Mio padre sarebbe arrivato alle 10:00, quindi Izuku venne a casa mia alle 9:30. Mia madre era agitatissima e per calmarsi teneva Haruki imbraccio. Non capivo come questo potesse aiutarla ma contenta lei… Toya arrivò verso le 9:40, si può dire che Fuyumi stesse dormendo in piedi, perché Haruki l’aveva tenuta sveglia tutta la notte. Natsu, invece, era tranquillo, forse l’unico in quella casa perché anche io ero molto agitato. Non volevo che mia madre stesse di nuovo male per colpa sua. Il dottore che ha seguito il suo caso per tutti i dieci anni, aveva detto che in teoria sarebbe dovuta essere pronta ad incontrarlo, ma la teoria è sempre diversa dalla pratica. Speravo veramente che quella fosse l’eccezione che conferma la regola, non volevo che finisse di nuovo in ospedale, soprattutto adesso che c’era Haruki e che Toya era tornato. Sarebbe stato un duro colpo per tutti noi. Io poi chissà per quanto tempo non avrei potuto vederla. In questi dieci anni, io non la sono andata a trovare, non perché non volessi, ma perché vedermi la turbava. Il mio lato sinistro le ricordava troppo mio padre. Ero a dir poco terrorizzato all’idea di passare altri dieci anni senza di lei e questa cosa non passò inosservata agli occhi di Izuku che venne da me per rassicurarmi.
Izuku:-Shoto calmati, andrà tutto bene. Guarda che non è troppo tardi per cambiare idea, non è ancora arrivato. Io posso aspettare, non importa.-
-Non è presentarti che mi preoccupa, né la sua reazione ma che faccia di nuovo del male a mia madre, che la spaventi, che lei perda il controllo e che torni in quell’ospedale psichiatrico. Poi chissà dopo quanto tempo potrei rivederla.-
Izuku:-Lo so, appunto per questo ti dico che non è tardi per cambiare idea. Se pensi che facendo outing lui possa dare inizio a questa serie di eventi, che porterebbero poi a far stare male tutti, allora non farlo. Posso ancora andare via. Per me una scelta vale l’altra, ti starò accanto comunque.- Stavo quasi per cambiare idea, quando bussarono alla porta, era arrivato. Che tempismo…
-Ti amo.- dissi per poi baciarlo come se fosse l’ultima volta, come se avessi paura di perderlo.
Izuku:-Andrà tutto bene, abbiamo affrontato situazioni peggiori di questa.-
Andammo all’ingresso come tutti gli altri e Fuyumi aprì la porta rivelando la figura di mio padre. Alto, muscoloso (anche troppo a parere mio), occhi azzurri e capelli rossi. Avete presente il mio lato sinistro? Ecco, allargatelo, raddoppiatelo, toglietegli la cicatrice, imbruttitelo parecchio e avrete ottenuto mio padre.
Endeavour:-Ciao.- salutò osservandoci tutti.
Endeavour:-Vedo visi nuovi.- affermò avvicinandosi ad Izuku. Io mi sarei aspettato che andasse da Toya, da Haruki, o da mia madre dato che non la vedeva da dieci anni, ma no, lui andò da Izuku. “Che gran nonno” pensai in quel momento visto che aveva totalmente ignorato suo nipote. Anzi mi correggo, mio nipote, lui non merita di essere chiamato nonno.
Edeavour:-E tu chi sei?- chiese al mio ragazzo.
Izuku:-Midoriya Izuku, molto piacere.- si presentò porgendogli la mano. Lui non la strinse, sempre molto educato.
Endeavour:-Io ti ho già visto, tu sei quello che ha combattuto contro Shoto al festival sportivo. Hai un quirk molto simile a quello di All Might, Shoto si dovrà impegnare molto per batterti. Cosa ci fai qui?-
Izuku:-I-io…e-ecco…-
-Lui è il mio ragazzo.- affermai quasi urlando. Il suo sguardo si spostò da Izuku a me, mi guardava a dir poco schifato. Non mi ero neanche accorto di cosa stesse succedendo, di cosa avessi appena fatto. Il cuore mi batteva molto forte. Vedevo con la punta dell’occhio Fuyumi sostenere mia madre che era sbiancata. Aveva così tanta paura della reazione che lui potesse avere, che le gambe le cedettero. Fuyumi fece appena in tempo a prendere Haruki prima della caduta di mia madre. Il tempo sembrava andare a rallentatore, riprese il suo ritmo naturale solo con l’urlo di Fuyumi.
Fuyumi:-MAMMA!-
Endeavour:-Mio figlio non solo è gay, ma sta anche con il ragazzo che dovrebbe battere e schiacciare come un moscerino. Sta con il suo nemico. Mi fai schifo.- disse guardandomi negli occhi prima che andasse via. Non era andata benissimo, ma non aveva urlato o dato di matto almeno. Comunque l’importante in quel momento non era quello, piuttosto mia madre che era praticamente svenuta. Si erano tutti accerchiati attorno a lei, tranne mio padre che se ne era andato.
Natsu:-Ragazzi facciamola respirare, non vi ammassate tutti intorno a lei.-
Nel frattempo Haruki si era anche messo a piangere e Fuyumi e Izuku l’avevano quindi portato a fuori a fare un giro in carrozzino. Io presi in braccio mia madre e la portai sul divano. Toya andò a prenderle dell’acqua, Natsu le teneva le gambe in alto mentre io le tenevo la mano e con l’altra le passavo la pezza bagnata sulla fronte. Ovviamente quel cazzone di mio padre, osservava in modo disgustato la scena immobile con le braccia conserte. Cercai di alzarmi perché in quel momento la voglia di spaccargli la faccia era immensa, ma la mano di mia madre mi fermò.
Rei:-Non ne vale la pena.- Sussurrò con il filo di voce che le era rimasto. Dopo mezz’ora forse, avevo decisamente perso la cognizione del tempo, mia madre riuscì a calmarsi e quel lurido bastardo andò via. Lei volle stare da sola, anche se era una scusa perché, qualche minuto dopo, quando andai a prendere dell’acqua dalla cucina, la sentii parlare con mio padre e dopo essermi nascosto, li guardai da lontano discutere.
Rei:-Enji io voglio il divorzio.-
Endeavour:-Tu vuoi cosa? Ti rendi conto che io sono un personaggio pubblico? Se divorziamo la stampa lo verrà a sapere, indagheranno e scopriranno tutto quello che con uno sforzo immenso, ho tenuto nascosto per dieci anni. Dopodichè la mia immagine sarebbe rovinata e la mia carriera finita, quindi no, non divorzieremo.-
Rei:-T-ti…p-rego…n-non…r-riesco…p-più…a-a…v-vivere…c-così…-
Endeavour:-Ascolta, o vivi secondo le mie regole, o ti rispedisco in quell’ospedale psichiatrico. Vuoi farti altri dieci anni lì senza i tuoi figli e tuo nipote?- Che uomo orribile che era, mi vergognavo anche solo ad ammettere che ero suo figlio. Inizialmente decisi di non intervenire, ne avrei parlato con mia madre, quando lui fosse andato via una settimana dopo, ma poi qualcosa mi fece cambiare idea.
Rei:-Io sono sempre stata alle tue regole, perché la mia famiglia mi ha praticamente venduta a te, ma adesso non credi che meriti anch’io un po’ di felicita? Sono 24 anni che soffro, ti prego. Io prima ti amavo, anzi ci amavamo ma poi sei cambiato, sei diventato violento e ho smesso.-
Endeavour:-Secondo te perché ti picchiavo? Ti sei sempre messa in mezzo, volevi proteggere i tuoi figli e così facendo avresti rovinato tutti i miei piani, ma non permetterò che succeda di nuovo. Sei arrivata già una volta al limite, non sarà difficile farti impazzire di nuovo e ricoverarti di nuovo in quell’ospedale.- la minacciò avvicinandosi a lei per poi darle uno schiaffo che però non arrivò a destinazione, perché prima che potesse anche solo toccare la guancia di mia madre, fu fermato da me.
-Non esiste solo lei, se non le concederai il divorzio a rivelare tutto quello che hai fatto sarò io, se ti libererai di me, ci sarà Natsu, poi Fuyumi, Toya, Izuku…Nel frattempo Haruki crescerà, saprà cosa hai fatto e questo giro non si fermerà mai. Quello che ti ha permesso di manipolarci fino a poco tempo fa è stata la nostra lontananza dato che sei riuscito a dividerci, ma ti assicuro che adesso siamo più uniti che mai. Prova a toccarla di nuovo e ti prometto che avrai i giorni contati. Ah e ovviamente divorzierete.- dissi per poi lasciargli il braccio che avevo precedentemente bloccato. Allontanai mia madre da lui che, dopo quasi un anno, cedette e le concesse il divorzio. Dato che io ero ancora minorenne, mia madre riuscì ad ottenere la mia custodia esclusiva e a restare nella casa coniugale. Inoltre mio padre doveva pagare gli alimenti e mantenermi, in sintesi lo avevamo spulciato. Nel frattempo, Fuyumi tornò ad insegnare. Haruki cresceva molto in fretta, disse “zio”, la sua prima parola ad un anno a me. Fuyumi era la persona più invidiosa dell’universo perché lei avrebbe voluto che fosse “mamma” la sua prima parola. Natsu era andato a convivere con la ragazza americana, si chiamava Kate, che trovò un modo per non partire. Ero molto felice, perché Natsu a quindici anni si era fidanzato con una ragazza di nome Izumi. Un giorno però, durante un appuntamento, lei ebbe un forte dolore di pancia tanto che le fece perdere i sensi. Natsu chiamò i genitori e insieme la portarono in ospedale. Lì scoprirono che aveva un cancro all’intestino in stadio avanzato, le proposero la chemio per rallentare il processo che l’avrebbe poi portata alla morte, perché il cancro era troppo espanso, operarla non sarebbe stato possibile. Lei, capendo che aveva poco tempo,si rifiutò. Diceva che preferiva passare il residuo della sua vita a divertirsi con Natsu e non in ospedale. Natsu si trasferì a casa sua e dopo sei mesi lei morì durante la notte tra le sue braccia. Dopo la sua morte, mio fratello cadde in depressione per quasi un anno e non frequentò più nessuno. Quindi mi rese felice vederlo di nuovo innamorato. La relazione tra me ed Izuku andava benissimo, stavamo insieme da ormai un anno e mezzo, quasi due ed era come se convivessimo. Lui dormiva da me per tutti i giorni infrasettimanali, mentre io stavo da lui per il weekend. Andava tutto benissimo anche con la scuola, Izuku aveva passato l’esame per la licenza temporanea da eroe, mentre io lo avevo fallito, ma stavo frequentando dei corsi di recupero per ottenerla. Il secondo anno quindi procedeva bene ed Izuku aveva anche iniziato un tirocinio presso un’agenzia di eroi. Era riuscito ad ottenerlo grazie all’aiuto di Mirio, uno dei big three della Youei. Per quanto riguarda l’ambito sociale, uscivamo praticamente ogni sera con Kirishima, Bakugou, che stavano insieme, Uraraka, Iida, Tsuyu, Momo e Jirou. Insomma tutto sembrava aver preso una svolta positiva.
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~I love you...forever ~
RomanceÈ la mia prima storia quindi per favore ditemi se è troppo cringe. Le cavie di questo "esperimento" sono state la mia migliore amica e mia sorella e a loro piace, adesso non so a voi. Ho deciso prima di finirla e poi di pubblicarla perché personalme...