Centauri Selvaggi

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La McGranitt aveva dato loro due giorni di libertà, per via della festa di Halloween.
E, almeno, per Rose erano stati davvero chiarificatori e soprattutto necessari.

Ma la punizione non era finita e anche quel tardo pomeriggio, lei e Scorpius si dovettero ritrovare davanti l'entrata principale del castello, con Gazza che li aspettava impazientemente.

Quella volta il magonò non aprì bocca ma si limitò ad accompagnarli davanti la foresta come le due volte precedenti, per poi abbandonarli e avvertirli che quella sera sarebbe stato meglio rientrare prima.

« Stupido magonò... mi chiedo ancora perché non lo caccino da questa insulsa scuola! » Scorpius, quella sera, era irritato più del solito.

Rose, tuttavia, non gli diede retta, ignorandolo del tutto, ma anzi rimase ferma con le braccia incrociate.

«E tu? Hai intenzione di rimanere lì?» le domandò con tono aggressivo.

« Non entrerò in quella foresta, e non cercherò Alisecco. » fu la risposta concisa di Rose.

Scorpius alzò gli occhi al cielo e tirò un calcio violentissimo ad un albero. Rose si scompose solo per un secondo, spaventata da quel gesto improvviso.

« Ti odio, mezzosangue! » le urlò contro, prima di inoltrarsi nella foresta.

Bene, era tempo di darsi una mossa.

Se la Weasley non aveva nessuna intenzione di trovare quel dannato uccellaccio, lo avrebbe fatto lui.

Ma non avrebbe passato un altro pomeriggio in compagnia di quella brutta, odiosa, antipatica, e mezzosangue della Weasley.

Così, decise di partire dal solito punto e percorrere quel sentiero che, magari, non avevano notato le volte precedenti.

La luce del sole si affievoliva man mano che Scorpius si inoltrava nella foresta; qualche volta sentiva dei rumori strani, inquietanti che gli fecero maledire il momento in cui aveva abbandonato la Weasley ma poi tutto ritornava come prima e anche i suoi pensieri ritornavano alla norma.

« Che idiota! »

Intanto, Rose stava maledicendo tutti i maghi famosi che conosceva per via di quell'imbecille di Malfoy.

Inoltrarsi nella foresta da solo? Roba da matti.

Rose sperava davvero che non facesse più ritorno da lì: un rompipalle in meno.

Ma anche lei, al confine della foresta, aveva sentito qualche rumore strano ed inquietante e aveva sperato che non fosse successo nulla a Scorpius.

Infondo, non voleva che facesse una pessima fine.

La foresta era sempre più scura, sempre più inquietante, sempre più piena di rumori ed insidie.

Ma, dovette ammettere, che non era solo tetra e orribile: al suo interno vivevano anche creature meravigliose.

C'erano parecchi alberi li, ma uno in particolare lo aveva colpito perché dietro si celava qualcosa.

Scorpius notò una possente coda simile a quella di un cavallo, ma questa si muoveva in modo diverso: dondolava da una parte all'altra con estrema lentezza.

Dal colore bianco, Scorpius pensò subito si trattasse di un Unicorno.

Non ne aveva mai visto uno e sapere di averne uno a poca distanza lo elettrizzava.

Si diceva che lo stesso sangue degli Unicorni avesse delle proprietà magiche: una di questa era quella di allungarti la vita in punto di morte.

Ma uccidere un Unicorno era un abominio: forse uccidere quell'ippogrifo poteva essere la stessa cosa?

Il segreto di SalazarDove le storie prendono vita. Scoprilo ora