla persa per sempre.
Le avevo promesso che sarebbe tornata a casa se non fosse stata bene con me, una scelta ardua che avrei dovuto lasciar andare, per il bene di entrambi.
E poi, trovai un riconoscimento dopo tante fatiche.

Tempo.
Se solo avessi ascoltato Andrew, mi sarei risparmiato molta ansia.
E con il passare dei minuti, ore, dei giorni..lei era felice.

Lascia che si ambienti, non avere fretta. È un grande passo la sua presenza

Le ho promesso di lasciarla libera, se lo avesse voluto veramente

《È ancora qui. Dalle il suo tempo e i suoi spazi, se la vuoi attendila.》

E così feci, attesi ogni stretta, ogni sguardo, persino una stretta di mano.
Giorno dopo giorno, era qui e la consapevolezza di essere riuscito a lasciarmi amare da lei mi rendeva più forte.

Per quanto riguardava la sua scomparsa a Bellevue è tutto sotto controllo, temevo di dover fare qualcosa di esagerato e invece i suoi amici ipotizzarono fosse andata in vacanza per via di questi periodi stressanti, da sola; avevano tranquillizzato sua madre e convinto Nathan.

È stato un periodo difficile per lei.

Mi meravigliai più di Lilith, non credevo fossero capaci di passare a questioni affrettate.
E me lo ripeteva ogni notte fonda, prima ancora che dovesse sorgere il sole, la trovavo sveglia seduta sul letto a guardare il cielo scuro farsi più chiaro, dopo aver fatto l'amore.

In un tardo pomeriggio, rimandammo degli impegni innocui che potevano essere risolti più tardi, per scopare.
Eppure, mentre si riposava, era assorta dai suoi pensieri.

《Lo avevi sempre saputo..erano un male》sospirai. Non mi piaceva vederla così, era raro che si perdesse come un pesce fuor d'acqua bensì era evidente quando arrivava la sua coscienza a romperle le ovaie.

《Pensavano che avessi bisogno di spazio, e come ho fatto io, ti ho lasciato costruire le tue scelte da sola》mi girai di fianco per far emergere il suo viso dai capelli scompigliati.

Lilly's silenceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora