Un mese dopo.
Harry si svegliò per la luce del sole che filtrava dalle tende, sbadigliò e poi sgranò gli occhi: luce? Sole? Miracolo! Saltò giù dal letto ed aprì le tende, fissando il prato che si estendeva a perdita d'occhio davanti alla finestra; rimase incantato per qualche secondo, poi il rumore della porta che si apriva lo fece sobbalzare leggermente, si voltò e trovò la madre di Niall ferma sulla soglia della stanza:"Buongiorno Harry! Oggi é arrivata questa per te" disse tendendogli una lettera; il ragazzo si catapultò da lei ed afferrò la busta, aprendola frettolosamente e sedendosi sul letto per non svenire quando lesse la prima riga:"Ciao damerino..".
Harry lesse la lettera tutta d'un fiato, ed arrivò alla fine accorgendosi di non aver capito nulla; così, riprese la lettura dal principio, e con più calma:
"Ciao damerino...
Il mio avvocato (mi fa sentire un riccone come te, questa frase) é riuscito ad ottenere due cose: la prima, é il permesso di scrivere ed ottenere visite.. Niall é stato qui ieri ed é scoppiato a piangere, sembrava un bimbo! La seconda cosa, é un processo.
A quanto pare, ha messo giù tre o quattro parole ed ha detto che non possono tenermi dentro senza prove certe del mio crimine, visto che secondo i poliziotti ti ho pestato a sangue; ah si, mi sta aiutando lui a scrivere, l'avvocato intendo.. Lo sai che sono mezzo analfabeta, ma nella noia del carcere sto pian piano imparando a leggere e scrivere molto meglio.
Comunque, se ti dovessero chiamare a testimoniare s tu dovessi avere ancora qualche segno sul collo, per favore specifica che sono succhiotti e non segni di tentato strangolamento.
Mi manchi, damerino.
Ti amo.
Louis".
Harry si accorse di star piangendo, ma non sapeva nemmeno lui se fossero lacrime di gioia, di tristezza o di paura. L'unica cosa di cui era certo, era che Louis sarebbe uscito da quel posto, e lui sarebbe stato la ad aspettarlo.
*
Un ragazzo alto, ben pettinato e con una valigetta stretta saldamente nella mano destra si fermò davanti al gabbiotto della guardia, che lo osservò scettico: nessun ragazzotto si presentava li vestito in giacca e cravatta, ne tantomeno così pulito; l'uomo si raddrizzò sulla sedia e si avvicinò alla fessura nel vetro:"Desidera?" "Sono l'avvocato di uno dei detenuti, Louis, il numero...-si fermò un attimo, estrasse il telefono, smanettò un secondo e sorrise sofdisfatto- 2805" disse, riponendo poi il cellulare nel taschino interno della giacca.
La guardia si fece dire nome e cognome, poi si fece passare la sua carta d'identità e gli diede in cambio un lasciapassare, che il ragazzo si appuntò sulla giacca.
Alcuni minuti e parecchi controlli della sicurezza dopo, il ragazzo entrò nella piccola stanza per le visite, si sedette, estrasse i fogli dalla sua valigetta e li dispose ordinatamente sul tavolo, aspettando l'arrivo del suo interlocutore.
Poco dopo, Louis fece il suo ingresso nella stanza e si buttò senza troppi complimenti sulla sedia sistemata dal lato opposto rispetto a quello a cui sedeva il ragazzo, e sbadigliò:"Allora, esco o no?" "Non ancora, con calma..." Louis sbuffò e alzò gli occhi al cielo:"E allora cosa mi hai fatto chiamare a fare? Stavo dormendo!" Il ragazzo gli passò un foglio, che Louis lesse lentamente:"Troppe parole difficili, fammi un riassunto" "Dice che -disse lui, riprendendo il foglio e mettendolo insieme agli altri- andrai a processo, quindi ringraziami" Louis borbottò un:"Grazie" e poi si allungò sulla sedia, mentre il ragazzo riprese a parlare:"Ma abbiamo un problema: io sono un avvocato alle prime armi, mentre l'avvocato degli Styles é una specie di veterano della legge... Lavora nello studio di mio padre, ha alle spalle miliardi di processi vinti -disse passandogli altri fogli, che Louis guardò solo di sfuggita- e molti di essi sembravano persi in partenza." "Quindi mi stai dicendo che morirò qua dentro?" Sbottò Louis, incrociando le braccia sul petto. Il ragazzo si sistemò il nodo della cravatta e scosse la testa:"Sto dicendo che noi abbiamo una sola possibilità, Louis" "Ovvero?" Chiese lui, sistemandosi sulla sedia:"Ovvero, che Harry si decida a tornare in Inghilterra e abbia il coraggio di testimoniare contro suo padre".
*
Elisabeth si svegliò di soprassalto, e ci mise un paio di minuti per capire che non era più bloccata nell'incubo che stava facendo, ma si trovava nella vita reale; non era sicura che fosse tanto meglio, ma almeno sapeva che in quella vita aveva Niall, o almeno per ora. Non aveva ancora detto a nessuno del bambino: i suoi genitori avrebbero pensato che fosse di George, che però avrebbe subito capito che qualcosa non andava, visto che Elisabeth non si faceva toccare da lui nemmeno quando dormiva; se l'avesse detto a Niall, poi, era sicura che sarebbe andato nel panico totale, e le sembrava già abbastanza preoccupato per Louis. Aveva valutato tutte le opzioni, ed era arrivata alla conclusione che non appena il bambino sarebbe cresciuto quel tanto che bastava affinché nemmeno il medico più corrotto d'Inghilterra accettasse di farla abortire, e poi l'avrebbe detto ai suoi; avrebbe lasciato quel cretino montato che suo padre le aveva rifilato, avrebbe risolto la questione "Louis" ed avrebbe detto a Niall del bambino; avrebbe aiutato i ragazzi a trovarsi un ingaggio come duo, e sicuramente Harry sarebbe tornato dall'Irlanda insieme ai genitori di Niall.
La ragazza sospirò e si passò una mano sul ventre ancora troppo piatto per far pensare ad una gravidanza, e richiude gli occhi: l'unica cosa di cui era certa, era che quel bambino, o bambina, sarebbe venuto al mondo.
*
"Ho detto che gente come voi qua dentro non la voglio vedere! Avete deviato mio figlio!". Queste parole continuavano a rimbombare nella testa di Liam, e ancora non era riuscito a realizzare che era stato il padre di Harry a pronunciarle.
Il ragazzo si girò nel letto e trovò Zayn intento a fissarlo, arrossì ed abbassò lo sguardo:"Ancora non dormi, Lee?" Chiese il moro, accarezzandogli i capelli; in risposta, lui scosse la testa e:"Noi siamo sbagliati, Zay?" Chiese con la voce ridotta ad un sussurro. Zayn inarcò le sopracciglia e si sollevò sui gomiti, guardando il ragazzo:"Stai ancora pensando a quello che ha detto il padre di Harry, mh? É psicopatico, non ascoltarlo" disse alzando le spalle e ributtandosi nel letto.
Liam si strinse a lui e sospirò:"Hai sentito Harry?" Zayn annuì, poi gli sollevò il viso e lo baciò:"Tornerà presto.. Ma ora dormi, Lee" disse sulle sue labbra, ma il ragazzo scosse la testa, si girò nel letto e lo tirò su di se:"Non ho sonno, sai? Nemmeno un po'" sussurrò, per poi guardarlo dritto negli occhi. Zayn si chiese quale entità misteriosa fosse intervenuta per far prendere a Liam l'iniziativa, la ringraziò tacitamente ed incominciò a baciare il suo ragazzo; Liam sorrise sulle sue labbra, il corpo attaccato a quello del moro, la mente intenta a vagare su mille progetti.
*
Harry sentì la musichetta di Skype partire, e si fiondò alla scrivania; non appena accettò la chiamata, vide la faccia di Louis apparirgli sullo schermo, si mise le mani sulla bocca e trattenne il fiato:"Ehi damerino, ti è arrivata la mia lettera?" Chiese sorridendo, e Harry si limitò ad annuire:"Non fare quella faccia, dai! Si chiama.. Libertà vigilata, credo.. In realtà posso stare fuori qualche ora al giorno e solo con il mio avvocato.. Per fortuna è simpatico" disse ridacchiando ed indicando il ragazzo alle sue spalle. Harry annuì di nuovo, poi riuscì a parlare:"Mi... Mi manchi" sussurrò, e Louis annuì:"Anche tu... E segnatelo bene, perché non me lo sentirai dire mai più!" Disse facendo una smorfia, poi l'avvocato avanzò verso il computer:"Harry, l'udienza sarà tra due settimane... Pensi di riuscire ad esserci? Sei il testimone chiave, lo sai?" Harry sospirò e annuì:"Dovrei farcela, si... Starò da qualcuno, é meglio che mio padre non mi veda..." "Tu padre sarà anche lui al processo" disse svelto il ragazzo, ed Harry sbiancò: suo padre sarebbe stato li, con quello squalo del loro avvocato, che probabilmente si sarebbe mangiato il novellino che difendeva Louis; il riccio guardò Louis dallo schermo, che gli sorrise:"Ti aspetto tra due settimane, damerino -sussurrò, mettendo la mano vicino alla webcam- ti amo" "ti amo anche io" disse piano Harry, facendo combaciare la mano con la sua, poi la chiamata si spense.
Harry si lanciò dall'altro capo della stanza e spalancò l'armadio, iniziando a tirar fuori i vestiti e a buttarli nella valigia aperta ai piedi del letto: senza la sua testimonianza, Louis era un ragazzo condannato; conosceva l'avvocato, aveva già difeso più volte i suoi genitori, ed anche quando sembrava palese una sconfitta, riusciva sempre a vincere; se quel bastardo si fosse battuto per la colpevolezza di Louis, di sicuro l'avrebbe sbattuto a marcire in cella per il resto dei suoi giorni, ma l'ipotetica vittima del pestaggio si fosse presentata viva, vegeta ed innamorata all'interno di quell'aula, ed avesse testimoniato che l'unica violenza che subiva da Louis erano i succhiotti e il male al fondoschiena, sarebbe riuscito a salvarlo.
Il ragazzo si buttò sul letto e fissò il soffitto, cercando di trovare un modo per prenotare un aereo senza che suo padre, che controllava la sua carta di credito, lo scoprisse.
*
"É una rottura di palle, ecco cos'è!" Disse Niall sbuffando e camminando rapidamente; al suo fianco, Elisabeth cercava di seguire la sua andatura, tenendo istintivamente una mano sulla pancia:"Ni, che possiamo farci? Vedrai che si sistemerà tutto" "Tutto? Scherzi, vero? L'hai sentito il tuo amichetto li, l'avvocato degli Styles é un cazzo di lupo, squalo, camaleonte assassino o come cazzo l'ha chiamato!-Disse lui, per poi sbuffare di nuovo e fermarsi all'angolo della via- hai parlato con i tuoi?" Chiese, cambiando completamente argomento e spiazzando Elisabeth, che ci mise un paio di secondi prima di rispondere:"Ci parlerò oggi, tranquillo..." "Lo dici ogni giorno" borbottò Niall, incrociando le braccia.
La ragazza sospirò e gli prese il viso tra le mani:"Devo lasciare coso, ma mio padre ancora non lo sa... Oggi glielo dirò e.. E non so come reagirà" disse guardandolo negli occhi, per poi baciarlo dolcemente:"Ci vediamo domani, ok?" Chiese, e lui annuì; la ragazza si allontanò, ma Niall spiccò una piccola corsa e la raggiunse:"Ehi... Ti amo" disse sorridendo:"Anche io, Ni" rispose lei, per poi baciarlo di nuovo e tornare a camminare verso casa.
Quando Elisabeth arrivò nel salotto, respirò a fondo e si avvicinò alla poltrona di suo padre:"Papà... Devo dirti una cosa" disse cercando di rimanere calma, e si stupì parecchio quando suo padre alzò lo sguardo dal cellulare e le sorrise:"Oh tesoro, so già tutto, non preoccuparti!"; sapeva tutto... E sorrideva così? Qualcosa non andava, ne era certa:"Tutto... Tutto cosa?" Chiese lei, mordendosi nervosamente il labbro inferiore:"Tutto sul matrimonio, ovvio!" Disse allegro; Elisabeth indietreggiò, boccheggiando leggermente, poi esibì un minuscolo sorriso, voltò le spalle a suo padre e corse in camera. Appena si chiuse la porta alle spalle scoppiò a piangere, prese il telefono e compose il numero di quel coglione di George; dopo solo due squilli, il ragazzo rispose:"Piccola!" "Piccola UN CAZZO! -gridò lei singhiozzando- che cosa ti è venuto in mente, eh? Che cazzo stai facendo?" Dall'altro capo del telefono si sentì una risata:"Come, non sei felice che ci sposiamo?" "Felice? FELICE?! Tu mi fai schifo, io non voglio nemmeno guardarti da lontano!" Disse Elisabeth con voce acuta, ed il ragazzo si fece improvvisamente serio:"Giusto, tu preferisci i ragazzi biondi e poveri, vero?" Sussurrò, e la ragazza boccheggiò:"Tu come... Cosa..." "Ooh ma dai, El, pensavi davvero che non l'avrei scoperto? Ma non preoccuparti, non dirò nulla ai tuoi.. E crescerò quel figlio come se fosse mio" concluse con noncuranza, ed Elisabeth sgranò gli occhi, ma prima che potesse rispondere, il ragazzo riprese a parlare:"Ho trovato il test, Elisabeth, avresti dovuto nasconderlo molto meglio... Beh, ora ho una partita di golf, ci vediamo per decidere i particolari" disse ridendo, e chiuse la chiamata.
Elisabeth lanciò via il telefono, singhiozzando: doveva dire a Niall del bambino e scappare da li prima che fosse troppo tardi.
*
Liam strinse forte la mano a Zayn, e lo tirò nel parco, tra gli alberi, fino ad un punto isolato: si vedeva un piccolo laghetto da li: Londra non era certamente conosciuta per il caldo, ma il pallido sole di giugno illuminava la superficie dell'acqua, facendola risplendere; Liam tolse la benda dagli occhi del ragazzo, che si guardò intorno confuso:"Che cosa.. Perché siamo qui?" "Perché é un posto carino" disse Liam sorridendo, poi tirò Zayn vicino all'acqua:"Ti devo dire una cosa, Zaynie..." Disse il ragazzo, mordendosi il labbro inferiore; il moro gli sorrise e fece un cenno con la testa:"Prego, mi dica".
Liam prese un respiro profondo:"So che stiamo insieme da pochi mesi, ma io sono innamorato di te da anni, Zayn, di ogni cosa di te... Del tuo sorriso, della tua voce, della tua risata.. Del modo in cui cammini, dal tuo essere sempre alla ricerca di qualcosa, e dal tuo essere misterioso. Sei il ragazzo più bello che abbia mai visto, e sono stato così stupido da lasciarti andare via da me. Ma ora ti ho qui con me, e ti amo, ti amo come ho sempre fatto e come continuerò a fare per tutta la vita, se tu me lo concederai -disse, osservando gli occhi di Zayn diventare sempre più lucidi, poi si inginocchiò ed aprì una scatoletta, tendendo,a verso il ragazzo- e volevo chiederti, Zayn Jawaad Malik, se mi concederai l'onore di essere mio per sempre" disse sorridendo. Zayn sgranò gli occhi un paio di volte, aprì e chiuse la bocca e poi capì che quel ragazzo, il ragazzo che tanto amava, gli stava chiedendo di diventare il suo fidanzato e di sposarlo un giorno, magari un giorno neanche troppo lontano; il moro annuì, sentendo le lacrime di gioia che gli rigavano le guance: solo a quel punto Liam si rialzò, gli mise l'anello e gli gettò le braccia al collo, baciando tra le lacrime l'amore della sua vita.
Angolo autrice:
Ecco qui il capitolo, incolpate i dannati esami per il ritardo!
Vi consiglio di andare a leggere la ff di una mia amica (diciannovequattro, "Modulo 4043"), la trovate a questo link: http://www.wattpad.com/story/30936943-modulo-4043
Grazie a tutti, come sempre!Lils
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Different worlds || Larry Stylinson
SonstigesLondra, anno 2014. Due quartieri diversi, opposti, divieto assoluto di mischiarsi. E se nonostante tutto la vita avesse in serbo un destino diverso da quello che i genitori vogliono per te? Saresti pronto ad accettarlo?