Capitolo 24

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??:-Shoto svegliati, ti prego mi stai facendo preoccupare.- mi svegliai con la voce di Izuku, che nel frattempo mi  stringeva la mano. Aprii lentamente gli occhi ritrovandomi il mio ragazzo davanti con uno sguardo spaventato.
-Buongiorno…- sussurrai con la voce ancora impastata dal sonno .
Izuku:-Tutto bene amore?-
-Sì, tutto bene…perché?-
Izuku:-Mi ha chiamato Fuyumi tutta preoccupata perché piangevi nel sonno, poi sono arrivato e altro che piangere, stavi cercando di creare l’oceano qui dentro praticamente. E avevi anche il viso contorto, sembrava avessi paura di qualcosa.-
-Seriamente?-
Izuku:-Noooo, mi sono inventato tutto. Ma secondo te?- chiese con tono sarcastico.
-Vabbè comunque sarà stato un incubo. Ah, a proposito di incubi, dopo dobbiamo parlare.- lo avvisai alzandomi  dal letto per poi sedermi su una sedia.
Izuku:-Sì ok, ma adesso stai bene? È tutto apposto?-
-Sì sto bene. Fuyumi?-
Izuku:-In bagno.-
Continuammo a parlare di cose insignificanti e nel mentre, Fuyumi tornò in camera e arrivò anche Natsu. Chiacchierammo per altri venti muniti, ma poi una persona indesiderata si presentò per fare visita a Fuyumi. Io l’avevo detto che sarebbe tornato…sì, era proprio lui Kato, quel grandissimo pezzo di merda. Come praticamente ogni volta che lo vedevo, delle piccole fiamme comparvero sul mio  lato sinistro. Ho capito che mi succede quando sono particolarmente arrabbiato e non riesco a trattenermi.
Izuku:-Calmati, adesso lo mandiamo via.- sussurrò Izuku a Fuyumi che aveva paura.
Natsu:-Forse ieri non mi sono spiegato, non ti avvicinare mai più a lei.- urlò Natsu rivolgendosi a qualsiasi cosa fosse l’essere che era appena entrato.
Kato:-Forza Fuyumi andiamo, ho firmato i documenti per la dimissione dall’ospedale.- pronunciò guardando negli occhi Fuyumi e fregandosi di quello che aveva appena detto Natasu.
Fuyumi:-I-io…n-non…v-vengo c-con…te.- Ero fiero di Fuyumi, si stava finalmente opponendo. Non lo aveva mai fatto con nessuno, aveva sempre ubbidito senza protestare, in ogni occasione.
Kato:-Tu hai bisogno di me. Ti ricordi quando mi hai raccontato cosa hai provato dopo il primo bacio? O cosa è successo dopo esserci detti per la prima volta “ti amo”? Siamo fatti per stare insieme.-
Fuyumi:-E invece tu te lo ricordi quando mi hai detto di abortire!? O quando mi hai picchiata per la prima volta mentre io ti pregavo di smettere!? Io pensavo di essere sola e  per questo non mi sono mai opposta, ma adesso ho capito che non è così. Non sono sola, non ho bisogno di te e non voglio vederti mai più.- Il suo tono era deciso in contrapposizione alle lacrime che solcavano il suo viso. Kato rimase lì immobile, non se l’aspettava quella reazione da parte da sua. D'altronde anche io ero rimasto scioccato, però positivamente.
-Ma non l’hai sentita? È stata molto chiara, non ti vuole vedere più, hai perso la tua occasione. Hai abbastanza cervello per capire che hai fatto una grande figura di merda e che è il momento di andarsene? Vai via.-E fu così che quella cacca vivente (per non dire un’altra parola) uscì dalla porta e dalle nostre vite. Dato che i documenti per le dimissioni di Fuyumi  erano già stati firmati, ci preparammo e uscimmo dall’ospedale per poi salire in macchina ed intraprendere il breve tragitto per tornare a casa.
-Ci dobbiamo organizzare per i turni.-
Natsu:-Si, a proposito c’è un problema.-
-Che sarebbe?-
Natsu:-Questo semestre all’università le lezioni si terranno solo di mattina.-
-Che sfiga…e adesso come facciamo? Noi due andiamo a scuola e tu hai lezione, fantastico.-
Fuyumi:-Ragazzi credo di saper stare sei ora da sola.-
Natsu:-Ma te lo scordi con una gravidanza a rischio. Tu non hai capito, non ti muoverai di un millimetro dal letto in questi ultimi mesi.-
-E se la portassimo da mamma di mattina?-
Natsu:-Sì certo così se succedesse qualcosa sarebbe rinchiusa in una stanza insonorizzata. Tu sì che sei un genio.- disse ironicamente.
-Sì hai ragione, scusa.-
Izuku:-Scusate se mi intrometto, ma mia madre è un infermiera e dal lunedì al venerdì ha il turno serale al lavoro. A lei non dispiacerebbe darci una mano, dato che sta ancora cercando di farvi un regalo per ringraziarvi di quello che avete fatto per me quando non c’era.-
-Ma non le avevo già detto che non c’era bisogno?-
Izuku:-Nessuno è mai riuscito a farle cambiare idea su niente, neanche mio padre.- Sull’argomento “papà” Izuku era migliorato notevolmente. Adesso la data del nostro mesiversario, non coincideva più con quella del mesiversario della morte di suo padre, ma lui ha voluto “imparare ad essere forte” almeno così diceva. Era comunque una data importante per noi, poichè era anche quella del nostro primo bacio, quindi quel giorno di ogni mese uscivamo comunque. In sintesi era solo una scusa per scambiarsi  regali e stare un po’ da soli.
Natsu:-Vabbè perché non le parliamo? La facciamo conoscere a Fuyumi, magari che ne so la invitiamo a cena domani dato che è sabato. Ci parli tu Izuku?-
Izuku:-Sì certo.-
Pochi secondi dopo arrivammo a casa, Fuyumi andò a letto come concordato, Natsu restò a casa con lei, mentre io e Izuku andammo a fare una passeggiata. Tra il ritiro nei boschi e la questione di Fuyumi, non c’erano state molte occasioni per stare da soli ultimamente.
Izuku:-Allora, di cosa mi vuoi parlare?- chiese mentre camminavamo mano nella mano.
-Come?-
Izuku:-Mi hai chiesto di uscire da soli e stamattina eri strano e hai detto “Ah, a proposito di incubi, dopo dobbiamo parlare”.-
-Non mi serve un motivo in particolare per uscire con il mio ragazzo.- Izuku a quella affermazione si fermò, si mise davanti a me e mi prese entrambe le mani.
Izuku:-E’ evidente che c’è qualcosa che non va, qualcosa che ti preoccupa. Per favore parlamene, non ce la faccio a vederti così. Quando ho avuto bisogno di te, c’eri e adesso è arrivato il momento in cui sia io a supportarti.-
-E’ solo che…niente lascia stare, sto bene.-
Izuku:-Ti prego…-
-Bhe io…ho degli incubi quando dormo da solo e dovrei andare avanti, ma prima promettimi di non arrabbiarti.-
Izuku:-Dipende, cosa hai fatto?-
-Io potrei aver comprato delle lamette per il rasoio qualche mese fa, anche se a me non cresce la barba.-
Izuku:-Che cosa!? E le hai usate?- chiese con fare preoccupato.
-No, Fuyumi me le ha buttate prima che potessi anche solo pensarci... Sei arrabbiato?-Io abbassai il capo e lo sguardo verso la strada, avevo paura della risposta. Izuku mi prese il mento e lo sollevò con l’indice e il pollice.
Izuku:-Non potrei mai arrabbiarmi perché stai male, sono solo spaventato. Questo c’entra col fatto che oggi stavi piangendo nel sonno?-
-Non lo so, probabilmente.-
Izuku:-Shoto io ti voglio aiutare, ma mi devi dire la verità. Per favore.-
-Ok sì, questo c’entra.-
Izuku:-E mi vuoi raccontare cosa hai sognato?-
-Sì però prima andiamo lì.- dissi indicando una panchina sui cui poi ci sedemmo. O meglio, Izuku si sedette mentre io mi stesi poggiando la testa sulle sue gambe.
-Io…hanno arrestato Toya al ritiro nei boschi. Vorrei andarlo a trovare ma la cosa mi turba. È solo che mi ha ferito in passato e non  voglio che accada di nuovo. Nel sogno invece accadeva e io…- No riuscivo a continuare, sapevo che se avessi aperto bocca, sarei scoppiato in lacrime.
Izuku:-Lo sai che non devi tenerti tutto dentro? Se vuoi piangere fallo, io di certo non ti giudicherò. Non ti sentire in gabbia quando sei con me. Mostra i tuoi sentimenti, le tue paure. Tutti si aspettano tanto da te, quindi pensi che i sentimenti debbano essere repressi, perché certe volte ci fanno sbagliare e tu non puoi. Ma sei solo un umano, una comunissima persona. Nessuno è perfetto e tutti soffrono per qualcosa, ma se scegli di ignorare questa sofferenza, non sparirà da sola. Sì forse per qualche mese non l’avrai più fra i piedi, ma prima o poi, tornerà a bussare alla tua porta.- Mi sentivo in un certo senso sollevato. Nessuno mi aveva mai detto una cosa del genere. Mi alzai, mi misi a sedere e lui mi abbracciò facendomi posare la testa sul suo petto. A quel contatto scoppiai. Izuku aveva ragione, i sentimenti li puoi accantonare, ma non eliminare.
Izuku:-Shhhhh, va tutto bene. Ci sono io adesso e affronteremo tutto questo insieme. Non ti lascio solo.- mi rassicurò mentre mi abbracciava e mi accarezzava il capo. Io invece mi tenevo stretto a lui e mi aggrappavo alla sua felpa.
Izuku:- Troveremo un modo per aiutarti, magari incontrare tuo fratello potrebbe servire. Però innanzitutto possiamo tornare a dormire insieme così almeno riposi, che ne dici? Ti va di sopportarmi anche di notte?-
Io alzai la testa e lo baciai.
Izuku:-Lo prendo per un sì.-
-Ti amo.-
Izuku:-Ti amo. Adesso andiamo ti riaccompagno a casa.-
-Cosa? Perché?-
Izuku:-Perché io devo andare a casa a preparare lo zaino per dormire da te stasera e non voglio lasciarti qui da solo.-   Detto questo mi lasciò a casa e tornò dopo due ore. Annunciò che sua madre aveva accettato l’invito per la sera seguente e che sarebbe stata felice di aiutarci. Il resto della sera trascorse tranquillo e verso mezzanotte andammo a dormire. Quella notte caddi in un sonno profondo tra le braccia del mio ragazzo. Mi abbracciò per tutto il tempo, come se avesse paura che potessi andarmene da un momento all’altro.
-Ti amo broccolo vivente.- dissi prima che potessi addormentarmi.
Izuku:-Ti amo polaretto.- ribattè lui.

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