XIII. Un demone in Paradiso

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Lilly

Sette giorni.

È passata un'altra settimana dal mio allontanamento di casa e nessuno si è fatto sentire.

In queste nottate ho ragionato molto sul da farsi, sui punti deboli di ognuno di loro e dell'abitazione, qualsiasi cosa era utile per fuggire di qui eppure le parole di Jake mi tormentavano nella testa distruggendo tutte le mie sicurezze; diceva che mi aveva portata qui per il mio bene, ma cosa intendeva?

Era l'unico modo per allontanarti dal male
Pensi che possa essere felice qui?
Si, se lo permetterai.

Tutti quelli che conoscevo li considerava un male eppure questa faccenda aveva quel non so che, una cosa intrigante che dovevo scoprire alla svelta.

Distesi le gambe stiracchiando le braccia, immersi il viso nel cuscino e il suo odore penetrava nella mia pelle; sbuffai alzandomi dal letto, ho avuto molto tempo per curiosare in giro tranne fuori, un divieto che non potrò superare adesso senza correre rischi elevati. Ero nel bel mezzo di un agriturismo tra campi di grano e colline verdi, l'odore di piante e rugiada entrava tra le finestre spalancate e il nitrite dei cavalli farmi sognare; dopo colazione volevo sorvolare le regole.

《Buongiorno》rispettai le decisioni e i patti imposti, fui gentile e rispettai il volere dei miei amici tranne che con lui, un peso enorme nel mio cuore.
Se ero qui e non a casa, era per colpa sua.

《Vuoi che ti faccia qualcosa?》mi trovai bene con loro, mi portavano informazioni sulla mia famiglia in segreto, lontano dal padrone, e non credevo fossero così acide.

Nessuno muoveva un muscolo, tutti facevano come se non fossi mai esistita.

《Vanno bene anche delle uova strapazzate, Luke. Con questo sole volevo fare un..giro》mi rivolsi ad Andrew, dall'altro capo della tavola che sorseggiava un caffè amaro.

Era più alto e possente rispetto a Luke, credevo anche di età.

《Un giro eh? E questo "giro" consiste nell'evadere il prima possibile?》eppure c'era qualcosa in loro che mi stuzzicava il sorriso, un rimpiazzo dei miei amici. E se Sharon fosse stata qui, avrebbe detto la stessa identica cosa che aveva detto Andrew.

《Non saprei scavalcare cancelli rigidi e alti più di quattro metri, senza appoggio sarebbe impossibile. Non so le strade di un paesino vicino, non ho un ottimo senso di orientamento e Jake sta per tornare》elencai tutto sulle dita, con loro ero più amichevole. Naturale da quando Luke mi prese in simpatia.
《Quindi solo uova?》sorrisi annuendo.

Dopo aver fatto colazione e ammirato con agilità la spremuta fatta al momento, ascoltando il rumore delle uova in padella, mi rilassai tre minuti.

《Ti teniamo d'occhio》esclamarono ed io alzai gli occhi al cielo.

Toccando con le scarpe il terreno, allungai un sorriso, per la prima volta dopo giorni ero fuori.
Con sguardo furtivo e il tatto delicato misi il naso ovunque, vidi il pollaio e persino un gazebo per relax.
Qui c'era un mondo naturale.

Non appena vidi una recinzione di legno corsi verso di essa, sfregai il pollice per la corteccia intagliata e i miei occhi si illuminarono notando un puledro appollaiato nella sabbia nel tento di impanarsi come una cotoletta; mi vide, si mise sugli zoccoli e piano piano venne verso di me, mi guardai intorno e intravidi il cesto pieno zeppo di carote. Allungai la mano verso la carota ma due braccia mi strinsero contro un petto dolcemente, arrossì annusando l'odore di agrumi pizzicarmi le narici.

"Ti prego..ti prego."

"Le desideravi queste mani, cazzo!"

"Vattene Jake..vattene!"

Lilly's silenceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora