Tra il coma di suo padre, la perdita di Lou, la storia con Zayn ed il graffito, gennaio e febbraio erano decisamente volati; ora era il turno di marzo, e con lui sarebbe arrivata la primavera.. Era una stagione importante, quella, e Harry lo sapeva; l'aveva cercata sull'enciclopedia, ed aveva ottenuto questo risultato:"L'etimologia rivela una considerazione solenne: la primavera è inizio. Inizio di splendore per tutto, per tutti" per tutti, già... doveva essere un nuovo inizio, un'occasione di riscatto, ed invece era sempre tutto esattamente come prima.
Harry lavorava al suo piano, o per meglio dire ai suoi piani, dato che ogni volta apportava modifiche sempre nuove, finendo poi con il cestinare tutto, e ricominciare da capo; doveva vedere Louis, due mesi senza di lui erano stati uno strazio, e non ne avrebbe sopportato un terzo. Louis aveva fatto la sua mossa, ora toccava a lui.
Il ragazzo gemette frustrato, appallottolò l'ennesimo voglio e appoggiò la testa sulla scrivania; chiuse gli occhi, e l'immagine di Louis gli apparve così chiara che per un secondo pensò di averlo davvero li con lui; questo gli diede la spinta necessaria a riaprire gli occhi, scostarsi i capelli troppo lunghi dal viso e ricominciare a prendere in considerazione il piano iniziale.
*
Una chiamata dai genitori di Liam:"è urgente, Zayn! -dice la madre piangendo- Liam sta male, ancora peggio dell'ultima volta! Ti prego, ti prego devi parlare con lui".
Zayn era corso, letteralmente, a casa di Liam, con una sola parola che lampeggiava a caratteri cubitali nella sua testa:"Stephan"; se Liam stava male, l'unico responsabile era sicuramente quel cretino di Stanford. Ora stava li, seduto di fianco al letto di un Liam con più lividi che capelli, che lo fissava senza dire niente, ma piangeva.
"Lee..." sussurrò il moro, ma l'altro rimase muto, smettendo di guardarlo:"Lee, mi dispiace... Ti ho lasciato solo, e guarda che è successo..."; Liam tirò su con il naso, si asciugò a fatica le lacrime e si rannicchiò, gemendo piano per il male, dando le spalle a Zayn:"Non è colpa tua Zay, io ho esagerato, io ti ho allontanato, io ho scelto di uscire con Stephan.. Io ti amo Zayn, e l'unica cosa che vorrei è riaverti con me, ma non così." pensava il ragazzo, senza avere però il coraggio di pronunciare quelle parola ad alta voce. Si limitò ad alzare la testa e fissarlo negli occhi, quegli occhi color cioccolato che amava tanto, cher aveva amato fon dal loro primo incontro.
Ed in quel preciso momento, sul quel letto in quella stanza, con davanti il suo ex ragazzo pieno di lividi, Zayn Malik decise che avrebbe fatto qualunque cosa per riavere il suo ragazzo, e che Stephan avrebbe pagato per ogni singolo graffio che gli aveva lasciato.
*
Anne sedeva sulla poltrona, e fissava il camino ormai spento; lo guardava come se vi ardessero le fiamme, o ci fosse qualcosa di interessante da vedere, mentre in realtà non c'era nulla, nemmeno la cenere.
Lei aveva capito, non era stupida e, soprattutto, era una mamma; e una mamma, si sa, capisce sempre quello che succede ai figli... Non sempre lo accetta, è vero, ma lo capisce. E mentre suo marito continuava a pensare che Zayn e Liam fossero due idiota perditempo, con niente di meglio da fare che scrivere per scherzo sul muro dello studio di Harry o che, ancora peggio, una ragazza avesse pagato un poco di buono per lasciare un messaggio d'amore al ragazzo, lei aveva ben chiara in testa la verità: suo figlio era gay.
L'unica cosa che non sapeva, era di chi fosse innamorato; nessuna ragazza avrebbe mai fatto niente del genere, e di certo Liam e Zayn non avrebbero scritto niente del genere... Chi, restava un mistero, ma lei era pronta ad accettarlo.
*
"Allora, ci stai o no?" Disse Harry guardando Elisabeth, che sembrava ignorarlo spudoratamente; in realtà, lo stava ascoltando fin troppo bene, ma gli sembrava assurdo che un ragazzo con cui aveva parlato seriamente si e no quattro volte, venisse a chiederle un favore del genere. La ragazza sospirò, poi si voltò verso di lui:"Non ascoltavo -mentì- ripetimelo di nuovo"; Harry alzò gli occhi al cielo, si sistemò sulla poltrona e ricominciò a parlare:"Dobbiamo dire ai miei che usciamo insieme.. Verrai da me, e dirai che ti imbarazza uscire e sapere che siamo controllati, che vuoi privacy, e poi.." "Dovrei baciarti" lo interruppe Elisabeth, e Harry arrossì visibilmente:"No, no non.. Non ne vedo il bisogno... Insomma..." Balbettò, e lei scoppiò a ridere:"Tranquillo "damerino„ -disse facendo il segno delle virgolette con le dita- non sono più interessata a te... E in ogni caso, troverei strano baciarti dopo che ti ho visto limonare alla gran..." "OKAY, concetto afferrato -la interruppe il riccio, ancora più rosso in viso- ci baceremo".
STAI LEGGENDO
Different worlds || Larry Stylinson
RandomLondra, anno 2014. Due quartieri diversi, opposti, divieto assoluto di mischiarsi. E se nonostante tutto la vita avesse in serbo un destino diverso da quello che i genitori vogliono per te? Saresti pronto ad accettarlo?