«Dov'è la mia giacca, Light? Ho freddo.» siamo in macchina da un'ora ormai. La destinazione coincide con la nuova torre del paese. Sta guidando An, scorgo nei suoi occhi sconforto e stanchezza. È una battaglia psicologica che non termina mai, una situazione catastrofica senza tregua. Sono l'unico seduto dietro, perché ho invogliato Light a stare davanti. In verità, volevo avere la situazione sotto controllo. Ho mandato un audio sul telefono di Minako, dicendo che se fossi morto o An fosse morto, il nostro assassino sarebbe stato Light Yagami. Mettendo le mani avanti senza avvertire il ragazzo davanti, ho potuto dare alla mia vita un'utilità al caso Kira.
«Purtroppo si è strappata. Era davvero troppo stretta. Fortunatamente, Mei aveva un abito inutilizzato nella sua stanza.»
Abbasso il finestrino. Ormai il sole sta sorgendo, ma non filtra dalle nuvole fitte che portano la pioggia su Tokyo. Il petricore che sale dalla strada mi inonda le narici e dentro di me mi sento bene. Ho sempre amato la pioggia, per quanto porti con sé molti traumi. Un vento fresco mi rinfresca, dopo tutto il caldo portato dalla situazione di stress.
Minako in questo momento sta ultimando i preparativi per lo spostamento delle cimici, attivando i sistemi che garantisco a esse la totale invisibilità.
An mi ha detto che la videocamera posta nell'ago non è collegata a nessuna rete del locale, impedendoci così di osservare cosa succede tramite essa oppure di guardare le registrazioni girate in precedenza.
A poco a poco mi appisolo, cosciente che manca poco all'arrivo.
Dovrei rimanere vigile, in guardia. Dovrei proteggere An. Invece, cado sullo schienale del posto di Light, che sobbalza sentendo il mio peso su di lui. Sento che mormora qualcosa, dicendo che sto per cadere. Con questa scusa, il mio ultimo ricordo è Light che si sposta dai sedili anteriori a quello posteriori.La macchina si ferma. La brusca interruzione di marcia mi costringe a svegliarmi di soprassalto, spaventato. Mi tiene stretto Light, che per nulla al mondo mi lascia volare in avanti. La sua mano destra è sul mio fianco sinistro, il suo palmo sfiora il linguine. Inizia a svegliarsi il mio membro, destato dalla presenza di Light. Spero vivamente che lui non se ne accorga, anche se abbassa lo sguardo e lo rialza sorridendomi. Dietro la mia schiena la sua mano sinistra disegna un cuore.
«Muovetevi.»
An esce dalla macchina, così Light apre lo sportello e scende. Una volta che anch'io sono giù, guardo dal basso la cima della torre. Le uniche luci accese sono quelle del Takashi caffè. Minako si è scordato di oscurare i vetri.
«An, Light ha controllato sotto la mia maschera?»
An scuote la testa, io allora afferro dalla tasca dei miei pantaloni un aggeggio piuttosto pesante e spesso, in grado di distorcere la voce a mio piacimento in base alle impostazioni che sistemo io.
«Kyou, che hai fatto con quel coso?» domanda Light, inarcando un sopracciglio.
«Ho modificato la mia voce. An, tu dovrai esporti alla task force. Io invece, ho avuto la fortuna di ottenere questa maschera, perciò posso nascondermi perfettamente.»
An sembra d'accordo con questo fatto, ecco che Light apre il garage facendo sì che gli scanner confermino la sua identità tramite impronta digitale e retina degli occhi. Proseguiamo con la macchina fino a un vicolo cieco, dove si apre una porta appena le pedane del parcheggio sentono la pressione della macchina.
Suppongo che Minako abbia mobilitato le cimici in questo punto, muovendole dentro la stanza appena qualcuno ha aperto questa porta. Suppongo che non dispongano di vivande infinite, probabilmente qualcuno è stato mandato a fare la spesa.
«Sto muovendo le cimici in questo momento, starano dietro di voi quindi mantenete Light davanti a voi. Ho neutralizzato tutte le telecamere del garage; le cimici che sono riuscite a passare attraverso la porta hanno sistemato quelle secondarie, mentre le principali le ho mantenute al fine di garantire alla persona addetta alla sicurezza di riconoscere Light.»
Minako è formidabile, un agente d'oro per la polizia di Tokyo. Sa il fatto suo ed è molto efficiente. Ora, bisogna solo sperare che le telecamere principali non riprendano le cimici.
Light apre uno sportello nascosto tra alcuni macchinari.
«Poggiate tutti i vostri avere metallici, per favore.»
La voce di Light è composta, rassicurante.
«Non penserai mica che ci toglieremo tutti i nostri oggetti metallici?» An è pronto a dissentire da Light, ma lo schermo grande sopra l'ingresso effettivo alla torre si accende. Appare un uomo barbuto, dai capelli bianchi.
«Consegnate i vostri oggetti metallici. Verranno controllati accuratamente e resi all'interno della torre.»
Vogliono disarmarci. Se consegnamo gli aghi, allora non abbiamo più il veleno dalla nostra.
«Signore, vorrei mantenere questa maschera.» osservo la sua reazione contrariata.
«Mi dispiace, non si può fare.»
«Papà, lascia che porti la sua maschera.»
Quel signore è il padre di Light? Watari è l'unico a poter parlare con L e a conoscere la sua vera identità. Che sia lui Watari? Ora che ci rifletto, la mia scacchiera presenta la firma "Watari" su di essa. Che siano in un qualche modo legati?
Tolgo ogni oggetto metallico che indosso eccetto la maschera. Anche An fa lo stesso, ma con una faccia scocciata.
STAI LEGGENDO
⛧𝕭𝖑𝖔𝖔𝖉𝖞 𝕻𝖊𝖓↬𝐿𝑖𝑔𝒉𝑡 𝑌𝑎𝑔𝑎𝑚𝑖♚
Fanfiction✞︎𝙸𝙻 𝙻𝙸𝙱𝚁𝙾 𝚃𝚁𝙰𝚃𝚃𝙰 𝙳𝙸 𝙱𝙻 (𝙱𝙾𝚈'𝚂 𝙻𝙾𝚅𝙴), 𝚂𝙴 𝙸𝙻 𝙶𝙴𝙽𝙴𝚁𝙴 𝙽𝙾𝙽 𝚅𝙸 𝙿𝙸𝙰𝙲𝙴 𝙽𝙾𝙽 𝙻𝙴𝙶𝙶𝙴𝚃𝙴 ✞︎𝙻𝙰 𝚂𝚃𝙾𝚁𝙸𝙰 𝙲𝙾𝙽𝚃𝙸𝙴𝙽𝙴 𝚂𝙿𝙾𝙸𝙻𝙴𝚁 𝚂𝚄 𝙳𝙴𝙰𝚃𝙷 𝙽𝙾𝚃𝙴 ✞︎𝙽𝙾𝙽 𝙲𝙾𝙽𝚂𝙸𝙶𝙻𝙸𝙰𝚃𝙰 𝙰 𝙿𝙴�...