Louis entrò nella clinica e storse il naso, infastidito dall’odore di disinfettante che sembrava impregnare le pareti; si buttò su una poltroncina in sala d’attesa, respirando lentamente e concentrandosi per leggere i nomi sulle targhette affisse alle porte tirate a lucido; pochi istanti dopo, una di quelle porte si aprì e ne uscì un’infermiera, che sorrise cordialmente a Louis: “Louis?” Chiese guardandolo, e lui annuì: “Il dottor Harper può riceverla… Prego, da questa parte” disse indicandogli la porta con un cenno della testa, in seguito al quale Louis si alzò ed entrò nella stanza. Il medico stava seduto dietro un’enorme scrivania in legno, era un uomo sulla cinquantina, ed indicò a Louis la sedia dal lato opposto; il ragazzo si sedette ed il dottore lo guardò, abbassandosi gli occhiali sulla punta del naso: “Allora, Louis… Mi è arrivata la tua, posso darti del tu, vero? –chiese continuando a guardarlo e Louis annuì- perfetto... Dicevo, la tua richiesta dai servizi sociali, e l’ho esaminata: al momento, c’è una ragazza che si è affidata alla clinica per le visite e tutto il resto… I suoi genitori non volevano che la gravidanza fosse messa troppo in mostra, e la nostra clinica assicura la massima riservatezza” disse, per poi prendere una cartella medica ed aprirla, tendendola verso Louis, che la prese e finse di leggerla; pochi minuti dopo, il ragazzo alzò la testa dai fogli: “Per quando è previsto il termine?” Chiese richiudendo la cartella, ed il medico se la riprese: “Fine gennaio, massimo la prima settimana di febbraio –disse, riponendo la cartella nel cassetto- ma prima vi sono alcune cose da discutere” aggiunse serio, e Louis si sistemò nervosamente sulla sedia: “Hai detto di avere una ventina d’anni, giusto? –Louis annuì- e vivi solo?” “No, signore, sono convivente” “E la sua compagna ha..” “Compagno” lo corresse subito Louis: “Come, scusi?” “Compagno – ripetè il ragazzo, sorridendo forzatamente- è un problema?” Il medico sembrò pensarci su, poi scosse la testa: “Nessun problema per noi, dovrà farlo presente all’assistente sociale… Dicevo, il suo compagno si trova d’accordo con questa scelta?” “In realtà, dovrebbe essere una sorpresa… Cioè non mi fraintenda, lui vuole un bambino, lo desidera davvero tanto, ma vorrei che rimanesse una sorpresa…” ”Altra cosa che dovrà far presente all’assistente sociale, d’accordo? Verranno a casa vostra tra una settimana per fare un’ispezione, dopodiché mi diranno se siete idonei o meno all’adozione di un neonato. L’indirizzo è quello scritto nel modulo?” Louis annuì di nuovo, poi si alzò e, dopo aver salutato il medico, uscì dalla stanza, pensando ad un modo per tenere Harry fuori di casa e non rovinare tutto.
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Elisabeth si girò di profilo davanti allo specchio e sorrise, passandosi le mani sul pancione: ottobre era quasi al termine, e presto sarebbe mancato poco più di un mese alla nascita del bambino; la ragazza indossava quasi esclusivamente vecchie tute del fratello, che non si era mai vestito seguendo le convenzioni del quartiere (motivo per cui, appena compiuti 18 anni, se ne era andato in America), e maglie premaman o di Niall; stava giusto pensando a lui quando, come evocato, spalancò la porta ed entrò nella stanza, portando con se una quantità indefinita di borse: “Ho fatto shopping!” Disse compiaciuto, gettando le borse sul letto. Per una frazione di secondo, Elisabeth pensò che si fosse comprato circa un miliardo di vestiti, ma quando diede un’occhiata alle borse emise un verso a metà tra una risata ed un gemito esasperato: tutte le borse, dalla prima all’ultima, portavano il marchio di negozi per bambino: “Niall… “ iniziò a dire, ma l’entusiasmo con cui il ragazzo iniziò a svuotare le borse la fece arrendere; si sedette sul letto e lo guardò dolcemente: “Gli ho preso un po’ di tutine pesanti… Sai, nascerà a Dicembre quindi farà freddo! Ne ho anche trovata una con scritto ‘Il mio primo Natale’, spero nasca prima di Natale, ecco…” Aggiunse grattandosi la testa e svuotando una seconda borsa: “Ho trovato i bavaglini, molti sono bianchi, sai, tua mamma mi ha detto che vorrebbe ricamarli” “Si, ha sempre ricamato anche i miei corredini” disse Elisabeth, prendendo le bavagline e sistemandole in una pila ordinata sul letto, girandosi poi verso il ragazzo: “Hai preso altro?” Chiese quasi ironica, vista la quantità di borse. Niall non colse l’ironia e sorrise: “Tre ciucci, perché non si sa mai, due biberon, anche se spero potrai allattarlo –disse, arrossendo notevolmente e tossicchiando imbarazzato- e poi... ecco… Ah, si!” Disse, iniziando una lista infinita che comprendeva sterilizzatore, scalda biberon, sonaglini, pupazzetti, body, pannolini (“Meglio portarsi avanti, no?”), due corredi da bagno e: “Giù di sotto c’è la vaschetta ed il seggiolino per l’auto, il commesso ha detto che ci porteranno a breve il fasciatoio e il seggiolone, ma la culla volevo sceglierla con te e...”Elisabeth lo zittì con un bacio, scoppiando poi a ridere sulle sue labbra: “sarai il papà migliore del mondo, sai?” disse dolcemente, accarezzandogli le guance diventate rossissime, poi si alzò e sorrise: “Visto che muori dalla voglia di chiedermelo, ti anticipo: andiamo ora a scegliere la culla?” Disse senza riuscire a trattenere una risata; Niall scattò su dal letto come se fosse elettrificato e sorrise contento, uscendo con lei dalla stanza, felice come non mai.
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Different worlds || Larry Stylinson
RandomLondra, anno 2014. Due quartieri diversi, opposti, divieto assoluto di mischiarsi. E se nonostante tutto la vita avesse in serbo un destino diverso da quello che i genitori vogliono per te? Saresti pronto ad accettarlo?