CHAPTER 58.

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-Zio!-
Urlò Aidan vedendo Namjoon entrare in casa.
Ridacchiai udendo il mio amico fare dei versi adorabili prima di afferrare tra le braccia il mio primogenito.
-Zio Joonie ti ha portato qualcosa-
Sussurrò Nam.
Poi recuperò la sua borsa marrone e rovistò dentro ella.
-Ecco a te-
Il biondo platino consegnò un sacchetto di lecca lecca di forme diverse al mio bambino che sorrise saltellando sul posto e ringraziò il maggiore con un'abbraccio.
-Ciao anche a te, mamma-
Il tono roco di Nam attirò la mia attenzione, poi mi avvolse e mi strinse a lui.
Io baciai la sua spalla coperta da una t-shirt bianca e rosa, poi lo guardai.
-Grazie per essere venuto Oppa...-
-Aish, neppure devi ringraziarmi. L'avrei fatto lo stesso, anche se quel coglione del tuo ragazzo non me l'avesse chiesto-
Annuii.
-Dormirai nella stanza degli ospiti. Ti va bene?-
-Assolutamente sì-
Mormorò Nam accarezzando il mio pancione.
Feci strada al biondo fino al piano superiore, lo aiutai a riporre la sua giacca e il borsone, poi indicai i vari comfort.
-Lì c'è il tuo armadio e accanto una piccola cabina dove potrai mettere i bagagli e le scarpe. Poi quando vorrai uscire in terrazza basta che spingi questo pulsantino verso il basso-
Mostrai al mio ospite la funzionalità dell'apertura della portafinestra e poi ripresi a parlare.
-Qui c'è un tavolino e una sedia a sdraio. Puoi alzarla e sederti normalmente mentre scrivi poggiandoti sul tavolino. Jungkook fa spesso questa cosa nel terrazzo di camera nostra. Lo rilassa. Provaci, Hyung. E se il sole ti da fastidio abbassa anche il telo automatico tramite questo interruttore-
Spiegai ancora.
Namjoon seguì le mie dritte con attenzione, poi mi ringraziò. Si poggiò sul tavolino in ferro bianco e io lo assecondai accomodandomi sulla sdraio abbassata.
-Ti manca Kook?-
Annuii.
Il giorno prima quando ero tornata dal fast food con mio figlio, non trovai a casa il viola.
Se n'era andato, seguendo i miei ordini. Ero felice di poter stare da sola, ma avrei preferito che tutto fosse tornato alla normalità e che il mio uomo sarebbe stato con me.
E già mi mancava tremendamente.
La giornata la trascorsi sola, ho cercato di distrarmi lavorando a bozzetti e cucendo, ma la sua mancanza si sentiva. E non poco.
Lui mi inviò la buonanotte tramite messaggio, al quale risposi con un 'notte' secco.
Mi aveva delusa davvero molto.
-È solo un'idiota.-
Sentenziò lui donandomi una leggera pacca sulla spalla sinistra.
-Possiamo cambiare discorso? Sto per piangere-
Dissi ridacchiando.
Namjoon annuì sorridendo.
-Presto sarà ora di cena. Andrò a prendere qualcosa ad un fast food nelle vicinanze-
Annunciò il ragazzo.
-Posso cucinare io-
Lo fermai.
Lui scosse la testa, poi indicò il mio pancione.
-Non oserò farti affaticare per me. Cucinerò io al tuo posto, oppure-
-No! Non osare toccare la mia amata cucina, Oppa. La tua forza è sovrannaturale...Qualunque cosa tu tocchi si rompe...Mi capisci, vero? Sii realista Joonie...E smettila di ridere!-
Era inutile parlare con il biondo in quel momento. Appena sentì le mie prime parole schiuse la bocca ridendo di gusto.
-Va bene, va bene-
Si placò.
-Dov'è il mio nipotino preferito?-
Disse ad alta voce il ragazzo.
In un'attimo il piccolo Aidan corse nella camera degli ospiti e indicò se stesso.
-Zio!-
Urlò.
Namjoon ridacchiando prese in braccio mio figlio e lo guardò serio.
Aidan fissò il maggiore curioso.
-Cosa vorresti per cena?-
Domandò Joon.
-Mamma cucina pasta con il sugo!-
Annuii.
-Posso farlo-
-Ti ho detto di no, Kris. Non devi sforzarti. Prenderemo qualcosa da un ristorante. Di cosa hai voglia precisamente mostriciattolo?-
Aid ridacchiò e con lui anch'io.
Poi il piccolino alzò le mani in aria oscillandole con fretta.
-Bap! Bap!-
Ordinò.
-Uh?-
Nam si voltò verso di me.
Io mi alzai dal mio posto affermando con un cenno della testa.
-Intende il Gukbap. È da parecchio che non lo mangia.-
-Ah, capisco. Del Bap Bap per il piccolino allora. Per me prenderò del classico Tteokbokki e per la mamma e il mio futuro nipotino...?-
-Del Seolleongtang. Una piccola porzione. Non ho molta fame-
-D'accordo. Vuoi venire con me?-
Joonie domandò ciò al bambino che mi guardò speranzoso di una risposta positiva.
Sospirai.
-Prima avresti dovuto mettere a posto i giocattoli sparsi in salotto...Ma per sta volta passi.-
Risposi.
Il mio bambino sorrise dolcemente.
-Va a prendere la tua giacca, Joon. Sta sera sembra faccia freddo. Io metto qualcosa di comodo al bambino e poi ti raggiungerà.-
Nam lasciò il piccolo tra le mie braccia e si avviò verso il piano inferiore.
In poco tempo feci indossare una tuta Aidan grigia e bianca a mio figlio e delle comode Fila bianche.
Lasciai Aidan tra le mani del mio migliore amico e infine li guardai mentre lasciavano la casa.
Approfittai di quel piccolo momento in cui in casa regnava silenzio e tranquillità, per chiamare il mio uomo.
Mi fermai a guardare il suo contatto...Tutto il giorno non ho fatto altro che pensare al suo bellissimo tattoo e a ciò che mi aveva detto:
'Kristen, io non devo pensare a nulla, devo solo riacquisire la tua fiducia e so come farlo...Sposandoti.'
Aveva davvero pensato di chiedermi la mano tramite un tattoo che rappresentava un cuore a Puzzle unito che richiamava molto noi due, che ci eravamo riuniti finalmente e un'anello nuziale.
Il mio uomo è il migliore; lo amo con tutta me stessa...Peccato che non faceva altro che combinare casini.
Massaggiai il mio pancione e mi sedetti suo divano.
-Porca puttana, oggi-
Sbraitai quando sbadatamente pestai col piede uno dei soldatini militari di Aid.
Scossi la testa...Jungkook se fosse stato lì in quel momento avrebbe preso le mie difese e avrebbe punito Aidan.
Era molto cambiato da quando il suo secondo figlio venne fuori. Era protettivo e molto disponibile.
Mi mancava la sua presenza...Mi mancava il mio Cookie...
Senza perdere altro tempo chiamai il ragazzo il quale ai primo squilli rispose.
-Baby, stavo per chiamarti io-
Iniziò lui.
Rimasi in silenzio, annuii poco dopo.
-Come state? Namjoon è già arrivato, vero? Aidan ha già mangiato? E che mi dici di te e il piccolo? Scalcia?-
Allontanai il telefono dall'orecchio solo per permettere a un sospiro di frustrazione di venire fuori.
Mi mancava così tanto che avevo paura di cedere da un momento all'altro e implorarlo di ritornare. Ma comunque necessitavo del mio momento per ragionare.
-Kristen? Tutto bene?-
Parlò ancora lui.
-Sì, sì. Sono solo nervosa-
-Per via della gravidanza?-
Annuii.
-Anche per via del lavoro, di questa situazione di merda e in più Aidan ha lasciato dei giocattoli in giro su cui ho camminato per sbaglio e mi sono fatta male...Il mio nervosismo e la voglia di spaccare tutto sta davvero arrivando alle stelle.-
Conclusi.
-Passami il piccolo, per favore-
Ordinò.
-Non c'è. È andato con Nam a prendere la cena per sta sera. Cambiando discorso: hai mangiato?-
-Sì, ho finito di ripulire la cucina con Taehyung e Jin...E poi...Per tutta la durata della cena, Yoongi non ha fatto altro che guardarmi male. Mi ha esplicitamente detto con lo sguardo che sono un gran pezzo di merda. Siccome non lo sapessi già...-
Lo sentii sospirai.
Lo imitai e mi alzai dal divano.
Yoongi stava prendendo le mie difese, come forse tutto il resto del gruppo. Che ragazzi d'oro...
Poi accennai un sorriso intimidito e lo spensi quando Guk disse una frase.
-Mi manchi...Mi manchi davvero tanto, mi manchi come l'aria...Baby, ho bisogno di vederti e di abbracciarti, di coccolarti, di prendermi cura di te e del piccolo...-
Scossi la testa.
-Momentaneamente resta dove sei. Namjoon Oppa mi aiuterà lui stesso. Non ho bisogno di vederti nè di sentirti fisicamente. Sto benissimo e più serena...Lasciami i miei spazi.-
Mentii tremendamente in quella frase. Avevo bisogno di lui urgentemente, volevo averlo a casa, al caldo con la testa poggiata sul seno e le mie mani tra i suoi capelli.
-Oh...-
Mormorò deluso.
-Dunque...Vado a dormire-
Annuii.
-Domani quando Namjoon verrà a lavoro porterà con se Aidan; così puoi vederlo e potrete stare assieme-
-Grazie-
Disse.
-Bene...Notte, Junggok.-
Parlai fredda.
-Buonanotte piccola...Dormi bene. Ti amo-
-Mh mh-
Annuii chiudendo la chiamata.
-Ti amo anch'io-
Sussurrai guardando lo schermo del telefono ancora acceso.
-Merda-
Imprecai quando delle lacrime percorsero il mio viso.
Mi sentivo in colpa per averlo trattato con tutta quella freddezza.
Ma dopotutto essere così distaccata era assai utile: se mi sarei comportata in modo freddo sarei riuscita a mantenere le distanze.
Asciugai quelle maledette gocce amare dal mio viso e tentai di calmarmi: se ero triste o stressata avrei causato delle modifiche negative alle future emozioni del mio piccolo nascituro.
Ordinai il salotto dai giochi di Aidan, misi la tovaglia per la cena sul tavolo in vetro e preparai la tavola con tovaglioli, bacchette in ferro e bicchieri.
Poi andai al piano superiore per privarmi degli abiti da casa e infilarmi nel mio comodo e caldo pigiama invernale in seta rosa e bianca.
Mi recai in studio per sistemare i tessuti nei propri rotoli e mettere delle nuove bobine di filo alla tagliacuci e ad una delle tre macchine da cucire che usavo più spesso.
Poi uscii dalla stanza e mi soffermai alla porta accanto a quella del mio laboratorio: la porta del suo studio.
Accarezzai la maniglia come se potessi accarezzare le orme di Jungkook lasciate su di essa dopo tutte le volte che apriva la porta, entrando ed uscendo dal suo studio.
Mi placai subito, però.
Non volli aprire l'anta legnosa poiché ero consapevole che una volta entrata nella stanza avrei visto tutti i suoi oggetti personali e mi sarei fatta trascinare da un pianto isterico.
Sospirai, abbassai il volto verso il pavimento, poi poggiai la fronte sulla porta liscia.
E proprio in quel momento, il campanello suonò ripetute volte.
Aidan.
Era un vizio del bambino suonare infinite volte al citofono di casa: lo divertiva. Ma io no.
Risi lo stesso al suo modo di fare bambinesco e aprii il cancello principale del villone assieme alla porta di casa.
Il mio bimbo entrò per primo all'interno del giardino, percorse la stradina in breccia bianca e grigia e salii i pochi gradini della scalinata per poi arrivare a me.
-Mami! Ho fame!-
Presi in braccio il mio bambino, abbassai la sua mascherina e baciai le sue guanciotte paffute.
-Papà è tornato?-
Lì il mio cuore si spezzò.
Il piccolino mi guardava con speranza, scossi la testa ricordandogli dove fosse.
-Amore, ti ho già detto che papà sarà assente qualche settimana per lavoro e starà dagli zii perché...è più vicino all'agenzia!...Domattina lo vedrai, Zio Joon ti porterà da lui-
Aidan approvò con un cenno del capo.
-Va a lavarti le mani-
Ordinai lasciando il bambino con i piedi per terra.
Namjoon si avvicinò a me a sorrise.
Io l'aiutai con le buste e chiusi con una gamba la porta d'entrata.
Poggiai il cibo sul tavolo e studiai le porzioni per poi consegnarle ai rispettivi destinatari.
Mi sedette a guardai Nam.
-Aidan si è accordo che Jungkook manca da troppo tempo. Temo che queste settimane per lui non saranno facili...-
Il biondo sospirò e poggiò una mano sulla mia spalla destra.
-Ogni tanto lo porterò con me in agenzia, così potrà stare con il suo papà...Ti va bene?-
Annuii.
-Era proprio ciò che volevo chiederti; Prima ho chiamato Jungkook per sentire come stava e gli ho detto che domani avrebbe visto il bimbo. Puoi portarlo?-
-Certamente!-
Esclamò.
Il ragazzo sorrise e mi mostrò quelle due bellissime fossette.
Accarezzai il suo braccio, poi finii di disfare la busta dei cibi d'asporto dalle bacchettine in legno in più che ci avevano consegnato e dalle bottiglie d'acqua e di coca-cola.
-Cos'è questo?-
Domandai al biondo mentre si avvicinava a me con il bambino in braccio.
Guardai il bigliettino pubblicitario ch'era nel fondo del sacchetto bianco e lo rigirai tra le mie mani.
Nam rise.
-Ah, si. Sono andato in un nuovo ristorante a prendere la roba...Sai, l'hanno aperto pochi giorni fa e volevo provarlo. Dunque, il luogo è a corto di personale perciò cercano qualche lavoratore che voglia unirsi a loro e mi hanno consegnato questo volantino.-
Concluse lui.
-Capisco.-
Commentai.
-Beh-
Mi avvicinai al frigorifero grigio e sollevai una calamita a forma di uva la quale fermava un disegnino che Aidan mi aveva dedicato mesi prima e incastrai il foglietto del ristorante sotto essa.
-Lo conservo, così Aidan avrà già un lavoro da grande-
Joonie rise e annuì.
-Ottima idea Kris-
Disse tra le risate.
Poi iniziammo a mangiare, pescammo un discorso legato al tempo di Seoul, erano giorni che non si vedeva un raggio di sole, Nam appoggiò le mie lamentele e aggiunse le sue.
Poi mi placai quando la mia mente vagò su Jungkook.
Rattristai la mia espressione, Joonie lo notò.
-So che stai pensando a lui. Smettila di farlo, quindi.-
-Perchè deve sempre ritornare quella lì?-
Piagnucolai.
Il più grande scrollò le spalle.
-Non ne ho la più pallida idea. Ma so di certo che il karma la punirà.-
Appuntò il biondo, convinto delle sue parole.
Annuii.
Mi guardai attorno mentre sospiravo per la pienezza; Avevo mangiato di gusto.
Poi il mio sguardo captò qualcosa non appena guardai dalla sala da pranzo il frigorifero in cucina coperto per metà dalle opere artistiche infantili del mio primo genito; Sorrisi maliziosamente e confabulai con me stessa su ciò a cui stavo pensando.

Il karma sarei stata io.

PUZZLE //Jeon JungkookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora