CHAPTER 33.

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Pov's Kristen.

Era stata una giornata intensa per me e per Junggok: eravamo usciti con delle mie vecchie conoscenze e avevamo girato per un bel po' tra le botteghe più famose di Milano.
Poi verso le sette di sera siamo andati a trovare mio padre; l'incontro mi ha riscaldato il cuore.
Mi era mancato tremendamente e mi sono goduta ogni singolo secondo con lui.
Poi Kook e il mio papà si sono messi a conversare di vini, facendo una classifica dai più costosi ai meno lussuosi.
Io ovviamente sono stata sfruttata per fare loro da traduttrice.
Successivamente Junggok ha insistito per portarmi in una gioielleria famosa al centro di Milano, laddove abbiamo beccato una folla di army i quali ci hanno filmato, rovinando così il nostro momento pacifico, ma il fatto di sentire complimenti in Italiano rivolti a me e Jungkook, mi ha fatto sorridere, mi sono sentita amata come mi sentivo amata in corea.
Il moro ha insistito nel prendere due bracciali abbinati, la sua spiegazione era 'per essere stato così crudele oggi;'
I gioielli non erano altro che due braccialetti in oro, nel suo, una scritta 'sky' padroneggiava sulla superficie del ferro costoso, mentre sul mio era incisa la parola 'star'.
L'unica pecca fu quando Kook li tenne custoditi tra le borse dei suoi acquisti effettuati durante l'uscita con le mie amiche e me, disse che voleva metterli in un momento meno chiassoso.
E dopo una dolce cena a lume di candela, effettuata in uno dei ristoranti più deliziosi di Milano, finalmente il momento della consegna dei bracciali arrivò.
Sotto ordine di Junggok, le guardie del corpo ci accompagnarono con la vettura con la quale ci avevano tenuti d'occhio durante la giornata, fino alla piazza del Duomo.
-Scendi dolcezza-
Mi invitò ad abbandonare la calda vettura, il moro.
Erano le dieci di sera, a causa della pandemia del 'coronavirus' il quale attaccò l'Italia come il resto del mondo, alcuni mesi prima, era entrato in vigore il coprifuoco che invitava i cittadini Italiani a chiudersi nelle proprie casa prima dell'arrivo delle undici di sera.
-È bruttissimo vederlo così vuoto...-
Sussurrai abbozzando una triste smorfia sul viso.
Le uniche persone che erano presenti al Duomo eravamo: un gruppo di vecchietti seduto sulle panchine del ricco arredamento urbano della città, una signora di mezza età che portava a spasso il suo cane di piccola taglia, io, Kook e le guardie del corpo accomodate nella macchina parcheggiata un po' più in la.
Le mani di Jungkook afferrarono le mie.
Abbassò la mia mascherina e lo stesso fece con la sua, poi le nostre labbra si toccarono.
Il sacchettino della gioielleria ciondolava dal braccio del moro che si muoveva lungo il mio fianco destro, lo strinse, poi si staccò avvicinandosi al mio orecchio;
-Ho bisogno del tuo corpo-
Mi avvisò con un tono di voce assai bassa, la quale mi fece rabbrividire.
Jungkook lo sentivo più vicino, da quando lo stesso giorno dimostrò di venerare il mio corpo e di conoscere ogni minimo dettaglio di esso.
Subito i dubbi riguardanti il mio corpo sparirono quando l'uomo ammise che il fisico della sua ex non era affatto compatibile al mio, perché la mia corporatura vinceva su tutto, o almeno su quella di Soomin.
Questo dal suo punto di vista, ci sono donne straordinarie, con fisici mille volte meglio del mio, ma l'importante è la persona com'è fatta dentro, io mi reputo una grande donna.
Annuii alla sua proposta: quei quarantacinque minuti di sesso sfrenato di un paio di ore prima, prima dell'uscita,non erano di certo bastati per placare la nostra ira sessuale.
Allacciai le braccia attorno il collo del ragazzo che a sua volta affondò la testa nell'incavo del mio collo abbronzato.
Poi si allontanò di pochissimi centimetri, giusto per prendere a trafficare nella busta dei gioielli, tirò fuori dalla loro rispettiva scatolina i due accessori, consegnò al me il braccialetto con su scritto 'sky' e lui tenne quello destinato a me.
Poggiò il sacchetto con il logo della gioielleria per terra, accanto i suoi piedi e mi guardò negli occhi.
Afferrò il mio braccio e infilò lentamente su di esso il bracciale argentato.
-Ho scelto questi braccialetti perché queste parole ti descrivono perfettamente;-
Il bracciale si ancorò alla perfezione al mio polso, guardai contenta il bracciale e poi spostai il mio sguardo curioso sul moro.
-Cioè?-
Domandai non comprendendo.
Jungkook ridacchiò.
-Cioè...-
Allungò il braccio in mia direzione, come per farmi cenno di volere il suo gioiello al polso.
Io allacciai lentamente il bracciale al di sopra della sua mano;
Quando finii di elaborare il gioiello in argento,
guardai il ragazzo, che prese a parlare.
-Significa che tu...-
Afferrò tra le sue lunghe dita, la mia mano arricchita dal bellissimo braccialetto.
-Sei la stella del mio cielo-
Baciò il dorso del mio arto, poi mi mostrò il suo bracciale che si abbinava secondo il significato, al mio.
Sorrisi e gettai le mie braccia al collo, baciai le sue labbra carnose e dolci, Kook mi sollevò dalle cosce e in un baleno le mie gambe si ritrovarono a stringere saldamente il suo busto muscoloso.
-Ti amo-
Sussurrai, ignara di ciò che avessi appena detto.
Il moro rimase perplesso a rispondere alla mia frase, io mi accorsi di cosa avessi pronunciato e spalancai i miei occhi.
Mi lasciò poggiare i piedi per terra e iniziò una breve camminata verso la macchina nera parcheggiata in fondo alla strada.
Rincorsi Jungkook chiamandolo per nome.
Esso si voltò, nel suo viso scorsi freddezza,poi lo abbracciai con tristezza e pentimento.
-Scusami, ho rovinato tutto...-
Pronunciai amareggiata.
Mi aspettavo che Kook mi ripetesse le sue solite prediche, invece si limitò a ricambiare la stretta ed a baciarmi la testa dai capelli folti.
-Andiamo in hotel; ho bisogno di sentirti urlare il mio nome, piccola-
Propose ottenendo da me uno sguardo malizioso come risposta.
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Le buste dello shopping, ci vietavano di entrare con comodità in ascensore, ma dopo svariati secondi passati a sistemare il tutto negli angoli della scatola meccanica, le porte si chiusero ed il moro si lanciò su di me, le falangi affusolate si inoltrarono oltre i miei abiti di alta sartoria.
Tastarono tutto il mio corpo, ansimai suo tocco rude, iniziai a gemere non appena i suoi denti intrappolarono tra di essi un lembo di pelle appartenente al mio collo magro.
Mi sentivo letteralmente in paradiso, in qualche modo volevo ricambiare anch'io il favore al giovane, così poggiai la mano a coppa, sulla protuberanza che si nascondeva timida sotto i suoi pantaloni diventati improvvisamente stretti nel punto del suo pube largo.
-Cazzo-
Imprecò Jungkook; con una mossa veloce mi fece aderire violentemente al muro, il dolore che aveva provocato il gran tonfo, non era un problema per me, poiché l'eccitazione aveva preso il sopravvento di tutte le mie emozioni.
Una delle mie gambe prosperose, venne presa e allacciata di conseguenza al suo bacino stretto.
Le nostre intimità erano a pieno contatto, il quale dovemmo cessare, non appena arrivammo al nostro piano.
Le buste furono portate in camera, gli abiti che in precedenza padroneggiavano sui nostri corpi bollenti, giacerono tutto ad un colpo sul pavimento moderno della stanza poco illuminata dalla calda luce emanata dalle lampade da tavolo poggiate sui comodini affiancati al letto, gli ansimi di eccitazioni, erano gli unici rumori ad udirsi nella nostra camera d'albergo.
Gettai la schiena all'indietro, essa toccò il materasso morbido e freddo, ma Jungkook mi riscaldò con il suo corpo ardente;
Le sue braccia muscolose mi attirarono a se, le nostre labbra si collegarono e successivamente le lingue contenute nelle nostre bocche si rincorsero per tutto il perimetro della via orale.
Allargai le gambe quando percepii la presenza del membro rizzato del ragazzo, che toccava il mio sesso, bagnato dai miei stessi umori.
Il pene di Kook scivolò lentamente in me, ansimai arcuando la mia schiena per sentirlo più affondo, poi il moro rivolse le sue attenzioni al mio seno prosperoso il quale venne mordicchiato, baciato e succhiato dal giovane.
Il bacino di Junggok si muoveva velocemente verso il mio, i nostri gemiti occupavano il silenzio della grande stanza lussuosa, non ci importava di chi potesse sentirci, non ci importava se infastidivamo qualcuno, volevamo solo essere uniti e goderci il nostro momento.
Le mie gambe vennero poggiate sulle spalle del maggiore che cominciò a pompare con modesta voracità verso la mia entrata lubrificata.
La ciliegina sulla torta a farmi esplodere negli ultimi momenti di goduria, furono il suo medio e anulare che massaggiarono com durezza il nocciolo del mio frutto.
Spalancai la bocca in una grande 'O', chiusi gli occhi e le mie sopracciglia si rilassarono, poi il calore conquisto tutto il mio viso caldo, il naso era divenuto rosso come le guance, ogniqualvolta che raggiungevo l'apice, il mio viso assumeva questo colorito e codesta espressione.
Kook gettò la testa all'indietro, i capelli sudati lasciarono che qualche gocciolina di sudore si lanciassero dalle diverse ciocche impregnate,
mi strinsi a lui quando le pareti della mia intimità si strinsero attorno la sua lunga e piacevole asta.
-Jungkook!-
Urlai nel bel mezzo del piacere estremo, continuavo ad ansimare rumorosamente, quando il moro si riversò dentro di me, io avevo già eliminato gli spasmi del piacere intenso, godendomi quelle altre potenti spinte, mentre il suo seme veniva spinto verso il mio nucleo.
-Soomin!-
Urlò lui liberando un grido legato al suo orgasmo.
In un battibaleno lui si fermò, capendo l'errore commesso.
Mi squadrò mortificato, io allentai la presa attorno il suo corpo e mi allontanai da lui velocemente.
Lo guardai ferita, aveva nominato il nome di un'altra in un momento romantico, così romantico da sembrare magico, era un momento perfetto per concludere una serata andata benissimo, ma ovviamente lui,la mia scalogna e il mio destino bastardo, avevano mandato tutte a puttane.







Yo guiz💜
!!!!!!!!!!!
(Traduzioni dall'inglese)
Sky=cielo. 🌌
Star=stella. ⭐️
(Le parole che erano scritte sui bracciali di Kris e Kook)
Kiss🔥🤍

PUZZLE //Jeon JungkookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora