XXIII. Rose e spine

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Lilly

Le farfalle non vedono il colore delle proprie ali, possano pure essere le più belle di tutto l'universo, noi possiamo solo meravigliarci nell'osservare la loro bellezza. Così come lui, non ci vedevo niente di bello in me eppure sapeva trovare ogni particolare magico.

Mento se dicessi di non aver provato ad allontanarlo dalla mia vita, mento quando penso che non lo ami più e mento quando dico di non averlo mai amato più di quanto dovessi amare me stessa.

Tornata a casa ero una bomba ad orologeria, scoppiò una nuova guerra tra me e la mamma che, ritrovandosi nei panni di due anni fa, non ebbe più un qualcuno che l'aiutasse a mantenere la calma.

La vita scorreva veloce, i miei pensieri invece, rimanevano fissi.
Lo aspettavo o cercano in qualsiasi gesto, piccolezza, informazione, un qualcosa che potesse collegarsi a lui.
Ma era come evaporato nel nulla, persino papà non aveva idea di dove fosse.

E la cosa fece male, un immenso dolore incolmabile.

La gravidanza è quasi al termine, credo che il baby shower sia stato l'unico giorno in cui tutto sia andato alla perfezione, avevano una maschera.
È una femmina, si chiamerà Atena come la Dea della sapienza, delle arti e della guerra; Jake amava questo nome lo ricordo bene, sembrava così attratto, voleva che sua figlia fosse in grande.

Atena sarà arte, Atena sarà rivoluzione.

Per lui.

Desideravo così tanto vedere la sua macchina parcheggiata nel solito punto o persino una sensazione inquetante che solleticava la pelle, ma niente.
Si è completamente perso ogni mese di Atena.

Eravamo a cena in un ristorante di lusso per regalarmi una nuova vita, li odiavo con tutta me stessa e farei di tutto pur di levarli davanti ai piedi; mi è costato molto il nome della bambina, Damian voleva che si chiamasse Toni, come sua zia, e ho dovuto contrattare: crollo mentale.
Me ne restavo lì con i tacchetti bassi, la giacca nera coprire il vestito floreale che specificava ogni mia curva e la collana porta fortuna per mia figlia; giravo le punte della forchetta intorno al piatto brillante cosparso di salsa e il contenuto già gustato, mia nonna adorava vedermi mangiare il doppio del solito.
Tra un battibecchio e l'altro hanno continuato a girare il dito nella piaga riferente a Jake, nonché il mio amico immaginario e il nome Atena troppo particolare al giorno d'oggi.

È impressionante come una persona possa perdere il controllo della propria vita, persino gustando un piatto da ristorante stellato.

《È stato buono, tesoro?》alzai lo sguardo verso la mamma, mia acerrima nemica da più di due mesi.

"Tu mi hai rovinato la vita."

Senza sapere che era per colpa sua se ora mi ritrovavo a questo punto.

Fingevo che andasse tutto bene per non creare problemi, non appena nascerà mia figlia li farò a fettine.

《Va alla grande》esclamai fredda prima che arrivasse il secondo e il cameriere portasse una nuova bottiglia d'acqua. Non riuscivo a fingere, non con la persona che credevo più importante della mia vita, non con questo segreto.

Ingenuità, dannata ingenuità.

《Come sarebbe a dire va? Io sognerei di mangiare in questo posto!》

《Mamma smettila. Non sono in vena di discutere》non ne avevo più bisogno da quando lui non c'era più.
Specialmente quando non mi dava nessuna dimostrazione per crederci ancora.

《Volevo solo sapere come stessi, amore. Non ti scaldare.》

Vorrei urlare in questa sala piena di gente, piangere e strattonare tutto, affogando i miei dispiaceri in ricordi e scappare da questo buio atroce.

Lilly's silenceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora