CHAPTER 56.

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Pov's Jungkook.

Strinsi gli occhi all'ennesimo schiaffo sulla nuca tiratomi da Seokjin Hyung, mentre gli altri membri mi guardavano con rabbia e delusione.
Avevo raccontato loro l'accaduto del giorno prima e non l'avevano presa affatto bene.
-Idiota!-
Urlò Namjoon mentre mi veniva in contro.
-Ti rendi conto di ciò che hai combinato? Sei un coglione Jungkook, un' emerito coglione!-
Sputò Nam spintonandomi.
-Quella ragazza ti ha sempre portato a conclusioni sbagliate-
Commentò Taehyung scuotendo la testa, riferendosi a Soomin.
-Mi dispiace averlo fatto-
Ripetei per la quarta volta.
-Che razza di pezzo di merda...-
Mormorò Yoongi afferrando il suo cappotto.
Si avvicinò alla porta della sala prove pronto per andarsene da lì, Jimin lo fermò.
-Hyung dove stai andando?-
Chiese il biondo camminando in contro all'amico.
-Me ne vado. Non voglio ascoltare le stronzate che combina questo bastardo-
Commentò Yoongi uscendo dalla sala.
-Kristen si merita davvero di meglio -
Confabulò Jin spingendomi all'indietro.
Mantenni l'equilibrio per miracolo, sentivo il cuore palpitare ad una velocità impressionante: odiavo l'idea di aver ferito così la mia donna.
-Come hai potuto tradire la tua ragazza per giunta incinta, dopo che il vostro rapporto si era riaggiustato? Vuoi far cadere di nuovo tutto? Vuoi distruggere tutto quello che si è creato in questi mesi? Sei un cretino-
Borbottò Hoseok.
Sospirai. Poi Namjoon mi battè una mano sul petto, tra le sue dita stringeva il mio telefono che squillava ogni due secondi.
-Forse è la tua amichetta-
Annunciò.
Sbuffai.
-Non mi va neanche di risponderle-
Sussurrai.
-È ora di pranzo. Andiamo a mettere qualcosa sotto i denti-
Propose Jimin richiamando gli altri.
-Già...tutto questo stress mi ha messo fame-
Risposi.
-Dove credi di andare tu?-
Parlò il biondo.
Scossi le spalle e indicai l'individuo parallelo alla porta della sala.
-Con voi a pranzo-
-Non verrai con noi.-
Continuò lui.
-Hai ragione fratello. Questo verme dovrebbe stare solo e pensare un po'-
Lo seguì a ruota Taehyung.
-Va dalla tua famiglia stronzo-
Mi ammutolì Hobi dandomi un pugno sulla spalla sinistra.
Massaggiai quest'ultima, intanto guardavo i miei fratelli andarsene dalla grande stanza.
La testa mi girava in un modo assurdo, avevo bisogno di riposo e conforto.
Perciò mi recai a casa, pronto per stringere tra le braccia mio figlio ma sarei stati intimorito dalla presenza di Kris...Non riuscivo a guardarla negli occhi senza sentirmi uno schifo.
Quando mi fermai al medesimo semaforo poggiai la testa sull'apposito cuscinetto del sedile del guidatore, guardai il soffitto della mia Mercedes e strinsi gli occhi.
Era irremovibile il senso di colpa che mi avrebbe tormentato fino alla fine dei miei giorni e il dovere di dire quanto accaduto alla mia ragazza martellava sui miei fitti pensieri ad ogni minuto.
Piagnucolai: in che casino mi ero cacciato?
-Merda-
Imprecai quando scesi dalla mia auto e per sbaglio feci sfregare la portiera sul muro del vialetto di casa.
-Che cazzo di giornata...-
Mi lamentai.
Passai la mano sul piccolo graffio, l'avrei fatto riverniciare.
Intanto il mio telefono continuava a ricevere messaggi ai quali decisi di non rispondere, lo guardai aggrottando le sopracciglia e lo gettai sul mobiletto d'entrata sperando che Soomin finisse di tartassarmi.
Ecco che l'ansia salì a dismisura non appena l'angelica voce di Kristen riecheggiò tra le pareti del corridoio moderno della nostra dimora.
-Junggok?-
Parlò lei.
Poi la notai, bellissima come sempre: i lunghi capelli erano raccolti in una coda bassa, indossava una larga felpa e dei pantaloncini elasticizzati neri che coprivano il suo sedere sodo.
-Baby-
Sussurrai andando verso di lei.
Lei sorrise a malapena...forse sospettava qualcosa, l'avevo intuito dalla sera prima quando mi aveva tempestato di domande.
Abbracciai il suo bel corpo, poi le baciai le labbra e lei ricambiò di poco.
Kris si staccò da me e si voltò.
-Vieni, il pranzo è pronto-
-Sapevi che ci sarei stato?-
Domandai.
Scorsi il mio primogenito steso sul divano a piedi scalzi, mentre guardava il suo cartone animato preferito, così lo presi in braccio e lo strinsi a me.
-Appa...-
Mugolò cercando di guardare il televisore.
-No, non sapevo venissi. Ma per sicurezza ho cucinato di più, hai il vizio di non avvisare se ci sei a pranzo o meno-
Puntualizzò la castana.
-Concordo.-
Appuntai.
-Lavatevi le mani, io preparo i piatti-
Annunciò la donna.
Annuii, mi avvicinai alla ragazza che afferrò tra le mani un mestolo e accarezzai il suo pancione.
-Ciao anche a te-
Sussurrai al coniglietto in fase di nascita.
Kristen ridacchiò e addolcì il suo sguardo freddo, poi andai con mio figlio a svolgere la pulizia delle nostre mani.

Pov's Kristen:

I due si recarono verso il bagno principale del primo piano, intanto il mio udito captò il rumore di vibrazioni provenienti dal corridoio.
Storsi il viso infastidita, continuai ad impiattare le portate, sistemai per bene le bibite sul tavolo e le bacchette sui tovaglioli.
Poi al medesimo rumore che sembrava venisse dall'entrata, presi a camminare per sfamare la mia curiosità.
-Hai asciugato bene le mani?-
Sentii la voce di Kook mentre parlava con suo figlio.
Entrambi erano ancora dentro la toilette.
Così ne approfittai per prendere il telefono di Guk: era quello la causa di tutto quel vibrare.
Lo accesi con un piccolo gesto, poi guardai le notifiche tramite il blocco schermo, era un contatto anonimo che mandava sms su sms.
-Ma che diavolo...-
Sussurrai scorrendo tutti quei messaggi non visualizzati.
Volevo davvero rispettare la privacy del mio ragazzo, ma qualcosa mi puzzava: il suo tardo ritorno della serata prima, il profumo da donna, i graffi sulla schiena e il suo essere strano.
Volevo solo risposte.
Quindi lessi alcuni messaggi...Per mia sfortuna beccai quelli più espliciti.

'Ho ancora il tuo profumo addosso e mi manchi tremendamente'
'Voglio sentirti vicino come ieri. Ritorna, ti prego'
'È stato indescrivibile ritoccare quelle labbra...Cookie, mi manchi'

-Cazzo, Kristen!-
Gridò Jungkook vedendomi con il suo telefono in mano. Strappò il cellulare dal mio tocco delicato, io ero perplessa stupita.
Sapevo che c'era qualcosa sotto.
Sapevo che mi aveva lasciata a casa per un'altra.
Rimasi con lo sguardo puntato sul pavimento.
Il viola squadrò il suo telefono, poi fece uscire un' urlo di frustrazione.
Incontrai i suoi occhi iniettati di pentimento, lui scosse la testa ma io non volli ascoltare nulla, mi poggiai al muro guardando il ragazzo, senza parole:

L'avevo beccato.

PUZZLE //Jeon JungkookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora