7: Case nere◾

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Light è L?
Questo è un colpo di scena. Non ho mai pensato che potesse esserlo: mi sono accollato al pensiero che i suoi modi sospetti indicassero il fatto che fosse Kira o comunque coinvolto nel caso.
Forse è un bene che Light non sia Kira, anzi, è meglio così. In fondo, ho sempre saputo che lui è un eroe che difende i deboli. Tuttavia, per quanto ciò sia in linea con tutto ciò che abbiamo teorizzato fin'ora, non lo scagiona dalla possibilità che effettivamente sia anche Kira: d'altronde, se la mia congettura è corretta, Kira è una delle persone che fa parte della fantomatica task force anti-kira. Sarebbe una strategia perfetta, coniugare all'identità di L quella di Kira: se effettivamente Light sta agendo in questa maniera, amalgamando bene e male, allora è inarrestabile. I governi del mondo che tanto temono Kira sono stretti nel suo pugno e, d'altro canto, quelli che vogliono acciuffarlo pendono dalle labbra di L. In ogni caso, Light potrebbe passare a qualcun altro la facoltà di uccidere i criminali, ponendo L come identità più plausibile per lui. È semplicemente incredibile come questo ragazzo continui sempre più a sorprendermi: dichiararsi innocente, anzi, l'opposto di Kira, non ha risolto nulla, ma allo stesso tempo ha logorato ogni nostro sospetto.
C'è anche da mettere in conto che mi ha sussurrato una cosa all'orecchio, ma che ne ha dichiarata un'altra. Questo si contrappone alla veridicità dell'affermazione della sua vera identità. Questo significa solo una cosa: se Light fosse L, probabilmente ci troveremmo di fronte a un L diverso. È impossibile che L si annunci così, prima stabilendo un incontro segreto con una persona che sospetta di lui. Inoltre L ha iniziato a lavorare da moltissimo tempo, quando Light aveva circa dieci anni. Non può essere lo stesso L che risolve i casi in tutto il mondo, ma non si può escludere che sia l'L che sta cercando Kira, un falso L. O un secondo L. Ma allora perché quello vero non ha già reclamato la propria posizione? Che siano entrambi a conoscenza di questo scambio di identità? O forse Light ha sostituito L? Se potessi verificare che Light è effettivamente L, allora potrei sicuramente trovare la risposta a questo grattacapo.

An mi spaventa. È fisso a guardare Light, senza battere ciglio. Nei suoi occhi vedo un misto di rancore e delusione. La tristezza che spegne tutta la sua luce, il dolore che lo immobilizza: li posso comprende. Io sono piuttosto felice nel sapere che c'è uno spiraglio di buono in Light, d'altronde è sempre stato il mio più grande amore. Ma An puntava tutto sulla pista che Light fosse Kira, ha speso le sue energie pensando a sua madre e sperava di poterla vendicare. Nonostante ciò, si trova in un punto di stallo. Ma è uno sciocco! Non capisce proprio che questa è un'opportunità. Possiamo smascherare Light nel caso fosse Kira semplicemente chiedendogli di lavorare per lui in qualità di collaboratori di L, ma potremmo anche trovare Kira al suo fianco nel caso lui fosse semplicemente L. Perché mentire? Se non fosse L allora sarebbe sicuramente Kira. In sostanza, se verificassimo la veridicità delle sue parole, potremmo comunque avvicinarci all'identità di Kira.

«Pezzo di merda!» An esplode in un turbine di furia tempestosa, prendendo Light per il colletto e sollevandolo contro al muro. Si propaga per il corridoio un forte rumore che sveglia anche i sordi; mi avvento contro An, cercando di separarli.
Il corvino mi spinge e cado a terra, gemendo colpendo il pavimento.
«Stanne fuori Kyou. Pensi che non lo abbia capito Light? Prima parli di nascosto all'orecchio di Kyou, poi dici che sei L ad alta voce. Pure uno stupido capirebbe che qualcosa non quadra!»
Light afferra i polsi di An, stringendoli. Separa le braccia di An e un taglio strappa la camicia di Light abbastanza da fare uscire fuori il suo petto. Il castano prende per il collo il cinese, buttandolo a terra. Alza un pugno ed è pronto a colpire l'altro, ma io mi butto su di lui spingendolo lontano da An. Rotoliamo poco lontano dal luogo della commozione, finendo io a cavalcioni su di lui. Le mie mani gli toccano il petto roseo, liscio come la seta dei vestiti di Mei. Le dita scorrono i suoi pettorali per scendere sul pavimento. Spingo con i piedi per rialzarmi, Light mi segue.

«Kyou bastardo, da che parte stai?» An ha la voce strozzata, aspirata alla ricerca di ampi respiri.
«An, ti prego, ascolta. Io non so se Light sia L o Kira, ma ormai è chiaro che c'entra con la questione. Se Light fosse L, potrebbe essere anche Kira o comunque una fonte di informazioni per quello vero. Ma se light non è L, allora è per forza Kira. Capisci? Ha solamente peggiorato la sua situazione.»
Pongo sotto interrogatorio lo sguardo del meticcio, scorgendo in esso, per una lampante frazione di secondo, una titubanza. La sua mente esita nel concepire l'idea che Light possa essere L solo perché non vuole ammettere che trovare Kira sia difficile. Preferisce rimanere sulla via più facile, fingendo che non sia sterrata e impervia. Preferisce vivere nella cecità del semplice e facile, invece che di essere illuminato dall'ardua verità e sapienza. Mi ha sempre ubbidito perché convinto che Kira fosse Light e che io avessi ragione, e ora che questa sicurezza viene messa in dubbio ecco che tira fuori la sua vera natura distruttrice.
«Voglio poterti credere Kyou. Ma allora cosa ti ha detto all'orecchio?» mi mordo il labbro inferiore. Guardo Light sottecchi, cercando da lui una sorta di aiuto. Dovrei dire la verità? O mentire? Tutto questo ragionamento corre nell'arco di un misero millisecondo perché non posso tentennare. Però, posso di sicuro volgere questa situazione a mio favore. Mantenere l'incontro con Light e non tradire la sua fiducia, ma allo stesso tempo convincere An a dargli il beneficio del dubbio costringendo Light a fare qualcosa a cui non può più sottrarsi: mentire, io devo mentire.
«Light voleva portarmi alla base operativa dove ogni giorno lavora al caso Kira. Ora che lo sai anche te, penso sia d'obbligo che ti unisca a noi.»
Osservo mentre Light sorride con sforzo, chiaramente alle strette da quanto ho detto. Ho fatto scacco matto: ho imposto a Light di farci entrare nella torre. Tuttavia, questo deve avvenire prima del nostro incontro sicuramente, altrimenti sa che non mi presenterò. Riflettendoci, sarebbe per lui più conveniente portarci subito lì. Osserveremo il garage dall'interno e -nel caso Minako sia riuscito nell'impresa che gli ho affidato- potremmo muovere le cimici dal punto di ingresso all'interno della base. Per fare ciò, è necessario che nessuno si accorga di noi. Abbiamo di sicuro un'idea chiara sulla posizione delle telecamere, se Minako ha con successo fatto ritorno dalla missione che gli ho commissionato. Per esserne certo, ho bisogno di un momento con An per riferirgli il piano. Chiaramente, sapere che ho intenzione di tenere sotto controllo Light lo invoglierà a continuare le ricerche. Per fortuna, Mei aveva intenzione di parlare con Light. Posso utilizzare questo a mio favore. Abbraccio An d'improvviso, mentre Light sussulta sorpreso dietro di me. Sussurro al suo orecchio: «An, dammi l'ago con la videocamera.»
Nasconde la sua mano dietro la schiena, mentre fingo di essere commosso dal fatto che lui abbia smesso di dubitare le parole di Light. Prendo l'ago mentre me lo passa velocemente, poi mi giro e vado da Light. Tiro via la mia giacca in pelle, rimanendo solo con la mia maglietta.
«È un po' stretta, ma può coprirti il petto. Mei voleva parlarti, forse è il caso che tu vada da lei.»
Lui avvolge la mia giacca intorno a sé, una nota di commozione smuove il mio cuore.
«È stretta, ma va bene così. Grazie di tutto, Kyou.»
Sfoggia un sorriso luminoso, che ovviamente ricambio.
Osservo mentre Light si allontana verso la stanza di Mei. Tra il tessuto della mia giacca è presente una cavità difficilmente notabile, sulla spalla destra, sulla parte frontale di essa. Si vede poco siccome, nonostante la pelle sia stata usurata appositamente per lasciare intravedere fuori, la pelle è scura.
Basterà sicuramente per registrare l'audio, non ho grandi aspettative per il video nemmeno se l'ago fosse stato scoperto, d'altronde la videocamera è proprio piccola.
«Allora, Light non ti convince eh?»
An si sporge affianco al mio orecchio, io rimango impassibile a guardare il fondo del corridoio.
«Andiamo dove nessuno può sentirci.»

Riparati all'esterno della villa, situata nei pressi della periferia di Tokyo, dico ad An: «Non è impellente ascoltare il discorso con tua sorella, ma è necessario, per quanto non abbia la priorità. Minako ha installato le telecamere nel garage?»
«Sì signore.»
«La mia intuizione era corretta?»
«Quale delle tante? Il garage si apre dall'interno tramite un bottone e non richiede molti sforzi. Per quanto riguarda le autorizzazioni necessarie all'ingresso, le cimici hanno identificato diverse telecamere, uno sportello per mettere i propri averi metallici, uno scanner per le impronte digitali e la retina dell'occhio. Ovviamente, aprire il garage dall'esterno rimane l'incognita più grande, ma sostengo che possa essere fattibile solo da qualcuno all'interno che è in possesso informazioni sulla persona che vuole entrare.»
«Abbiamo le posizioni delle telecamere?»
«Sì, tutte quante. Abbiamo anche notato un grosso schermo sopra l'ingresso effettivo della torre: penso possa essere usato per contattare l'addetto che controlla chi entra nella torre.»
«Avete trovato qualcos'altro?»
«Una piantina del garage. Ne ho stampato una copia al bar, prima che fossi chiamato a recuperarvi.»
Mi afferro il mento, scoprendo sfortunatamente di avere ancora indosso la maschera.
«Chi ci ha rapiti?»
«La mafia cinese. Volevano ferire me per la storia di mia madre. Mia sorella è interamente cinese, figlia del primo marito di mamma: per questo non viene presa di mira dalla mafia cinese.»
«Ci ha presi in custodia e poi ci ha liberati?»
«Esattamente. Non so cosa voglia da me, ma se è qui in Giappone probabilmente vuole qualcosa. Coincidenza vuole che al suo arrivo voi siate stati rapiti e lei era di buon umore da liberarvi.»
«Sicuro che la mafia sia arrivata con tua sorella per coincidenza? Voleva parlare con Light. Se ci avesse rapiti lei per liberarci e fingersi la nostra salvatrice, avrebbe aumentato la nostra cautela e allo stesso momento ottenuto un incontro con Light.»
«Tutto sarà deciso da quel ago. E soprattutto, da Light.»
«In ogni caso, la mafia cinese sospetta di Light tanto da avermi mascherato.»
«Sin da subito l'hai avuta?»
«No. Ma probabilmente la prima stanza era buia.»
«Capisco. Allora Light rimane sospetto?»
«Sì An, proprio così.»
«Se ci porta alla torre dobbiamo spostare le cimici all'interno, giusto?»
«Sì. Fortunatamente, non sono individuabili dai metal detector. La tua grande eredità ci è molto servita An. Grazie.»
An si mette una mano tra i capelli, grattandosi il capo. Abbassa lo sguardo e arrossisce.
Mentre il tempo passa, informiamo Minako via telefono che deve recarsi al bar. An suggerisce inoltre a Minako di disfarsi del computer del locale, così da essere più sicuri che la mafia cinese non si accaparri le nostre informazioni. Dopo che abbiamo trasferito tutti i dati su un altro computer, Minako è pronto a manovrare le cimici che si possono comandare a distanza, mentre noi lo ringraziamo per essersi ritirato prima da lavoro. Ora manca Light. Sono tre ore che è dentro la villa senza di noi. An inizia a perdere la pazienza, inizia a scaldarsi. Qualcosa non quadra. Se qualcuno sospetta veramente di Light, allora tutti avrebbero delle maschere coprenti. Invece, solo io la indosso.

«Minako, mi senti?»
«Forte e chiaro.»
Sento Minako e Minako sente me dalla trasmittente di scorta che An mi ha portato.
«Quando avete arrestato l'uomo al Takashi caffè, quello che è morto per mano di Kira, eravate lì per puro caso, per vostra intuizione o per una soffiata?»
Light esce dalla villa, An spalanca gli occhi e io faccio lo stesso. C'è come un'aura attorno a quel ragazzo, un'aura maligna mischiata a del bene, come se ci fossero due parti dentro di lui. Come se Light avesse lasciato il posto a qualcun altro, qualcuno come Kira.
«Per una soffiata anonima tramite una chiamata, perché?»
Brividi corrono lungo il mio corpo.
Light non indossa più la mia giacca. Indossa un changshan rosso. Dov'è finita la giacca? Soprattutto, dov'è la cimice?
«La voce, di chi era la voce!?» mi giro colpito dalla ferocia degli occhi di Light, l'uomo che amo. Quel bastardo sta sorridendo. Ha capito che ha fatto centro. Credevo di avere la partita in pugno, ma si è solo finto spaventato. Ho permesso che vincesse e catturasse così tante pedine solo per rompere il ghiaccio. Doveva essere solo una partita di scacchi truccata. Invece, stavolta, è stato lui a fare scaccomatto.
«La voce? Se non ricordo male apparteneva a una donna, dall'accento più stretto di quello giapponese.»

⛧𝕭𝖑𝖔𝖔𝖉𝖞 𝕻𝖊𝖓↬𝐿𝑖𝑔𝒉𝑡 𝑌𝑎𝑔𝑎𝑚𝑖♚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora