«Quanto saremmo disposti a spingerci per conseguire il nostro ideale di giustizia?» dico, guardando il mio avversario dall'altro capo del tavolo. La sua espressione è confusa, ancora più accigliata nel sentirmi proferire parola: gronda a goccioloni il sudore lungo la sua fronte, le sue labbra tremano e a intermittenza si aprono e si chiudono. Forse sta provando a parlare, forse cerca solo un po' di pietà. Muovo il cavallo sulla casa nera e3, approssimativamente al centro della scacchiera. L'avversario allontana la pedina del Re, verso l'angolo alla sua destra. Osservo fugacemente le pedine che ho catturato: tutte meno che il Re. Guarda le pedine che l'avversario ha catturato: stessa cosa. Un netto pareggio. Tuttavia, è stata una mia concessione quella di portarci allo spareggio: voglio vedere come reagisce. Ho intenzione di studiare affondo le sue tecniche di attacco e i suoi ragionamenti, portandolo allo stremo. Possiede ancora un cavallo, come me, nonostante io non abbia intenzione di usarlo per fare subito scaccomatto: per una serie di mosse potrebbe anche portare allo scacco matto.
«Perché lo fai? Perché!?» mi guarda: i suoi occhi intorpiditi e usurati dalla fatica e dalla pressione gridano aiuto. È allo stremo.
«Fare cosa?»
«Parli di argomenti senza un minimo senso, catturi tutti le mie pedine e improvvisamente capita un errore che ti porta a perderne altrettante! Non può essere un caso.»
Un sorrisetto mi coglie impreparato, lasciando il mio viso compiaciuto narrare la mia estasi. Mi guardo attorno, gli occhi sono puntati sulla delirante scena di un giocatore ormai rassegnato; deglutisco, l'attenzione mi mette adrenalina.
«Stai dicendo che io ti sto lasciando vincere? E perché mai lo farei? Sono solo un ragazzo che vuole giocare e soprattutto vincere.»
La sua attenzione ai dettagli è spaventosa, non c'è che dire! Sì è accorto della mia tecnica: manipolo le persone a credere di avere la situazione in pugno, ma quando queste si distraggono, li colgo di sorpresa facendo scacco matto.
«In questi momento, tu mi stai facendo credere che io possa ancora vincere,» indica il suo Re nero e il suo cavallo «permettendo di fare scappare il mio Re e di lasciare una breccia aperta per il mio cavallo verso il tuo.»
Porgo una mano sulla mia guancia: è un dilettante, ma un ottimo osservatore.«Hai ragione. Ho avuto stretta nella mia mano l'intera partita: ho fatto in modo che apparissero a te lampanti le mosse più vantaggiose, senza mai permetterti di conquistare più di una pedina.»
I suoi capelli castani cadono sopra i suoi occhi e scorgo in essi un bagliore vermiglio, rimembrante il sangue. È un bagliore spaventoso, forse maligno, ma affascinante. Sono sempre stato un ragazzo curioso, uno di prima categoria: cerco il mistero, l'ostico, quello che non mi è concesso vedere. Capire il perché delle cose, capire come determinati oggetti o esseri viventi rispondono a stimoli precisi. Amo capire il perché delle cose e soprattutto amo capire come funzionano: potete biasimarmi? In fondo è nell'animo umano curiosare, cercare risposte a miti scritti da secoli.
Il mio avversario è un campione assai affascinante: prevede le mie mosse, anzi, le scruta senza ritegno, come un guardone. Io e lui siamo la stessa persona senza dubbio.
«Tuttavia, un'andatura così precisa non poteva essere una coincidenza. Da quanto lo hai notato?»
La mia domanda lo coglie alla sprovvista, no, non lo sorprende...
Sorrido. Sono io quello colto impreparato. Per la prima volta nella mia vita, una persona riesce a confondermi le idee. Ha finto per tutta la partita di essere sorpreso dalle sue vittorie come un bambino contento di aver vinto per la prima volta. Ha finto di essere teso appena ho iniziato con il mio cavallo a seguire il suo Re.
«Il mio cavallo e il tuo sono lontani, stessa cosa per il mio Re e il tuo cavallo. L'unica mossa veloce e imbattibile è la cattura del tuo Re.»
Si asciuga il sudore, inizia a ridere fragorosamente. Alza il viso e i capelli cadono indietro. I suoi occhi brillano rossi senza smettere di luccicare.
«Già, mi sono accorto da un bel pezzo che stai manipolando l'andatura della partita. Mi hai offerto questa partita amichevole con uno scopo, no? Tirarla così per le lunghe per sondare il terreno, rompere il ghiaccio, iniziare a conoscermi. È scortese tra giocatori di scacchi continuare una partita quando lo scacco matto è ormai inevitabile. Per questo ti sei disfatto del tempo cronometrato e non hai chiamato lo scacco matto appena fosse sicuro.»
Il suo sguardo non fa che inchiodare il mio, sono come con le spalle al muro. Questo ragazzo è un ottimo osservatore, non potevo aspettarmi di meno da lui.
«Ora penso tu stia gioendo dal tuo ragionamento, no?»
Sposta il suo Re sulla casa 5d.
«Chi sei? Che intenzioni hai?»
La sua domanda suona più ovattata del nitido suono del mio cavallo che mangia il suo Re definitivamente.
«Scacco matto. Come mai hai spostato il Re su una casa che il mio cavallo poteva raggiungere in una singola mossa?»
«Perché mi hai annoiato. Giocare con te sapendo di perdere è stata una perdita di tempo.» il mio volto si spegne. Ma poi, in un attimo, scoppia di allegria. È proprio uno spasso questo tipo.
«Non c'è cosa più divertente che vedere qualcuno annoiarsi! Questa è la reazione che intendevo vedere. Testare la tua pazienza. Ma ora dimmi, quanto sei disposto a pagare pur di perseguire il tuo ideale di giustizia?»
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⛧𝕭𝖑𝖔𝖔𝖉𝖞 𝕻𝖊𝖓↬𝐿𝑖𝑔𝒉𝑡 𝑌𝑎𝑔𝑎𝑚𝑖♚
Fanfiction✞︎𝙸𝙻 𝙻𝙸𝙱𝚁𝙾 𝚃𝚁𝙰𝚃𝚃𝙰 𝙳𝙸 𝙱𝙻 (𝙱𝙾𝚈'𝚂 𝙻𝙾𝚅𝙴), 𝚂𝙴 𝙸𝙻 𝙶𝙴𝙽𝙴𝚁𝙴 𝙽𝙾𝙽 𝚅𝙸 𝙿𝙸𝙰𝙲𝙴 𝙽𝙾𝙽 𝙻𝙴𝙶𝙶𝙴𝚃𝙴 ✞︎𝙻𝙰 𝚂𝚃𝙾𝚁𝙸𝙰 𝙲𝙾𝙽𝚃𝙸𝙴𝙽𝙴 𝚂𝙿𝙾𝙸𝙻𝙴𝚁 𝚂𝚄 𝙳𝙴𝙰𝚃𝙷 𝙽𝙾𝚃𝙴 ✞︎𝙽𝙾𝙽 𝙲𝙾𝙽𝚂𝙸𝙶𝙻𝙸𝙰𝚃𝙰 𝙰 𝙿𝙴�...