Il Voto Infrangibile

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« Dove sei stata? »

Era in ritardo di un quarto d'ora, ma per fortuna il professor Paciock non era ancora arrivato. Come al solito era in ritardo, anche lui.

« Avevo dimenticato un libro. » si giustificò Cassandra, tirando fuori una pergamena pulita.

«E Zabini ti ha aiutato a trovarlo?» le chiese ironico.

Li aveva visti: perfetto!

« Zabini voleva solo parlare. Lo hai visto anche tu stamattina, a colazione.» mentì, allora, sperando di essere credibile.

« Sì, e non capisco perché ti dedichi tutte queste attenzioni. Capisco che sei carina... ma perché solo adesso? » Albus le aveva appena fatto un complimento, o aveva capito male?

« Aspetta... hai appena detto che sono carina? » gli chiese quindi, non nascondendo una nota divertita nella voce e un certo rossore sulle guance.

Albus alzò gli occhi al cielo: detestava quelle situazioni.

« Sì, l'ho detto... Ma non è questo il punto. Che cosa vuole da te? »

Cassandra scoppiò a ridere.

« Forse pensa anche lui che sia carina.» cercò di scherzare Cassandra per evitare di parlarne ancora, ma per fortuna Albus non riuscì a ribadire nulla poiché un trafelato professor Paciock stava finalmente entrando in aula.

« Che voleva da voi Zabini, questa mattina? Rose vi ha visti parlare. »
Ecco un altro che ficcanasava il naso dove non avrebbe dovuto.

« E a te cosa interessa, James? » gli chiese accigliato Albus, mentre lo osservava sedersi di fronte a lui, lì in biblioteca.

James fece spallucce.

« Sai cosa dice papà di lui. » ed era proprio per quello che James avrebbe dovuto starne fuori.

« Zabini resta comunque un mio compagno di casa. » James alzò un sopracciglio con disappunto.

« Allora perché la Wood non è tranquilla in sua presenza? » e adesso cosa importava a lui del perché a Cassandra non piacesse Zabini. Quell'anno erano tutti usciti di testa.

« Non hai gli allenamenti, oggi? » gli chiese, quindi, cercando di dargli un motivo per andarsene.

« Sì... ci vediamo. » era chiaro che Albus non avrebbe parlato, a volte era davvero una serpe. Ma non riusciva a non pensare al perché Cassandra Wood fosse intimorita da Oliver Zabini. Forse sperava di scoprire qualcosa che espellesse quella feccia purosangue dal castello, una volta per tutte.

Era senz'altro questo il motivo.

Eppure, salendo le scale per il dormitorio, quella sera, vide Scorpius Malfoy sgattaiolare fuori dal castello. Non era ancora scattato il coprifuoco, ma qualcosa lo induceva a credere che ci fosse qualcosa di strano in quel comportamento. Soprattutto perché un attimo dopo, vide Cassandra Wood muoversi nella stessa direzione.

Ma cosa diamine stava succedendo?

E perché a lui importava sapere?

« Credevo non ti saresti presentata. Dicono che noi Serpeverde siamo di natura vigliacchi, ma a quanto pare sbagliano sempre a giudicarci. »

Scorpius Malfoy era appoggiato al davanzale di una finestra della torre est del castello.
Come concordato era quello il luogo in cui avrebbero dovuto suggellare il loro patto.

« Dov'è Zabini? » domandò Cassandra, non vedendo il moro girare da quelle parti.

« Lo sapevo che provassi qualcosa per me, in fondo. » Cassandra alzò gli occhi al cielo, mentre quello si posizionava in mezzo a loro due, e le rivolgeva un sorriso per nulla innocente.

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