CHAPTER 61.

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Guardai Namjoon che si alzava dal divano pronto per portare Aidan mezzo dormiente di sopra.
Erano le dieci di sera, il giorno stesso dopo essere tornata dalla mia missione, ovvero dare una lezione a Soomin, Nam e mio figlio erano già andati in agenzia, così decisi di lavorare durante la giornata e scambiare alcuni messaggi con Jungkook.
La sua mancanza era aumentata di dieci gradini, ma feci di tutto per stare con la mente libera dai pensieri e rimanere serena prendendomi cura del bimbo nel mio grembo.
Mi rizzai in piedi con lentezza e poi poggiai le mani sul pancione.
-Che sonno-
Sussurrai esasperata.
Spensi il televisore del salotto acceso ore prima per permettere al mio primogenito di godersi i suoi cartoni animati serali e sistemai i cuscini sul divano bianco.
Poi spensi l'interruttore della luce e salii al piano superiore pronta per effettuare una chiacchierata tramite chiamata con il mio uomo.
Passai dinanzi la stanzetta del mio piccolo bambino, sistemai per bene le coperte verdi e gialle sul suo corpicino e baciai la sua fronte asciutta.
-Domattina verrai in azienda con mamma oppure andrai a trovare papà con zio Joonie?-
Aidan scosse le spalle ed esitò per due brevi secondi.
-Mamy-
Scelse lui.
Annuii.
Mi voltai verso Nam che ci guardava addolcito.
-Dopodomani se ti va puoi portalo da Kook?-
-Non chiederlo neppure Kris-
Mormorò il biondo.
Sorrisi.
Diedi le ultime carezze al mio bimbo e baciai il suo volto liscio, poi uscii dalla stanzetta lasciando la porta socchiusa.
-Buonanotte Oppa-
Sussurrai al biondo.
Lui mi attirò a sè e baciò la mia guancia sinistra lasciandomi in corridoio con una carezza sul pancione e un sorriso sulle sue labbra carnose, socchiuse.
-Buonanotte, jagiya-
Entrai in stanza, guardai il portatile poggiato sul comodino e morsi nervosamente le mie labbra mentre con le mani chiudevo la porta dietro di me.
-Devo chiamarlo e dirgli tutto...-
Sussurrai a me stessa.
Mi avvicinai a passo spedito al letto, lentamente mi sedetti sul morbido materasso e trascinai con una veloce mossa il computer ai miei piedi.
Lo aprii lentamente e sospirai vedendo delle chiamate skype perse da parte del mio ragazzo.
Schiacciai sull' icona dell' app per videochiamate e cercai il suo contatto; poi feci partire la chiamata.
Dopo qualche secondo il viso del corvino si impadronì dello schermo del pc.
Intanto il mio cuore prese a battere velocemente vedendo tutta quella bellezza, come ogni volta che lo guardavo, dopotutto.
Sorrisi.
-Hey-
Sussurrai.
-Perchè non hai risposto alle mie videochiamate di qualche ora fa?-
Domandò preoccupato Kook.
-Avevo da fare con il lavoro...-
Spiegai gesticolando.
Il ragazzo annuì e si posizionò meglio il telefono avanti al viso.
-Come stai?-
Chiese.
Scossi la testa con fare positivo.
-Bene.-
Conclusi.
Percepivo i suoi occhi su di me anche se non avevo il coraggio di guardare lo schermo più di tanto i mi sarei trasformata in un pezzo di pane nei suoi confronti; perciò mandai un nodo di saliva il quale era bloccato lungo la mia gola e decisi di togliermi il peso di ciò che avevo combinato la mattina stessa.
-Parliamo del nome del bambino? Ho già qualche idea da proporre...-
Disse lui.
Approvai accennando un sorriso minuscolo.
-Dimmi a quali nomi hai pensato-
Mormorai stanca.
-Ce ne sono così tanti...Avevo pensato Dae, oppure Joon-Woo...Poi un'altro nome ha sovrastato le mie idee. Vuoi sapere qual'è?-
Annuii curiosa, sistemai meglio un cuscino dietro la mia schiena e guardai la perfetta figura del corvino.
-Si-Woo.-
Puntualizzò.
-Si-Woo...-
Ripetetti a bassa voce.
-Come mai ti piace il nome Si-Woo?-
Domandai.
Lui scrollò le spalle e sorrise.
-Per il suo significato-
Aggiunse occhieggiando verso di me, radioso come non mai.
Lo guardai storto, che cos'aveva di così tanto speciale il significato di quell'appellativo?
-Qual'è?-
Azzardai a domandare, ma Kook mi fermò.
-Prima che mi dimentico di dirtelo...Ho trovato una tonalità di azzurro che sarebbe perfetta per le pareti della stanzetta del nuovo arrivato-
-Di che tonalità parli?-
-Un'azzurro ciano. La dipingeremo e poco a poco aggiungeremo del bianco così il colore si schiarirà ancor di più e verrà un bell'effetto. Poi possiamo aggiungere dei pesciolini colorati, gli Hyung mi aiuteranno a disegnarli proprio come quando abbiamo allestito le mura della camera di Aidan disegnando i dinosauri. Che ne pensi?-
Sorrisi con gratitudine nei confronti del giovane per tutto l'impegno che stava mettendo in gioco per dare il meglio di sé, poi con un gesto del capo mi schierai dalla sua parte.
-È una bellissima idea, Guk-
Lui incurvò le labbra rosee verso l'alto e socchiuse gli occhi, i suoi denti bianchi vennero fuori accompagnando un sorriso radiante.
'Il mio uomo è bellissimo'
Pensai, facendo scorrere i miei occhi chiari sulla sua perfetta sagoma.
Poi un peso costante prese a battere prepotente contro il mio stomaco, poggiai una mano sulla fronte e sbuffai, facendo cadere l'espressione felice che era attaccata al mio volto fino a qualche istante prima.
-Che succede?-
Azzardò a domandare Jungkook.
Dovevo rivelarglielo, una puntina di paura si era impossessata di me, temevo di litigare e di peggiorare la situazione.
Ma non potevo tenerlo nascosto per sempre.
-Devo dirti qualcosa...-
Mugolai con angoscia.
Guardai Junggok, il suo sguardo era atterrito, percepivo l'ansia sorvolare in tutti gli angoli della stanza bianca.
-Che vuoi dirmi?È grave?-
Sbatacchiai le spalle non volendo rispondere, non era grave ma non era neppure un fatto da niente.
-Non voglio usare giri di parole o rischio di perdere tempo...Vado dritta al sodo-
Annunciai.
Presi un piccolo respiro.
Poi guardai i suoi capelli corvini, immaginavo l'odore di aloe dello shampoo che usava solitamente Kook, volevo averlo tra le braccia e baciare la sua chioma lucida...ma non era possibile.
-Oggi sono andata allo studio di tatuaggi dove lavora Soomin...-
Dichiarai.
Jungkook sussultò.
-Che?!-
Domandò allarmato.
Protesi le mani in avanti e lo placai prima che potesse dire qualcos'altro.
Percepivo la sua tensione, ma dovevamo affrontare il tutto con calma, possibilmente.
-Un momento...-
Lo pregai.
Lo vidi rigido e potevo capirlo, per questo decisi di utilizzare un tono caldo e rassicurante, cosa che non era la sua espressione.
-Le ho messo in testa di chi sei e ho ordinato di lasciarti in pace. Tutto qui. Ora puoi parlare, ma sii tranquillo, per fav-
-Tranquillo?!Tranquillo?! Sei andata a cercarti guai e dovrei stare tranquillo?! Kristen, cazzo, sei una stupida!-
Strepitò il ragazzo alzandosi dalla sedia della sala da pranzo su cui era seduto.
Intanto non mi aveva neppure fatto finire la frase, di fatti esplose di rabbia immediatamente.
Sentii le orecchie fischiare, il suo tono potente mi stava spaventando come ogni volta che ne faceva uso.
-Cosa ti avevo detto tempo fa?! Ti avevo esplicitamente ordinato di starle alla larga, di svoltare direzione se mai l'avresti vista perché quella donna non è normale! Cazzo, Kristen, perchè non mi ascolti mai?!-
E in un baleno le sue parole mi piombarono in mente: 'Se mai dovessi incontrarla,
svolta l'angolo, cambia strada o chiamami. Io arriverò immediatamente. Soomin sarebbe stata capace di farti del male: quella tipa è tutta fusa'
E non avevo dato peso a quell'importante raccomandazione. Ma volevo solo togliere di mezzo quella bastarda rovina famiglie...ecco.
-L'ho fatto per toglierla di mezzo...volevo vivere in tranquillità, volevo avere la consapevolezza che nessuno si sarebbe più messo in mezzo a noi!-
Spiegai ad un passo da cedere ad un pianto liberatorio.
-Tu fai sempre come ti pare! Non mi ascolti mai e i miei pareri te li infili sempre su per il culo! Credi davvero che la nostra relazione possa funzionare se non mi dai mai retta? I miei consigli li tiro fuori dal cuore e tu ci cammini sopra! Sei davvero una pessima partner...-
Sgranai gli occhi sentendo le sue ultime parole.
È vero, non lo avevo ascoltato: ma come osava dirmi che ero una pessima fidanzata dopo che gli sono rimasto accanto per tutto quel tempo?
-Io sarei una pessima partner?! Tu per questi tre anni non hai fatto altro che illudermi, insultarmi e farmi stare male come un fottuto cane!-
Sì, stavo urlando. E come lo stavo facendo...Con tutto quel dolore in corpo avrei indolenzito il piccolo, ma non potevo farci nulla...quelle parole erano davvero fin troppo per il mio cuore.
-Non ripescare fatti del passato, mi fai girare il cazzo quando me li rinfacci-
-Non m'interessa! Tu stai provocando del male a me e al bambino, ecco perché non sei il massimo dei fidanzati! E sai una cosa?! Yoongi sarebbe stato di gran lunga un marito e padre migliore di te!-
Quelle frasi pesanti scivolarono dalla mia bocca fino al microfono del pc, l'espressione infuriata del corvino cambiò in pochi secondi mutandosi in una smorfia delusa, addolorata.
Restò in silenzio per pochi secondi, io singhiozzai poiché nel frattempo avevo preso a frignare come una bambina, ma il motivo era più che valido.
Asciugai le lacrime sulle guance, con gli occhi gonfi e colmi di gocce salate scrutai il ragazzo muto che guardava un punto preciso oltre il suo telefono.
Schiusi la bocca per dire qualcosa, un flebile "Oppa" attirò l'attenzione di Jungkook che mi fermo con una frase che spezzò il mio muscolo cardiaco in due parti:
-E pensare che volevo sposarti-
Pose fine alla chiamata, io scossi la testa...avevo rovinato tutto, in ogni circostanza c'è sempre un lato negativo...ed era quello.
Forse ero stata troppo cattiva con Soomin e il karma si era accanito contro di me, come succede nelle situazioni quando l'ira e la rabbia prendono  il sopravvento tutto.
-Non vuole più sposarmi...-
Sussurrai chiudendo gli occhi e imbronciando la faccia in una posa che richiamava il pianto, ma tirai indietro le lacrime quando quando bussò alla porta.
Con le mani pulii il viso dalle gocce amare del mio piagnucolio e mugolai con tono basso un debole "Avanti" attendendo che la porta venisse aperta.
-Kris-
Namjoon diede vita al suo tono roco entrando in stanza.
-S-si?-
Sussurrai sistemando il computer che spensi sopra il mio comodino.
Nam non disse nulla, semplicemente si sedette sul materasso e accarezzo la mia chioma.
Sorrisi timidamente, quel sorriso non aveva nulla di vero.
-Smettila-
Ordinò.
Confusa lo guardai.
-Di fare cosa?-
-Di soffrire-
Rimasi in totale silenzio, poi la mano del biondo si poggiò sulla mia spalla e l'accarezzò.
-Ho sentito la conversazione e so che non sono affari miei, ma ti prego di non soffrire per un'idiota del genere; forse hai anche sbagliato ma lui ha esagerato, come sempre. Si sistemerà tutto, mh?-
Un briciolo di speranza il quale mi faceva pensare che tutto si sarebbe sistemato, mi tranquillizzò ma la litigata di qualche minuto prima ritornò nella mia mente schiacciando il mio cuore e torturandolo.
Sbuffai sentendo le lacrime che facevano di tutto per scivolare dall'apice degli occhi, mi insultai mentalmente, ero stata una cretina a dirgli quella frase, l'avevo ferito saltando sulla sua unica certezza di essere un buon padre: e lui era dannatamente un'ottimo genitore.
-Kristen...-
Sussurrò Nam.
Prese il mio volto tra le sue mani, poi mi guardò dritta negli occhi.
Il suo sguardo cadde dalle mie pupille alle mie gote rosse, passò i pollici su di esse asciugando le lacrime che si erano lasciate scivolare sulla mia cute facciale, percorrendo un piccolo scivolo che aveva inizio dalle palpebre e finiva a qualche centimetro dal mento.
-Respira profondamente e chiudi gli occhi-
Consigliò il biondo.
Lo guardai incerta; tutto ciò che volevo fare era prendermi a schiaffi per essere stata così senza cuore e correre fino ai dormitori dove il mio Jungkook alloggiava momentaneamente per poi abbracciarlo e inchinarmi avanti a lui per domandare perdono.
Sono stata una vera e propria merda.
-Hey-
Joon mi scosse dolcemente e poi parlò con esigenza:
-Fa come dico.-
-V-va bene...-
Balbettai abbattuta dalla lite conclusa qualche attimo prima.
Chiusi gli occhi assonnati e respirai cercando un minimo di serenità.
-Bene; continua a respirare così per qualche secondo. Prova a liberare la mente da tutti gli aspetti negativi Facciamo...dieci secondi. Poi aprirai gli occhi e ti metterai sotto le coperte cercando di dormire. Intesi?-
-Si...-
Sussurrai io.
-Avanti-
M'incoraggiò l'uomo.
Abbassai lentamente le palpebre leggermente gonfie a causa del pianto, inspirai ed espirai con calma cercando di allontanare i nuvoloni e annebbiavano la mia mente.
Sentii le dita di Nam accarezzarmi i capelli, mi stavo rilassando, il mio cuore palpitò non appena pensai in positivo a proposito della situazione tra me e Kook.
Sorrisi, aveva funzionato: mi ero calmata.
-Apri gli occhi-
Mormorò il maggiore.
Quando eseguii la sua richiesta, la prima cosa che vidi fu il sorrisi di Joon e le sue adorabili fossette in bella vista.
-Va meglio?-
Annuii alzando le mani verso di lui e poggiandole successivamente sul suo collo.
Abbracciai il biondo attirandolo a me e lo ringraziai con tono esile.
-Non devi ringraziarmi. Farò sempre di tutto per vederti felice-
Produssi un verso di tenerezza e mi accomodai sotto il piumone color oro, poggiai la guancia sul cuscino e mentre con una mano accarezzavo il pancione, scrutavo Namjoon intento ad alzarsi dal materasso ed a fare il giro del letto.
Me lo ritrovai accanto, il suo viso era parallelo al mio, poggiò le sue labbra sul mio zigomo sinistro e mi sorrise per la medesima volta nella giornata;
-Ora riposa: domani sarà un nuovo giorno soprattutto migliore di questo. Ti voglio bene Kris-
Smagliai un piccolo sorriso, decisi di chiudere gli occhi e rispondere alla rivelazione amichevole del più grande.
-Anch'io te ne voglio-
Nam si voltò con quell'angelica smorfia felice dipinta in volto e afferrò il pomello della porta, uscendo dalla stanza.
Rimasi sola nel perimetro, con il mio piccolo bambino al caldo nel grembo e un senso di serenità che sovrastava tutti i sensi di colpa e le emozioni negative che avevo assorbito durante la complicata serata.
E proprio nel preciso istante in cui le mie sottili palpebre stavamo per abbassarsi, un tintinnio occupò il cupo silenzio nella camera semivuota.
Alzai la testa e guardai in direzione del mobiletto decorativo all'entrata della mia stanza e di Kook: il mio telefono che avevo lasciato lì appena entrata in camera, si era acceso.
Anche se la stanchezza dominava su tutto in quel momento, mi alzai lo stesso speranzosa che il mittente di quella notifica fosse il mio uomo.
Afferrai il cellulare tra le mani e sì, c'era il suo nome sul display della schermata di blocco.
Ma il messaggio che mi aveva inviato, non sprigionava molta felicità: io infatti, mi sentii morire.
L' sms diceva: 'Scordati di quelle fottute nozze.'
Dovetti sedermi sul letto poiché le brutte sensazioni spinsero rudi contro il mio cuore che piano piano si sgonfiava: avevo combinato un casino e non sapevo come uscirne.

PUZZLE //Jeon JungkookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora