“Io ricordo... tutte quelle che ho... che ho venduto, signor Potter. Si dà il caso, ap... appun… appunto, che la... le fen… fenice la cui piuma ri… risie… risiede nella sua ba… chet… ta.. bacchetta, abbia dato un’altra piuma, sol… soltanto una, e basta*” Louis sbuffò e chiuse il libro con uno scatto, passandosi le mani sul volto: “Mi arrendo… Per stamattina basta così” borbottò, ed Harry gli baciò la tempia: “Sei migliorato tantissimo, Lou… Ora vado a scuola, ok? Torno presto” disse sorridendo e Louis annuì, stringendosi nelle spalle e guardandolo uscire dalla stanza, poi improvvisamente saltò giù dal letto e lo rincorse, fermandolo sulla scalinata: “Niente bacio?” Chiese imbronciandosi; Harry ridacchiò e scosse la testa: “No!” disse ridendo, per poi tirarlo a se e baciarlo dolcemente a stampo; Louis ricambiò soddisfatto, poi lo lasciò andare, appoggiandosi alla ringhiera delle scale.
Quando il ragazzo fu sparito, Louis salì la scalinata e si fiondò nella camera degli ospiti, dove lo attendeva Anne, intenta a sistemare un fiocco rosa sulla culla posizionata al centro della stanza; appena sentì la porta aprirsi si voltò di scatto, sospirando sollevata quando vita di chi si trattava: “E’ tutto pronto, Louis…Verrà oggi, giusto?” Chiese finendo di sistemare il fiocco, ed il ragazzo annuì, poi sobbalzò quando sentì il campanello, si appoggiò alla parete e respirò a fondo. Un paio di minuti dopo, l’assistente sociale si affacciò alla porta, bussando piano contro lo stipite: “E’ permesso?” Chiese cordialmente, e Louis le fece cenno di entrare: “E’ una bella stanza, molto ampia… E già piena di giochi” osservò ridacchiando, mentre Louis la seguiva come un cucciolo segue la propria madre; poco dopo, la donna si fermò e sorrise: “Ero sicura che non mi avresti delusa, sai? Per questo ho portato con me la mamma del bambino…” Louis sbiancò, poi arrossì, poi impallidì di nuovo ed emise un gemito strozzato: “C-come?” “Beh, cosa pensavi? Ho parlato di voi alla ragazza, e le siete piaciuti, i genitori di lei hanno detto che conoscono la famiglia e si fidano, ma se la madre chiede di vedervi, non glielo si può negare…” Disse lei con tono diplomatico, e Louis annuì; a quel cenno Adam, che stava sulla porta, sparì e tornò poco dopo, accompagnato da una ragazza che sembrava essere la coppia femminile di Harry: alta, mora, riccia… L’unica differenza, erano gli occhi scuri, quasi neri; Louis rimase a fissarla per un paio di secondi, risultando piuttosto idiota, poi la ragazza gli tese la mando: “Piacere, sono Claire… E lei è.. –aggiunse toccandosi il pancione- beh, non lo so, questo lo deciderete voi!” Disse sorridendo a Louis, che strinse la sua mano: “Io sono Louis, il mio ragazzo è a scuola ora…” “Non preoccuparti conosco Harry… Più o meno, cioè… Lui e il mio ex ragazzo giocavano a golf insieme, ogni tanto” disse imbarazzata, iniziando a girare per la stanza: “C’è un sacco di rosa, qui… -disse soddisfatta, aprendo l’armadietto e guardando le tutine- posso prenderne una? Servirà per quando nasce… Voi sarete li, ma non potrete entrare in sala parto” Louis sorrise e la raggiunse, sfilando dal mucchio di tutine quella scelta da Harry il mese prima: “A Harry piace questa” “Harry a buon gusto” affermò lei sorridendo, per poi prendere la tutina e stringerla tra le mani: “L’adozione è chiusa, preferisco così… Solo… So che le regole dell’adozione chiusa non lo permettono, ma io vorrei avere notizie ogni tanto… Sai, anche solo sapere come sta o vedere una foto”; Louis alzò un sopracciglio ed incrociò le braccia la petto, poi annuì nuovamente: quella ragazza voleva dar via sua figlia, ma allo stesso tempo voleva avere notizie di lei; stava per dirglielo, ma poi si ricordò di tutte le visite che lui e Niall avevano fatto ai loro bambini dopo che erano stati adottati, e rimase in silenzio, accettando semplicemente il fatto che ognuno ha i suoi strambi modi per dimostrare l’amore.*
“Non voglio nessuna festa Zay, ok? Non mi serve…” Ripetè Harry per la centesima volta, e Zayn sbuffò: “Si ma non vale! Avevamo già comprato gli striscioni con scritto ‘Auguri principessa’!” disse ridendo, e Harry gli lanciò un libro, colpendolo sulla testa; Liam scattò seduto e lo guardò malissimo: “Non provarci mai più sai? Gli fai male!”Disse con lo stesso tono con cui una madre difende suo figlio dal bulletto al parco giochi; Harry scoppiò a ridere e si alzò dalla panchina, stiracchiandosi: “E’ arrivata la macchina… Ci vediamo domani” disse salutandoli con un cenno della mano, poi si allontanò e sparì in auto.
Non appena lo perse di vista, Zayn si girò verso Liam, massaggiandosi la testa nel punto colpito dal libro: “Se non facciamo la festa, Louis ci ammazza….” “Ma non piò semplicemente dirgli del bambino?” Borbottò Liam, incrociando le braccia al petto: “Lo sai che ci tiene, e poi sarà divertente! Potremo scegliere gli addobbi, la torta, il catering…” “Sembri un wedding planner molto gay, Zayn” disse Liam ridendo, allungandosi alla panchina ed appoggiando la testa sulle gambe del ragazzo, che sbuffò ed iniziò ad accarezzargli i capelli: “Dovremmo fare una festa a sorpresa” “E dove?” “In Alaska, Lee… Che minchia di domanda è?! A casa sua!” Liam sbuffò e gli diede un schiaffo sula coscia: “E va bene, ma ad un solo patto: gli addobbi li scelgo io”.
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Different worlds || Larry Stylinson
AléatoireLondra, anno 2014. Due quartieri diversi, opposti, divieto assoluto di mischiarsi. E se nonostante tutto la vita avesse in serbo un destino diverso da quello che i genitori vogliono per te? Saresti pronto ad accettarlo?