CHAPTER 54.

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Ero stesa sul divano, il mio bambino era seduto sul tappeto avanti a me, mentre si gustava i suoi nuovi giocattoli ricevuti per il compleanno.
Le sette di sera erano giunte da poco, io stavo attendendo che la deliziosa carne la quale stava bollendo, si fosse cotta per la cena.
Jungkook mi aveva avvertita via telefono che si sarebbe rincasato entro le otto della sera, in tempo per gustarsi il pasto.
Quel dì, Kook era stato assente per tutto il giorno; di mattino aveva lavorato, terminando il suo dovere da lavoratore intorno alle due e tre quarti del pomeriggio, proprio quando mi aveva detto tramite un messaggio, che a pranzo sarebbe mancato.
Mi aveva solo detto che fino alle otto sarebbe stato fuori, aveva un' impegno molto importante a cui non poteva mancare.
Mi alzai dal mio confortevole posto con l'intento di controllare la carne, Aidan spostò di lato i suoi molteplici spassatempi permettendomi così un' accesso facilitato, accarezzai con la punta delle dita la sua chioma bruna e lo guardai con amore: il mio bambino...
Raggiunsi la cucina e accesi l' interruttore della luce, notai la pentola laddove i pezzi di manzo cuocevano, che fumava più di qualche minuto prima; quindi mi affrettai a mescolare il cibo, ad abbassare la potente fiamma ardente e con concentrazione speziai ancor di più la cena.
Quando il pasto fu pronto e servito in tavola, invitai mio figlio a lavarsi le mani prima di consumare la cena fumante.
Mi sedetti accanto Aid, mentre lui era incantato a guardare il suo cartone animato favorito, io ero immersa nei miei pensieri: erano le sette e un quarto, solitamente Guk è sempre in orario.
Scrollai le spalle, stavo facendo davvero la drammatica...Magari aveva solo trovato traffico.
Ma decisi lo stesso di inviargli un messaggio.
'Dove sei?'
Scrissi quelle due parole alle quali non venne affibiata una risposta in breve tempo.
Passarono venti minuti dall' invio del mio sms, guardai insistentemente l'orologio mentre l'ansia e la preoccupazione salivano e mi gironzolavano in testa, poi sparecchiai la tavola e caricai la stoviglie, pronta a farla partire.
E mentre attendevo il ritorno del mio ragazzo, pulii la cucina, il pavimento leggermente sporco da macchie di brodo e briciole appartenenti ai grissini consumati durante la cena, misi a letto il piccolo e riordinai il salotto.
-Ma dove cazzo è sto coglione?-
Sbraitai con i nervi a fior di pelle, parlando in Italiano.
E finalmente mi stesi sul letto, socchiusi gli occhi e rilassai i muscoli, accarezzando con i palmi delle mani il pancione, canticchai una canzoncina coreana, cercando di tenere il nervosismo a bada.
-Uh...-
Udii.
Mi ero addormentata, magari la stanchezza e il nervosismo mi avevano portata a questa conclusione.
Sentii l' inconfondibile tocco di Jungkook sulla pelle, accarezzò il mio braccio sinistro e mi coprì con il piumino bianco.
Io aprii un' occhio, vidi la figura del mio fidanzato, piegata su di me, mentre mi rimboccava le coperte.
-Oppa...-
Sussurrai esausta.
-Baby, continua a dormire, te lo meriti questo riposo-
Sussurrò lui.
Ma non gli diedi retta, furiosa mi alzai lentamente con la schiena: mi aveva fatto davvero preoccupare.
-Dove sei stato?Io e Aid ti abbiamo aspettato per cenare insieme e tu sei ritornato ora?-
Guardai sul mio comodino, poi accanto a letto, sotto il cuscino cercando il mio cellulare.
Lo trovai ai miei piedi, infondo al letto: lo afferrai velocemente e lo accesi. Sbarrai gli occhi quando mi accorsi del tardo orario.
-Le undici? Dovevi tornare tre ore fa e ti presenti qua alle undici di sera?-
Domandai incredula.
Kook si strinse la faccia tra le mani, sbuffò e storse il viso in un' espressione di dolore.
Poi alzò le mani verso il cielo, e guardò il soffitto bianco purezza.
-Scusa...Sono stato terribilmente occupato, ci ho impiegato più del previsto a svolgere quell' impegno di cui ti ho parlato-
Spiegò.
Annuii e arrabbiata lo indicai.
-Potevi almeno degnarti di chiamarmi, o di rispondere al mio messaggio, cos'è? Quest' impegno era talmente importante da scordarti della tua famiglia che ti aspettava con ansia per cenare? E poi la sorpresa che mi avevi promesso ieri era questa? O ti sei dimenticato anche di quella? Aish, Jungkook-ssi! Perchè sei così menefreghista?-
E poi tutta la rabbia che costudivo, uscì tutta ad un tratto, stravolgendo l' individuo avanti a me il quale scosse la testa e portò le mani sulla vita stretta e allenata.
-Jagy, ascoltami-
Annunciò il viola, sedendosi distante da me, sul letto.
Lo guardai meglio: la sua aria vivace di sempre era sparita, si era volatizzata completamente. In quel momento nei suoi occhi arrossati per via della stanchezza, scorgevo solo cupezza e pentimento.
-Non ci ho pensato, okay? Non ho pensato di avvertirti, ero così sotto stress per il terribile ritardo, per il lavoro e poi è successa una cosa-
Guk si interruppe, spalancò gli occhi che richiuse velocemente, stringendo le palpebre l' una contro l' altra, aveva messo sul suo angelico viso lo sguardo di quando qualcuno sta per essere colpito da qualcosa e chiude gli occhi per paura di guardare.
Ma non era quella la motivazione della sua espressione di dolore.
-Lascia perdere-
Sussurrò alzandosi dal confortevole materasso,
Il mio senso di preoccupazione mischiato a curiosità prese il sopravvento di me, quella maledetta voglia di sapere mi spinse a far parlare il maggior che anzichè fornirmi di risposte, si voltò e guardò per terra.
-Quindi?-
Chiesi impaziente, assetata di sapere ciò che il mio ragazzo non volesse riverare.
Cosa poteva essere successo da ridurre così nervoso e stressato il mio uomo?
-Te lo dirò in futuro, promesso, non appena mi sarò schiarito le idee.-
Affermò convinto.
Scrollai le spalle, in un'attimo la mia curiosità salì di un gradino, malgrado provai a cacciare via quella sensazione che premeva sui miei pensieri con voracità.
Ma mi placai, poi fissai il viola.
-Per quanto riguarda l' importanza del mio impegno: n'e valsa la pena svolgerlo, ne ho ricavato qualcosa che sono sicuro ti piacerà-
Annunciò.
Io puntai le mie pupille su di lui:mi chiedei mentalmente di cosa si trattasse, poi lanciai un'ultima occhiata al ragazzo il quale impugnò il suo giubbino di pelle da una parte.
-E quest'impegno c'entra con la tua sorpresa. Vuoi sapere di che sto parlando?-
-Assolutamente si.-
Puntualizzai pienamente convinta.
Jungkook sorrise e velocemente si liberò della giacca che accatastò sul letto.
Alzò la manica del dolcevita firmato che aveva in dosso, poi vidi che attorno al suo braccio pieno di tattoo significativi, vi era una pellicola trasparente che fasciava l'arto.
-Oggi sono stato fuori perchè ho effettuato la creazione del tatuaggio dedicato a te-
Iniziò a spiegare.
-Ho sudato tanto per riuscirlo a fare entro oggi: Quando ho finito di lavorare ho fatto pranzo, poi dalle tre alle cinque ho fatto quelle comissioni che dovevo svolgere da tempo, ricordi? Te ne avevo parlato qualche settimana fa...poi dalle cinque alle sette ho fatto il tatuaggio e alle otto è successo quel piccolo contrattempo che mi ha trattenuto quasi fino alle undici...-
Disse.
Lo guardai con amore, mi alzai lentamente dal letto e ignorai gli interminabili dolori alla schiena, camminai verso Jungkook che mi scrutava immobile.
Mi avvicinai al ragazzo, guardai il suo braccio stretto dai numerosi strati di carta pellicola la quale si applica dopo aver fatto un tatuaggio, purtoppo non riuscii a scorgere il tatuaggio che Jungkook aveva fatto per me, ma sorrisi lo stesso al suo gesto e soprattutto all'impegno messo nel fare quel piccolo ma grandioso pensiero.
Avrei visto il delizioso schizzo dedicato a me qualche giorno più tardi, quando il tattoo sarebbe guarito del tutto.
-Scusami se me la sono presa, ero solo molto in pensiero-
Spiegai.
Lui negò con le mani.
-Non preoccuparti, dovevi pur essere preoccupata per la mia lunga assenza. Ti chiedo scusa piccola...-
Mormorò pentito il mio uomo.
Dio, il suo lato dolce mi faceva sempre sciogliere in un modo unico; In quel momento mi scordai del suo errore nel non avermi avvertita del suo ritardo e dell'ansia che mi stava preocurando perchè non voleva dirmi cosa fosse successo in quell'arco di tempo in cui aveva fatto in ritardo per il suo ritorno a casa, tentai di avvicinarmi a lui per accoglierlo tra le mie braccia, il maggiore però si spostò dalla parte opposta e si allontanò da me.
Lo guardai storto:perchè mi stava evitando?
-Scusami, sono sudato, oggi è stata una giornata molto movimentata-
Si scusò.
Scossi la testa, vidi del nervosismo nei suoi occhi.
-Non preoccuparti se mi macchierai del tuo sudore, domattina mi laverò anch'io. Ora non ne ho proprio le forze-
Attirai Kook a me, lui cercò di opporsi leggermente, poi affondai il viso nel suo collo tentando di analare il suo buonissimo odore, ma ne analai un'altro.
Storsi il naso a quella fragranza a me sconosciuta, sembrava un'odore appartenente ad un'altra persona, un'odore appartenente ad...una donna.
Io usavo profumi pregiati, di classe, quell'odore era talmente forte e sbarazzino che non si avvicinava neppure un pochino al mio.
Magari era solo il profumo del locale in cui era andato.
Feci spallucce, alzai lo sguardo sulle sue labbra, mi avventai su di esse, lui non si tirò indietro nel bacio, ricambiò il gesto affondando le dita affusolate nei miei capelli.
Sentii un sapore diverso dal solito, la sua saliva sapeva di birra, non di menta.
-Hai bevuto?-
Domandai staccandomi da lui. Kook sapeva quanto odiassi il fatto che ogni tanto si lasciava trasportare da quel momento pazzo in cui beveva.
L'alcool è il mio peggior nemico, non riesco a sopportarlo.
-Una birretta durante la cena. Mi sono fermato in un piccolo chiosco di ramen e avevo sete di birra. Sono stato prudente, ne ho presa solo una, la più piccola che avevano-
Tentò di tranquillizzarmi.
-Come hai potuto bere e poi guidare?-
Chiesi.
-Non preoccuparti. Non succederà più, lo prometto-
Sussurrò prendendomi il mento tra le dita.
Annuii.
-Che ti sei tatuato?-
Ammiccai poggiando il mento tra i suoi pettorali.
Kook mi accarezzò i capelli.
-Lo vedrai presto-
Disse.
Sbuffai.
-Va bene-
Mormorai. Non sono una che insiste molto, ho paura di appesantire le persone insistendo; perciò rimasi col pensiero.
Mi sedetti sul letto, pensando che forse ciò che si era tatuato fosse lo schizzo che vidi giorni prima nel suo studio.
Poi Guk ruppe il silenzio, avvicinandosi al letto.
-Vado a farmi una doccia.-
Risposi con un cenno affermativo della testa, il viola poggiò il suo telefono sul suo cuscino, poi si tolse la maglia nera che sistemò sotto il suo braccio sinistro.
Si voltò di spalle e cominciò a confabulare sotto voce.
-Ho già fatto divese volte la doccia con la pellicola protettiva del tatuaggio. Non dovrebbe succedere nulla-
Lo fissai, si stava allontanado quando notai qualcosa di insolito espandersi sulla sua schiena.
Lui entrò nel bagno e si chiuse la porta alle spalle.
Rimasi perplessa da ciò che vidi, così tanto sbalordita da sentire il mondo attorno a me, fermarsi completamente.
Un rossore che si manifestava da spalle di Guk a metà schiena, poi dei segni incisi sulla sua pelle: graffi. Era quello ciò che vidi.

PUZZLE //Jeon JungkookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora