Il vuoto mi circonda. Di fronte a me c'è Light. Parla con una voce che si disperde come un eco che lentamente sfuma, quasi fosse nebbia: «Sei di nuovo qui, Kyou.»
Annuisco, toccandomi il petto, ma non sento più la piaga causata dal proiettile. Sono guarito. I miei vestiti sono completamente assenti, l'unica copertura che avverto è il freddo che mi congela sul mio posto. Non proferisco parola, non accenno a niente se non alla mia paura, che si esaurisce in piccoli spasmi distratti, ticchettii delle mie pupille, affondi di denti nelle mie labbra. La morte mi aveva accolta per prima nel Nulla, nel Vuoto, ma ora sento come se non fosse il caso. Misa non mi ha ucciso questa volta, è stata Mai: eppure sono sicuro che questo non sia possibile. La Bloody Pen dovrebbe curarmi, sostituire a del mio sangue una parte di shinigami che dovrei diventare. Ora ho sembianze umane, ma constato che la mia ferita è assente. Se questo fosse il caso, oltre questa dimensione il mio corpo, che ha perso tanto sangue, è divenuto quello di un dio della morte?
Light annuisce, con un sorriso maligno, con una leggerezza disarmante, come se fosse cosa da niente: «Kyou, è così. Tu sei uno shinigami ora.»
Ora finalmente trovo la forza per parlare: «Mi hai chiesto qualche tempo fa se volessi tornare in vita, ora voglio lo stesso!»
Kira scossa le labbra ripetutamente, tacendomi. Il suo dissenso fa illuminare di rosso i suoi vitrei oculari, che si infuocano, che diventano demoniaci. Prosegue: «Non sei qui perché sei morto, K. Sei qui perché la Bloody Pen ha finito di contaminarti il sangue. Sei a tutti gli effetti uno shinigami, ora.»
Io batto il piede, come se la mia frustrazione potesse cambiare qualcosa: «La trasformazione non può essere completa, non ho un Death Note.»
Ancora una volta vedo nel castano figurarsi una postura contraria: il braccio destro appoggia con il gomito sul polso sinistro, reggendo il volto velato da un sorrisetto comprensivo che suppone una superiorità della mia coscienza. La risposta arriva allora con una voce più materna, più dotta, come se volesse insegnarmi nuove cose: «Basterà andare dal Re, Kyou. Lo sai.»
Si avvicina a me, mi prende per i fianchi. Il mio cuore salta un battito -come se ci fosse-, poi cerco di slegarmi da quella presa: «Lasciami, non voglio!»
Ma non ho veramente una scelta. Era scritto, io sarei diventato uno shinigami. Il legame indissolubile tra me, Mai, la penna e il quaderno si è finalmente sciolto: io sono un diverso essere, Mai è presumibilmente morta -dando a me tutta la sua essenza-, la penna ora mi appartiene e il quaderno che mi ha permesso la trasformazione ora appartiene al Re.Kira mi lascia un ultimo bacio, che mi rapisce le labbra a lungo: «La tua coscienza che ti bacia non ha un significato speciale. Volevi solo assaggiare le labbra di Light un'ultima volta, vero?»
Tutto poi sparisce dietro una polvere sostanziosa e vischiosa, che mi ridona il potere di vedere nuovamente quando mi trovo in una landa desolata.Vedo attorno a me distese grigie, con spine che escono dal terreno (accigliando lo sguardo, noto che sono alberi morti e spenti, freddi e sterili). Faccio un passo in avanti, calpestando quello che sembra il nocciolo di una mela troppo essiccata; affianco sostano delle ossa e un teschio decomposto, che manca completamente di ogni carne. Sobbalzo, ma la cosa mi porta inevitabilmente a guardarmi le mani. Le vedo scheletriche, affilate. Sono tremende. Io sono diventato un mostro: vedo fluttuarmi accanto, similmente ai capelli di Mai, una lunghissima treccia canuta, mentre il mio intero corpo è un alternarsi di striature ossee bianche e una pelle strana, argentata, ma prevalentemente cenerina, liscia e compatta. Anche se non li riesco a vedere, una fortissima sensazione mi induce a credere che io possegga degli occhi rossissimi, come la maggior parte degli shinigami, che vedo volarmi attorno, oppure sedere annoiati su una enorme carcassa di chissà quale animale. All'improvviso, due esseri dagli arti lunghi e nero carbone mi prelevano, non con la forza, ma con quattro parole dette assieme: «Il Re vuol vederti.»
Il Re mi intima molta paura. La sua forma è confusa, incomprensibile, perché si avvale di enormi catene che sorreggono un teschio gigantesco, il cui cranio si dilata fino ad assumere le sembianze di un globo terrestre; a questa grandezza si oppone il suo vero volto, anch'esso rasente un teschio, che però è più proporzionato alle quattro piccolissime braccia che sporgono dal basso, culminanti in mani da tre lunghissime zanne. È un essere titanico, che mi osserva dal basso. Una voce cupa viene emessa dal piccolo cranio: «K.»
Trasalire non mi aiuta e rispondo immediatamente, quasi per istinto: «Re.»
«Finalmente la tua trasformazione è completa.»
«Voglio tornare sulla terra per-»
«Non puoi.»
Batto un piede contro il terreno: cosa vorrebbe dire? Dico con veemenza: «Devo concludere delle cose lì, non posso abbandonare tutti in questa maniera!»
«Hai assorbito l'energia di Mai, rubato la materia degli shinigami dalla penna e per poco non mi avresti rubato il quaderno. Cos'altro vuoi fare lì?»
«Devo aiutare Light, immediatamente!»
Il teschio scuote, come a dirmi no. Si alzano le polveri, come i fumi di una candela, si odono distanti dei respiri sommessi, ma anche voci che spirano dandomi il silenzio. Non ho potere qui, nessun tipo di diritto: sono un suddito come un altro, non importano le mie situazioni personali. Taccio, ma guardo fisso negli incavi oculari il monarca.
«Se non posso intervenire, perché ricordo ancora?»
Un piccolo sorriso, misto a una tossicciuola da niente, si palesa nello scheletro. Il riso si sostituisce a una spiegazione: «Dapprima, la tua trasformazione è avvenuta grazie alla penna e non grazie al mio volere; in secondo luogo, hai assorbito uno shinigami peculiare in grado di ricordare; il quaderno di cui ti stavi impossessando, inoltre, era il mio, speciale, il quaderno del re.»
Io comunque mi agito, ma poi mi calmo: «Almeno dammi un quaderno. Questa è l'unica cosa che ti chiedo.»
Lui annuisce: «Ammetto di volerti vedere sparire, ma ti darò comunque la tua fonte di sostentamento. Alla fine, non sapevi a chi stavi rubando il quaderno, no?»
Detto questo, con la sua mano aguzza, mi passa un quaderno identico a quello di Ryuk, ma senza le regole dietro.A questo punto, mi allontano, fino a trovare un burrone con scale lunghissime che discendono marmoree fini a una fonte di luce, dalla quale si elevano diverse anime. È senza dubbio il portale della terra. Non posso scendere per ordine del Re, ma nonostante ciò getto il mio quaderno. Viene avvolto dalla luce e sparisce: ora ho un motivo valido per scendere, riprendermi il mio quaderno. Così si aprono dalle ali dalla mia schiena e, facilmente, mi lasciò cadere nella luce. Che il Re possa fottersi, le regole le creo io.
È ancora notte. Light e tutti gli altri sono ancora nella chiesa. L'effetto dell' inibizione che ho dato alla squadra Kira si è consumato e ora si stanno avvicinando a Light. A questo punto, passo lui il mio quaderno. Lo raccoglie confuso e si gira, ma a vedermi non si spaventa. Anzi, sorride. Dice: «Kyou?»
Io annuisco. Gli passo la mia penna, la stringe senza provare dolore. Diventerà un dio un giorno, come è giusto che sia. Apre il quaderno, punta la Bloody Pen sul quaderno. Cosa vuole fare, uccidere tutti? Non può, perché io ho già scritto i loro nomi. Poi capisco: l'unica persona che non è stata ancora destinata a una morte è Misa, la quale viene immediatamente presa da qualche strano impulso. Protegge Light dicendo a tutti che sono stato io a darle i fogli. Vengo volto da una immensa confusione: «Light, cosa vuol dire tutto questo?»
Lui si gira, gli occhi scarlatti mi perforano l'anima: «Mi dispiace K, ma ora che tu sei morto l'unica soluzione è questa. D'altronde, mi vuoi proteggere no? Tu sei il mio schiavo.»La bionda si dimostra abilissima nel fabbricare scuse continue: mi sono infiltrato nella torre per distruggere la task force dall'interno, sono sempre stato io Kira, l'unico che poteva uccidere Erica. Anche Daisuke si sorprende. Light, invece, sorride nel panico totale, o così sembra, perché so essere un sorriso soddisfatto. Non capisco, perché sta demolendo la mia figura? Non mi ama? Inizio a boccheggiare: «Light, perché Misa sta dicendo questo? Nessuno si ricorderà di me così!»
Lui scrolla le spalle, poi lascia cadere il quaderno e la penna. Inizia a dire: «Tu sei stata una pedina, K. Dovevo vincere. Non pensavi davvero che colui che avrebbe dovuto smascherarmi sarebbe potuto essere il mio amante, vero? Che pensiero infantile, che sciocchezza velleitaria!»Indietreggio. Altri uomini della polizia circondano la struttura, alcuni entrano. Mi riprendo il mio quaderno e la mia penna. Delle lacrime caldissime riportano quelle sensazioni umane di cui già sento la mancanza: una pedina, ero solo una pedina. Inizio a scrivere ripetutamente il nome di Light. Bastardo, bastardo, bastardo! Mi giro verso un agente. Ne scrivo il nome: morto per crollo della chiesa. Ben presto, delle travi preludono alla tragedia, venendo giù dal soffitto. La cosa si aggrava quando si disfa l'intera struttura, crollano le colonne, si frantumano i vetri, cede l'altare. Tutti si muovono: Light e Misa si abbracciano davanti alle macerie, la task force si raggruppa vicino alle loro vetture e Daisuke fugge lontano, per non essere più trovato. Dovevo essere la tua vittima migliore, ora sono solo una bambola usurata, un giocattolo rotto. Rubo a Soichiro il suo telefono. Lo apro e scorro nella rubrica fino a che non lo vedo: il contatto di uno degli orfanotrofi di Watari. L'unico uomo che mi abbia mai voluto bene, assieme ai miei compagni di indagini. Scrivo lentamente: «L è morto.»
Una macchina troppo vicina viene colta dal crollo ed esplode, facendo scattare una serie di altre esplosioni che riducono a zero il corpo di polizia, tranne coloro che dovrebbero morire per via del Death Note. Come scritto nel mio Death Note. Kira, io ti affonderò. Mi vendicherò. Faccio toccare a tutti il mio quaderno. La task force è schiava mia, come ho scritto quando ero ancora in vita: ho usato lo stesso metodo di Light. Con una voce fissa, semplice, apatica, ordino: «Rinunciate alla proprietà del mio quaderno, adesso.»
La paura è il vettore principale che spinge gli uomini a fare come dico. Solo Light e Misa, felici di stare insieme, non lo fanno. Elimino tutti i loro ricordi del Death Note, ma poi restituisco loro quello che ha portato Daisuke in chiesa, quello di Rem. Così ora non si ricorderanno più di me, ma avranno comunque i ricordi di quel che hanno scoperto fino alla morte di L. Guardo la luna e in essa sembro scorgere una sfumatura sanguigna a forma di scheletro: anche il Re è d'accordo. Anche lui vuole che così si concluda tutto. Kira, tu non ti scorderai mai di me.Kira, amore mio, alla fine, io sono il tuo assassino.
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⛧𝕭𝖑𝖔𝖔𝖉𝖞 𝕻𝖊𝖓↬𝐿𝑖𝑔𝒉𝑡 𝑌𝑎𝑔𝑎𝑚𝑖♚
Fanfiction✞︎𝙸𝙻 𝙻𝙸𝙱𝚁𝙾 𝚃𝚁𝙰𝚃𝚃𝙰 𝙳𝙸 𝙱𝙻 (𝙱𝙾𝚈'𝚂 𝙻𝙾𝚅𝙴), 𝚂𝙴 𝙸𝙻 𝙶𝙴𝙽𝙴𝚁𝙴 𝙽𝙾𝙽 𝚅𝙸 𝙿𝙸𝙰𝙲𝙴 𝙽𝙾𝙽 𝙻𝙴𝙶𝙶𝙴𝚃𝙴 ✞︎𝙻𝙰 𝚂𝚃𝙾𝚁𝙸𝙰 𝙲𝙾𝙽𝚃𝙸𝙴𝙽𝙴 𝚂𝙿𝙾𝙸𝙻𝙴𝚁 𝚂𝚄 𝙳𝙴𝙰𝚃𝙷 𝙽𝙾𝚃𝙴 ✞︎𝙽𝙾𝙽 𝙲𝙾𝙽𝚂𝙸𝙶𝙻𝙸𝙰𝚃𝙰 𝙰 𝙿𝙴�...