Venerdì pomeriggio. Eravamo diplomati, eravamo liberi e esenti da qualsiasi incongruenza posta nelle vite degli adolescenti. L'unico problema era l'imminente partenza di Chris. Sabato mattina avrebbe preso il treno per New York. La ricetrasmittente gracchiò come al suo solito. "Gatto Rognoso. Qui Braveheart. Ci sei? Passo".
"Ci sono, idiota. Passo" lo sentii sogghignare. Per quella volta me la diede vinta, forse perché eravamo in un momento abbastanza delicato. "Stasera vieni a dormire da me. Passo". "È una domanda o una affermazione? Non ho afferrato il punto interrogativo. Passo".
"Perché non c'era. È un ordine. Non vorrai farmi partire senza un saluto o senza un degno arrivederci. Non sei voluta partire con me, perciò dovrai sorbirti una serata in mia compagnia. Mia madre sta cucinando tutto quello che ha nella credenza e nel frigo. Non vorrai sprecare il cibo. Passo".
"Devo chiedere il permesso ai miei" non era propriamente la verità. In qualche modo stavo cercando di evitarlo, e ancora oggi non ne comprendo il motivo. "Cosa? Non hai mai chiesto permessi. Ti aspetto tra quindici minuti". Spense la ricetrasmittente ed io restai impietrita. Guardai l'orologio appeso al muro dietro la mia scrivania, come se potesse esplodere da un momento all'altro. I minuti trascorsero, e quando rintoccarono le sette mi sollevai dalla sedia, scattante ed ansiosa. Mi vestii in tutta fretta e dopo scesi al piano di sotto. "Dove vai?" l'usuale domanda di mia madre arrivò da dietro la porta della cucina.
"Chris mi ha invitata a stare da lui stanotte. Domani mattina parte e..." si mise con le mani sui fianchi. "Devi smetterla di comportarti così, Lilian. Un minimo di preavviso ci farebbe comodo". "Anche a me farebbe comodo, ma Chris è fatto così. Pensatela da questo punto di vista: da domani non vi darà più rogne". "Sia ringraziato il cielo!" mamma alzò le braccia, gioiosa. "Ci togliamo di torno quel flagello". Mi voltai di schiena, prendendo le chiavi di casa dalla bacheca appesa all'ingresso. "Ok, allora vado. Ci vediamo domani mattina". "Non ti porti nulla?".
"No, Carly mi presterà il suo pigiama". Chiusi la porta dietro di me e raggiunsi il retro della casa di Chris. Ad aprirmi trovai Scott. Ritrovai tutta la famiglia seduta in soggiorno, eccetto Bob. Lui e Lisa avevano divorziato da poco, e anche per questo speravo che Chris rimanesse in città per aiutare la madre. Ma lei non sarebbe rimasta di certo da sola. C'erano ancora Scott, Carly e Shanna. Il mio amico incrociò il mio sguardo, e istintivamente si alzò dalla sedia. "Lil, accomodati. Abbiamo appena iniziato". Lisa mi sorrise, indicandomi una sedia. "Siediti lì, tesoro. Al tuo solito posto". Sì, avevo il mio posto. Ormai frequentavo di più quella casa piuttosto che la mia. Un altro motivo per andare al college. La tavola era imbandita come se fosse la cena di Natale. Chris rispose al mio sguardo sbigottito. "Te l'avevo detto che mamma avrebbe svuotato il frigo". Lei mi porse il piatto, riempiendolo di patate, fagiolini e strisce croccanti di bacon. Chris resistette alla tentazione, e continuò la sua dieta vegetariana. Riuscimmo ad alzarci dal tavolo alle dieci. Arrancammo su per le scale, raggiungendo la sua stanza. Mi gettai a strapiombo sul suo letto ad una piazza e mezzo. "Tua madre è una cuoca fantastica, ma di questo passo arriverò a venti anni con venti chili in più".
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𝙎𝙢𝙚𝙡𝙡𝙨 𝙡𝙞𝙠𝙚 𝙩𝙚𝙚𝙣 𝙨𝙥𝙞𝙧𝙞𝙩 |
FanfictionSei al liceo, ed hai lo stesso migliore amico dai tempi dell'asilo. Lui si chiama Chris ed è tutto per te. Siete inseparabili e vi raccontate ogni cosa, senza escludere alcun dettaglio. Arriva il ballo di fine anno e non hai un accompagnatore. Lui v...