CHAPTER 67.

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Non era passato neppure un quarto d'ora dalla chiusura della chiamata con Seokjin.
Mi aveva ordinato di starmene seduta , di fare respiri profondi e nel mentre lui era corso per recuperare l'auto per venirmi a prendere, io ero rimasta in chiamata con Taehyung, Namjoon e Hobi che si accertavano stessi bene nell'attesa dell' arrivo di Jin.
Yoon si era occupato di rintracciare Jungkook che risultava 'disperso', nessuno di noi aveva notizie di lui, da quando se n'era andato via di casa incazzato per il mio piccolo pasticcio, era come se si fosse dissolto nell'aria.
Ero in auto, Jimin era con me nei sedili posteriori, con una mano accarezzava la testa di Aidan che ci guardava spaventato dalle mie urla causate dalle contrazioni, con l'altra stringeva le mie dita tra le sue tentando di tranquillizzarmi.
All'arrivo, Jin non perse tempo, entrò in ospedale chiedendo ai medici di soccorrermi e venni accolta e portata in sala parto a bordo di una barella bianca.
-Piccola, andrà tutto bene-
Sussurro Jimin sedendosi sulla sedia accanto il lettino della stanza in cui ero stata depositata.
Ero entrata in travaglio da ore, ormai. Forse quattro.
Io attendevo anche un minimo cenno di vita dal mio ragazzo, un messaggio, una chiamata. Ma nulla.
-Quel bastardo pezzo di merda!-
Sbraitò Jin chiudendo la chiamata effettuata per avvisare Jungkook della situazione.
-Che ha detto?-
Mi interessai ansiosa.
-Nulla, è partita la segreteria telefonica...-
Mormorò.
-Dove cazzo è?!-
Balbetto ancora il moro guardandosi attorno.
Vide il piccolo Aidan che spostava lo sguardo da una parte all'altra della stanza piena di medici che facevano avanti e indietro per la preparazione al processo.
Jin lo prese in braccio, si avvicinò a me e mi accarezzò i capelli.
-Vado a cercare il tuo ragazzo. Ce la farai principessa, ti voglio bene-
Mi salutò lui.
Sorrisi debolmente a mio figlio, mi guardava con quegli occhietti da cerbiatto, verdi come i miei.
Poi rivolsi uno sguardo addolcito a Seokjin.
-Ti voglio bene anch'io-
Riuscii a dire, tentando di ignorare il dolore delle contrazioni.
Lo guardai mentre usciva dalla sala parto, la mano di Jimin accarezzò il mio viso, incrociai il mio sguardo col suo.
-Sei fortissima, lo sai vero?-
Sussurrò lui.
Smagliai un minuscolo sorriso.
-Si...-
Mugolai stringendo successivamente gli occhi per il dolore dei colpi alla pancia.
Il tempo passava e le ore di travaglio aumentavano, nessuna notizia di Jungkook, nessuna chiamata né un singolo messaggio da parte sua.
Sperai che non gli fosse successo nulla e che non sarebbe successo come l'ultima volta che arrivò in ritardo per me, poiché quella volta era andato a letto con un'altra.
Il solo pensiero delle sue mani sul corpo estraneo di una donna che non fossi io, mi stringeva il cuore in una morsa di spine e fuoco, lo volevo assolutamente accanto a me, ma lui non era lì.
-Ci siamo-
Annunciò uno dei medici presenti in stanza.
-D'accordo, Kristen-
Parlò lo stesso medico che fece nascere Aidan. Contavo su di lui, mi fidavo cecamente.
-Allarga leggermente le gambe, la dilatazione è completata. In meno di qualche mezz'ora il piccolo ometto sarà tra le tue braccia-
Mi informò.
Annuii.
Non avevo paura, avevo già fatto nascere un bambino, il mio splendido guerriero, ero solo triste perché Jungkook sarebbe mancato alla nascita di Si-Woo.
Sbuffai e poggiai la testa sul cuscinetto del letto confortevole, Jimin nonostante i miei urli disperati di dolore, era rimasto tutto il tempo a stringermi la mano ed a tenermi compagnia.
-Mantieni la calma e fa respiri profondi-
Mi guidò il ginecologo.
Feci come mi venne detto, chiusi gli occhi, i rumori attorno a me erano divenuti offuscati, le voci dei medici si mischiarono, i sussurri di Jimin si erano fatto quatti quatti, sentivo solo il mio cuore battere all'impazzata, impaziente di stringere tra le braccia il mio fantastico secondo genito.
La concentrazione era andata a puttane, non riuscivo a pensare lucidamente, un po' per la stanchezza, un po' per la preoccupazione per Jungkook, un po' per l'ansia di vedere il nuovo arrivato.
Poi sentii un tonfo, un fortissimo tonfo.
Spalancai gli occhi e guardai in direzione della porta.
-Ha già iniziato?! Come stanno?!-
Kook era lì.
Con i capelli scompigliati, la giacca di pelle nera, i guanti da motociclista alle mani e la mascherina abbassata sotto il naso.
Tolse quest'ultima venendo verso di me,
i medici lo bloccarono a pochi passi dal lettino.
-Deve attendere fuori signore, la sala parto non accetta altri componenti. Siamo al completo, spiacente.-
-Al completo un cazzo, la mia ragazza sta per far nascere mio figlio e non posso mancare, non fatemi incazzare-
-Lasciatelo entrare, prenderà il mio posto-
Annunciò Jimin.
Ero incapace di metabolizzare il tutto, poi il biondo mi baciò la fronte, 'Verrò a trovarti non appena il mio nipotino sarà nato' disse, infine lanciò una squadrata delusa a Junggok ed uscì dalla stanza chiudendo delicatamente una delle due ante.
-Si accomodi-
L'ostetrica indicò la sedia utilizzata da Jimin, vuota, Jungkook guardò negli occhi la donna e scosse la testa.
Passò di fianco ad essa, poi si impuntò accanto a me.
-Piccola-
Sussurrò.
Baciò la mia fronte, accarezzò il mio pancione e rimase in piedi vicino a me.
-Può iniziare a spingere, signorina Soro-
Il medico disse.
Annuii lentamente, il sudore già iniziava a bagnare i miei capelli.
Jungkook spostò dolcemente quelle sottili ciocche dalla mia fronte, strinse la mia mano e mi scrutò intensamente.
-Puoi farlo amore-
Mi rassicurò.
E presi coraggio.
Tra un sospiro e l'altro sentivo il dolce profumo di Jungkook calmarmi, la sua presenza mi aveva rallegrata, mi faceva sentire protetta, ogni qualvolta che lui si piegava su di me per sussurrarmi all'orecchio: 'ci sei quasi, sei fantastica' , sentivo un profumo di benzina provenire dal suo cappotto lucido, indossava i guanti da moto ed i capelli erano scompigliati, probabilmente dal casco che aveva rimosso, poiché sicuramente era venuto in moto.
A lui non importava quanto perforanti fossero le mie urla, lui restava lì a guardarmi ed a spostare lo sguardo nervosamente sui medici e sul mio pancione.
Strinse la mia mano, ad ogni spinta il suo pollice accarezzava le mie nocche,
quando mi fermavo per riprendere fiato lu spostava i miei capelli all'indietro e accarezzava il mio zigomo, andammo avanti così, fino a quando il medico annunciò:
-Bene, vedo la testa. Continua così Kristen, ottimo lavoro!-
Nonostante la stanchezza riuscii a sforzarmi ancora di più, il mio corpo era debole, gli sforzi avevano prosciugato tutta me stessa.
-Cazzo!-
Urlai all'ennesima spinta.
-Manca poco Kristen, davvero poco-
La voce dell'ostetrica inondò le mie orecchie, ero incapace di spiccicare qualsiasi altra parola, volevo solo abbracciare mio figlio una volta dato alla luce.
-Avanti piccola, resisti un'altro po'-
Mugolò Jungkook.
Incollò le sue labbra sulla mia fronte calda, accarezzò le mie mani,
inspirai profondamente prima di fare gli ultimi sforzi.
E poi mi sentii più leggera.
Molto più leggera.
Come se il mio corpo avesse lasciato vagare la sua anima per aria.
Non sentii più nulla, né la voce di Junggok, né la massa di voci mischiate dei medici, era diventato tutto un bisbiglio.
Come lo strusciare delle onde del mare sugli scogli, quando esse sbattono furiose perché il vento le spintona.
Non sentii più nulla.
Abbassai le palpebre e tirai fuori un' ultimo sospiro.
Era finita.

PUZZLE //Jeon JungkookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora