CHAPTER 20.

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Era lunedì, i giorni erano passati fin troppo in fretta.
Yoongi all'indomani sarebbe dovuto tornare a Seoul come previsto dalla bighit e il problema era un'altro; Yoon era malato. Mentre io ero guarita, ero anche riuscita ad attaccarle la febbre.
Negli ultimi giorni non avevo fatto altro che prendermi meno cura di me e pensare più a lui, al piccolo e al lavoro.
In più la decisione era definitiva: non sarei partita per il viaggio in Italia. Quando lo dissi a Jungkook, mi sembrò abbattuto, ma dal momento che la Bighit e i suoi lavoratori assieme alla partecipazione dei ragazzi della band e del manager avevano chiesto specificamente al mio amico di restare qui a Daegu, domandandomi di prendermi cura della sua salute, non potevo allontanarmi.
-Ecco-
Dissi consegnando la pastina in brodo al malato mezzo dormiente sul mio letto.Ebbene sì, avevo persino deciso di dare il mio letto a Yoongi,nelle sue condizioni non lo avrei di certo fatto dormire sul divano...
-Cos'è?-
Chiede soffiandosi il naso.
-Pasta in brodo.-
Spiegai.
Lui mi squadrò interrogativo.
-È un tipico cibo italiano, lo mangiamo d'inverno nelle giornate fredde e soprattutto quando siamo malati-
-Umh-
Mugolò prendendo il cucchiaio per poi inzupparlo nel brodo bollente.
-Soffia-
Suggerii.
Mandò giù il boccone e subito guardò il soffitto.
-Cazzo...pagherei per saper cucinare tutte queste prelibatezze come le cucini tu-
Mormorò con la voce rotta dalla tosse.
Ridacchiai e le baciai la guancia.
-Quando hai finito,poggia tutto sul comodino.Domattina prenderò il vassoio e laverò tutto.Buonanotte Yoon-
-Buonanotte piccola-
Mi girai cominciando a camminare verso la porta.
-Non sculettare così o giuro che ti scopo contro la finestra-
Udii Yoon pronunciare codeste parole con tono autoritario.
Mi girai di scatto.
-C-cosa?-
Balbettai guardandolo.
Aveva gli occhi socchiusi e vidi le sue mani nascoste sotto le lenzuola che tastavano il suo basso ventre da sopra i pantaloncini che indossava.
-Muovi di meno quel culo-
Disse.
Scossi la testa.
-Da malato sei proprio pervertito-
Ridacchiai.
Uscii dalla stanza pensando a ciò che era appena successo.
Mi desiderava così tanto?
Risi ai miei stupidi pensieri e dopo esser passata da Aidan e averle augurato la buonanotte,mi diressi all'ingresso pronta per controllare la posta la quale non guardavo da giorni dal momento che gli impegni me lo impedivano.
Aprii la cassetta in rame e notai due bollette da pagare che coprivano assieme a degli annunci pubblicitari, una lettera bianca con una piega al lato e un rigonfiamento al centro.
La presi con tutte le altre e la tastai: la consistenza sembrava della carta e della stoffa.
Guardai il mittente e la mia mente venne sommersa da domande non appena lessi con una calligrafia che conoscevo troppo bene.
-Jeon Junggok-
Sussurrai il suo nome scritto sulla carta liscia.
-Che potrà avermi mandato?-
Chiesi a me stessa mentre richiudevo la cassetta e me ne tornavo a casa.
Mi sedetti sul divano,guardai la lettera. Non avevo poi così tanta voglia di vedere ciò mi avesse mandato,anzi,ultimamente non mi interessava molto di lui.Gli ultimi giorni erano stati cosi strazianti e pieni d'impegni che scordai persino della sua esistenza,nonostante lo amavo.O forse no. Ero molto confusa, forse era la troppa distanza a farmi dubitare del mio amore nei suoi confronti.
Aprii le bollette,preso le avrei pagate e le conservai in un cestino porta oggetti,infilandole una per volta.
Lessi i volantini colorati;
-Oh,mi piace-
Dissi, mentre guardavo dei nuovi pezzi d'intimo femminile, arrivati ad un negozio molto famoso a Daegu, il quale distava pochi minuti da casa.
Ci sarei passata; amavo coprire il mio corpo con quei completi allettanti;mi sentivo un pò più attraente quando mi guardavo allo specchio mentre li avevo in dosso.
Nonostante provavo a nascondere quel poco di senso di curiosità che avevo, poco dopo mi ritrovai la lettera tra le dita.
La rigiravo e la sfioravo appena, come se ardesse.
Mi affrettai a scartare la parte superiore della busta e la prima cosa che vidi fu un biglietto ruvido marrone nocciola.
Lo lessi.

{Lo ammetto, il colore di questo foglio non è uno dei migliori, ma purtroppo non ne trovavo altri...Comunque ti ho mandato un pensiero per scusarmi per tutto questo casino...Ti meriti una pausa.Se ti va, vieni in Italia con me, una breve vacanza senza Aidan,lo terranno i ragazzi.Ho già detto tutto a Yoon e se guarirà entro le due prossime settimane, tra quattro esatte settimane potremmo partire. Dovrei dirti una cosa,inoltre. L'altra volta avevo preso i biglietti perché se saresti partita sarei venuto anch'io a tua insaputa per portare te e nostro figlio a casa.Non arrabbiarti. Ed è proprio per questo che ti sto scrivendo una lettera anziché dirtelo in chiamata;perché ho paura quando ti arrabbi, lo ammetto hahaha.
Ti prego,vieni, così potrò farmi perdonare con una splendida vacanza.
Comunque avevi ragione l'altro giorno quando in chiamata mi hai detto che mi sono addolcito. Forse è perché mi sento solo...O forse perché mi manca la tua bella mela...
Ritorno serio.Lo giuro.Pensaci e chiamami.
Ah...quasi dimenticavo...Hai scordato una cosa a Seoul e mi sembrava opportuno ridartela.
Saluti: Jeon JK.}

Terminai di leggere quelle parole e subito presi il biglietto dalla confezione della lettera, ignorando l'altro oggetto contenuto nella busta.
-Destinazione: Milano,Italia.-
Lessi le scritte sul biglietto dell'aereo.
Il fatto è che non volevo rivederlo.Non ancora.Ma mi mancava mio padre,magari ci sarei potuta andare.
Co avrei riflettuto prima del fatidico giorno della partenza.
Gettai il biglietto sul tavolo vicino alla lettera scritta da Kook.
-Che calligrafia di merda che c'hai però-
Mormorai fissando il foglio pieno di scritte in penna nera.
Ad essere sincera non mi mancava più come prima.Anche se fino a quattro giorni prima piangevo perché amava un' altra, i giorni successivi qualcosa era cambiato.Ma non ne ero certa.
Guardai la busta da lettere gettata brutalmente sul tavolino in legno del salotto e qualcosa comprimeva contro la carta come se fosse pronto ad uscire da solo da un momento all'altro. Solo dopo riconobbi la stoffa che padroneggiava dentro la busta fragile.
In fretta e furia presi il tessuto tra le mani, rigirandomelo tra le mani. Le ciliegie ricamate sul tessuto, i bordi viola luccicavano a contatto con la luce luminosa del soggiorno...Jungkook mi aveva spedito le mutandine che mai più avrei usato per il motivo che erano sin troppo rivelative.
Ridacchiai prendendo l'intimo tra le mani,quel ragazzo era davvero un gran pervertito.Sistemai i fogli lasciati sul basso tavolo marrone chiaro,accesi il televisore connettendolo all'antenna italiana, codesta cosa me l'aveva fatta imparare il signor Jeon,un grandissimo uomo.Non come il figlio.
Poi restai imbambolata a guardare la replica registrata di 'Ciao Darwin' condotto da Paolo Bonolis, l'uomo che faceva per me da sempre.
Mi ripresi dal mio stato di trance e salii al piano superiore,aprii lentamente la porta e misi nel cassetto dell'intimo gli slip mandati da Junggok. Mi voltai verso Yoongi; dormiva beatamente,sommerso da fazzoletti e antibiotici per la tosse.Tolsi essi dal letto per permettere più libertà di movimento a Yoon, e portai via il vassoio con il piatto vuoto.
Gli era piaciuta davvero tanto quella minestrina.
Scesi al piano inferiore,finii di sbrigare le ultime faccende e mi gettai a capo del divano esausta.

PUZZLE //Jeon JungkookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora