CHAPTER 57.

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-Sei sempre la solita impicciona!-
Sbraitò Guk andando verso la sala da pranzo.
-Di chi erano quei messaggi? Di una donna vero?!-
Chiesi con tono tremolante.
-Si...no,no!-
Rispose spensieratamente.
Si lasciò cadere a peso morto sulla sedia, così mi avvicinai al ragazzo.
-Sei andato a letto con qualcuna, non è così?! E non negare! Ne ho le prove-
Annunciai.
Jungkook scosse la testa, poi guardò nostro figlio.
-Va in camera campione...Intanto il cibo si raffredderà un po' e non dovrai mangiare roba bollente-
Sussurrò dolcemente il viola al suo primo genito che capendo la situazione corse al piano di sopra.
-Attento ai gradini!-
Urlai al bambino.
Poi guardai Kook, con le mani stava acconciando la sua chioma il una mezza coda alta.
-Di chi era quel profumo di ieri? L'ho sentito quando ti ho abbracciato. E poi il ritardo, il nervosismo-
-Era il profumo di uno dei ragazzi...Poi te l'ho già spiegato, sono arrivato in ritardo per quell'imprevisto e forse hai intuito male...Non ero nervoso, ero solo molto stanco-
Cercò delle scuse plausibili, poi si alzò dalla sedia e si poggiò col sedere parallelo al tavolo.
Mi fissò.
-Ti fai idee troppo affrettate-
Concluse.
-Jungkook, smettila di mentirmi!-
Urlai scoppiando dalla rabbia.
Ero stufa di tutte quelle bugie, volevo la verità. Non chiedevo molto.
-Non ti sto mentendo!-
Gridò lui di rimando.
-Da quando i ragazzi usano profumi da donna? La fragranza era di genere femminile, fidati, so riconoscere un profumo femminile essendo io stessa una donna! E poi quel famoso imprevisto di chiama per caso Soomin?-
All'udire il nome di quella guasta coppie, Guk alzò la testa sbarrando gli occhi.
Sapevo che Soomin c'entrasse qualcosa.
Quando al supermercato ci siamo scontrate, la fragranza era simile, da quel poco che ricordavo.
Era impossibile non notare il suo forte profumo.
Con mia sorpresa il giovane non rispose.
-Stronzo. Mi hai tradita-
Sussurrai con il cuore a pezzi.
Faceva male, Dio, ero distrutta.
-No!-
Disse il viola.
Ma l'avevo già capito, ormai.
-Allora come li spieghi i graffi sulla schiena?-
Kook mi guardò interrogativo, poi con una mano cercò di palpare la sua schiena.
-Saranno stati i ragazzi. Neppure me n'ero accorto.-
-Certo...Non sentivi bruciare?-
Chiesi amareggiata.
-Si, ma pensavo che fossero i soliti dolori muscolari-
Si giustificò.
-Jungkook, dimmi la verità, per favore, mi stai facendo stressare, lo sai che al bambino non fa bene percepire queste emozioni!-
Ed ecco che l'uomo cedette.
Si sedette nuovamente sulla sedia e indicò il braccio ancora coperto dalla pellicola protettiva.
-Mi dispiace...-
Sentenziò in un sussurro.
Lì capii tutto. Lo aveva fatto. Aveva toccato il corpo di un'altra, mi aveva detto una grossa bugia per coprire un suo peccato, Jeon Junggok, era ritornato ad essere quello di una volta.
L'uomo che segretamente incontrava altre donne lasciandomi in casa sola.
-È stato tutto un malinteso...Non volevo. Lo giuro...-
Sussurrò.
Trattenni le lacrime, poggiai la mia fronte sulla mia mano e lo costrinsi a parlare.
-Con chi è successo? Come? Perché?!-
-Kristen, ti prego, calmati. Il nervosismo colpirebbe il piccolo-
Mormorò.
Poi batté una mano sul tavolo e piagnucolò.
-Sono andato nello studio dove lavora Soomin per farmi il tatuaggio-
Iniziò a spiegare.
Un'altro grande colpo al cuore.
Lo indicai e parlai con rabbia.
-Lo sapevo! Ne ero certa che quella gran puttana ci entrasse qualcosa!-
-Baby, fammi continuare...-
Mi ammutolii il viola.
Sospirò e poi riprese il suo discorso.
-Sono andato lì per dirle di non infastidirti più dopo ciò ch'era successo mesi fa al supermercato e per recuperare alcune cose che avevo lasciato a casa sua quando eravamo ancora una coppia. Perciò ho fatto il tattoo, le ho spiegato che deve togliersi di torno e poi quando è arrivato il momento di sistemare questa pellicola-
Puntò il dito sullo strato di pellicola trasparente stretto attorno il suo arto.
-Si è avvicinata di troppo, ha iniziato a toccarmi e a sussurrarmi fatti passati, mi ha palpato il cazzo e mi ha baciato-
-E tu giustamente sei stato immobile come un coglione-
Commentai ferita dalle sue parole.
-No! L'ho allontanata più volte ma dopo provocazioni su provocazioni ha cacciato fuori il discorso di te, ha detto che le sembri una sempliciotta, le dai l'impressione di quella che insiste di fare sesso sul letto, in modo monotono. E poi mi sei piombata in testa, ho cominciato ad immaginare le nostre avventure sessuali, il tuo corpo, la mia donna...E ho ceduto al desiderio.-
Non sapevo se essere addolcita dal fatto che Guk era caduto nella trappola di Soomin pensando a me, oppure essere disgustata dal fatto che Jungkook fosse andato lo stesso a letto con un'altra, senza saper contenersi.
Ma in fondo era uno delle sue problematiche.
Jungkook trovata difficile la capacità di contenersi dinanzi del sesso.
Kook ne era dipendente, è come se un bambino ha davanti una ciotola di caramelle e non può mangiarle nonostante la sua golosità.
Junggok e il suo problema legato all'astinenza era proprio così.
-Mi dispiace piccola, giuro che è stato un'errore, non mi sarei mai permesso di toccare un'altra quando ho già te-
Si avvicinò velocemente al mio corpo prima che io potessi girarmi dalla parte opposta, sapevo che non era colpa sua, ma poteva impegnarsi di più.
Mi abbracciò fortemente e baciò ripetutamente le mie labbra.
-L'ho fatto pensando a te, al tuo corpo, alla mia regina...-
-Junggok, lasciami stare...-
Mormorai affranta.
-Sei arrabbiata lo so-
-Sono delusa e schifata.-
Lo corressi.
-Cazzo...-
Sussurrò.
Avevo già in mente la mia decisione.
-Vado un momento di sopra. Ti prego, non inseguirmi, devo schiarirmi le idee-
Il viola sbuffò, mi strinse un'ultima volta e poi mi lasciò andare.
Salii i gradini con lo sguardo puntato a terra.
Lo odiavo ma amavo allo stesso tempo.
Nonostante la colpa di quant'accaduto non fosse stata sua, o almeno non completamente sua, avevo deciso di intraprendere una punizione severa, ma che avrebbe comunque aiutato entrambi.
-Piccolo-
Entrai in camera del mio bimbo.
Lui poggiò il libricino illustrativo a terra e mi abbracciò.
-Mamma e papà sono arrabbiati?-
Domandò in primis il piccoletto.
Scossi le spalle.
-Figurati piccolo. Io e papà ci amiamo come sempre...Però ti porto da una parte. Ti va un' happy meal?-
Aid balzò sul posto e annuì freneticamente.
Aprii le ante del suo armadio e presi tra le mani una maglia bianca nike e una salopette nera.
Vestii il piccolino, infilai i suoi morbidi calzini e le scarpine ai suoi minuscoli piedi, poi pettinai la sua chioma e ordinai a mio figlio di prendere la sua mascherina e di raggiungermi in camera.
Io indossai una gonna a tubino bianca lunga fino a metà polpaccio e una maglia del medesimo colore del pezzo sotto, a maniche lunghe fino ai palmi delle mani.
Senza truccarmi misi la mia mascherina e legai i capelli uno chignon fatto a caso.
Poi guardai la cabina armadio e mi soffermai con lo sguardo su un' angolo in particolare della piccola stanzetta luminosa.
Afferrai ciò di cui necessitavo e lasciai tutto sul letto.
In fine recuperai la mia borsa beige e indossai delle fila color purezza per rimanere nel confort.
-Andiamo amore-
Sussurrai a mio figlio, prendendolo in braccio.
Scesi le scale, cercai le chiavi della mia auto e una volta scovate raggiunsi Jungkook in sala da pranzo.
Stava finendo gli ultimi bocconi della pietanza, ma quando mi vide vestita e con il piccolo in braccio si alzò di scatto.
-Dove andate?-
-Stavo per dirtelo-
Lo avvertii.
-Ho preso una decisione.-
Continuai.
Il viola mi guardò confuso.
-Dovremmo prenderci qualche settimana. Per pensare e schiarirci le idee...-
-Kristen, io non devo pensare a nulla, devo solo riacquisire la tua fiducia e so come farlo-
In un'attimo tirò via la pellicola protettiva dal suo braccio, poi il tatuaggio venne allo scoperto.
-Sposandoti.-
Finì.
Non feci altro che guardate il magnifico disegno inciso su pelle che Kook mi aveva dedicato: era un cuore rosso fatto a puzzle, unito grazie agli incastri dei due pezzi e intorno ad esso si stringeva un'anello nuziale, bianco e rosso scuro, menzionando ancora una volta, il colore della nostra coppia.
Un piccolo sorrisino abbandonò le mie labbra, guardai affascinata l'opera, dentro mi stavo letteralmente sciogliendo.
-Voglio sposarti. È per questo che ho scelto di fare questo tattoo. L'ho progettato e disegnato solo. Ecco perché ero spesso chiuso in studio.-
Annuii ma non dissi una parola.
Ero felice, anzi, felicissima, il mio amore verso il viola era cresciuto ancor di più scoprendo cosa avesse fatto per me.
Ma aveva errato ed era giusto punirlo.
-Grazie, Kookie-
Sussurrai.
Junggok si avvicinò a me, mi prese dalla vita e tento di baciarmi ma voltai la testa di lato.
Ecco che il suo sguardo da cucciolo confuso venne fuori.
-Il tatuaggio è stupendo, Jungkook sei così dolce e ti amo più della mia vita...Ma è giusto che tu ti prenda la tua punizione. Magari tu non devi schiarirti nessuna idea, ma io si. Devo pensare a quando perdonarti. E capiscimi, ho bisogno dei miei spazi e averti intorno ventiquattro ore su ventiquattro dopo ciò che hai combinato, mi renderebbe nervosa e creeremmo del male al nostro bambino. Ti prego, comprendi la situazione...-
Udii il viola annuire e sospirare.
-Si tratterà di qualche settimana. Tu te ne andrai in dormitorio e ci sentiremo via skype. Non verrò a trovare ne te ne i ragazzi, sapendo come sei fatto mi convinceresti a farti ritornare e tutta la mia pensata andrebbe in fumo. Poi quando avrò superato questa cosa verrò a prenderti io stessa.-
-Va bene...Ma uno dei ragazzi verrà da te. Manderò Namjoon. Non voglio lasciarti sola in gravidanza-
Annuii.
-Va bene. Ti ho preparato i borsoni sul letto. Dopo metti il piatto in stoviglie, noi andiamo a mangiare qualcosa fuori. Ti do tempo fino alle tre, noi torneremo per quell'ora. Al nostro ritorno non devi esserci.-
Puntualizzai.
-È ciò che mi merito...Stare lontano dalla donna che amo di più...È la mia penitenza...-
Parlò lui.
Vidi le prime lacrime solcare il suo bianco viso.
Jungkook non aveva mai pianto per me. Mai.
Ed era maledettamente strano e sofferente vederlo così.
-Ti amo.-
Mormorai allontanandomi di qualche passo.
-Fa 'ciao' con la manina a papà, Aid-
Dissi al mio bimbo.
Lui eseguì il mio ordine e Jungkook ricambiò il gesto.
Poi si voltò di spalle e poggiò le mani sul tavolo.
E quando uscii di casa, nonostante lo spesso portone fosse chiuso, mi restò difficile non dare ascolto alle sue urla di dolore e ai suoi singhiozzi.
Era il piccolo prezzo che doveva pagare.

PUZZLE //Jeon JungkookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora