Meeting

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Adam bussò alla stanza di Harry, e il ragazzo andò ad aprire:"La limousine é pronta, signorino, e i suoi amici sono già di sotto ad aspettarlo..." Harry fece un cenno con la testa:"Grazie Adam, digli che sto arrivando".
Harry uscì nel cortile e salutò Liam e Zayn, poi salì con loro nella limousine, che partì in direzione del campo da golf.
La strada più veloce per arrivare al campo era passare dal quartiere povero, e questo per un semplice motivo: era il più grande campo da golf di tutta Londra, perciò era stato situato fuori città, e raggiungerlo facendo tutto il giro avrebbe voluto dire dover partire almeno un'ora e mezza prima dell'orario della partita; passando da quartiere povero invece, ci si impiagava a malapena una mezz'oretta, perciò era la via più utilizzata.
Harry stava sul lato opposto rispetto a quello dei suoi amici e guardava fuori dal vetro scuro con aria insofferente, poi decise ancora una volta di prendere in giro quei poveracci... Così abbassò il vetro e fece spuntare dal finestrino la faccia addobbata con un nuovo paio di ray-ban tirati a lucido e facendo una faccia a metà tra il divertito e il disgustato; a lui si unirono Zayn e Liam, che iniziarono a ridere mentre passavano davanti ad un bambino vestito di stracci che chiedeva qualche spicciolo, tenendo in mano un fagotto contenente un bimbo ancora più piccolo di lui.
Arrivati all'angolo tra Madison avenue e Butcher street, Harry adocchiò due ragazzi che avevano pressapoco la sua età: uno suonava la chitarra, mentre il secondo cantava; il ragazzo pensò nella sua testa ad una battuta divertente e sprezzante da rivolgergli, ma decise che sarebbe stato meglio chiudere la bocca quando l'auto si fermò a causa dell'attraversamento di svariate persone.
Harry rimase con la battutaccia sulla punta della lingua, poi sentì il ragazzo cantare e rimase muto ad ascoltarlo, con la faccia fuori dal finestrino e la bocca mezza aperta, come un perfetto idiota; sollevò gli occhiali da sole e lo guardò, e per un istante, appena la canzone finì, anche l'altro ricambiò il suo sguardo poi, dopo essersi inchinato al pubblico, fece una smorfia schifata nei confronti della limousine e dei suoi ospitanti e ci sputò contro, colpendo in pieno il cofano.
L'autista ripartì poco dopo, e Harry rimise la testa dentro al finestrino, pensando allo sguardo di quel ragazzo sconosciuto, quello stupido che aveva osato sputare sulla sua auto, e si lasciò cadere lungo il sedile dell'auto; era talmente perso nelle sue considerazione mentali da non accorgersi che, esattamente di fronte a lui, Liam aveva messo nuovamente il braccio attorno alle spalle di Zayn, che sorrideva tranquillo... E fu davvero un peccato, perché quei due stavano capendo qualcosa della loro vita, mentre Harry ancora non aveva capito proprio nulla.

*

"Potevi benissimo evitare Lou..." Niall e Louis camminavano verso la loro baracca, e il biondo stava rimproverando l'amico da quando erano partiti; Louis alzò le spalle e diede un calcio ad una lattina:"Mi stava sulle palle..." "Non ti ha fatto assolutamente niente Louis!" disse Niall sconcertato :"Mi ha guardato..." "Ti ha... Louis! -Niall alzò gli occhi al cielo- ti rendi conto di cosa stai dicendo?! Hai sputato sulla macchina di quel ragazzo perché ti ha guardato?!" Louis sbuffò:"Senti Niall, sono tutti uguali quelli del suo rango... Di li a momenti avrebbe tirato fuori una qualche battuta squallida su di noi, lo so per certo.. Quindi ho fatto solo bene" disse deciso, poi aumentò il passo e distaccò l'amico.

Il vero problema non era in realtà Niall che difendeva quel ragazzino viziato, era il fatto che Louis non sapeva perché avesse sputato su quella dannata macchina; l'abitudine molto probabilmente, perché si era accorto benissimo che quel tizio era rimasto in silenzio ad ascoltarli, eppure qualcosa in lui l'aveva spinto a farlo.
Sarà stata la faccia, o gli occhiali tirati a lucido, oppure il semplice fatto che mentre lui viaggiava in quella macchina enorme per andare a divertirsi, lui faceva a piedi i chilometri per portare a casa quattro spiccioli.

Niall arrancava dietro di lui, tenendo in spalla la chitarra e sperando che diminuisse il passo: non gli piaceva rimanere solo nei vicoli a quell'ora, era già successo che le prendesse... Cercando di non perdere di vista Louis, l'irlandese fece le sue considerazioni sul carattere dell'amico: era una testa calda, lo sapeva bene... Carino e coccoloso quando voleva, soprattutto con i bambini, e anche iperprotettivo se ci si metteva, ma se gli giravano i cinque minuti era molto meglio stargli lontano (e la discussione con il pittore del giorno prima ne era un chiaro esempio), eppure c'era qualcosa che non gli tornava; Louis non aveva mai avuto un particolare amore per la gente del quartiere ricco, ma non li aveva nemmeno mai odiati; per lo più gli erano indifferenti e, tralasciando quella volta in cui aveva preso a sassate una limousine perché il suo ospitante aveva fatto piangere uno dei "suoi" bambini, aveva sempre ignorato il passaggio delle lussuose auto. E allora che senso aveva il gesto di quel pomeriggio? Sputare con disprezzo sulla macchina di un ragazzo che non aveva fatto niente di male? Niall fece spallucce e fece una piccola corsa per raggiungere Louis, maledicendo il peso della chitarra e lo stomaco dannatamente vuoto.

Different worlds || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora