𝘼𝙘𝙩𝙤𝙧

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Ci perdemmo ancora una volta di vista, ma non ne fui sorpresa. Ero sempre stata scaramantica, sfortunata perciò diffidai di tutti i segni che l'universo sembrò volermi mostrare sotto falsi e illusori eventi. Quindi non mi sorpresi di quell'ulteriore notizia sui giornali. Chris aveva una nuova ragazza, un'altra attrice. Se non lo avessi conosciuto di persona, avrei pensato che fosse solo un bel ragazzo, che sa di esserlo e che quindi si comporta da narcisista. Era quello che appariva dalle foto sui tabloid, e quell'anno Chris prese parte ad un nuovo film, un nuovo progetto che lo avrebbe accompagnato per dieci anni. Interpretò il timido e coraggioso soldato Steve Rogers per la serie di film su Captain America targata Marvel. Un altro supereroe, un ruolo che gli si adattava alla perfezione visto il suo fisico e il suo animo puro. Io intanto perdurai nel mio apprendistato a Vanity Fair, facendo sempre nuove conoscenze e spostandomi di città in città per le interviste. Per fortuna non avevo tempo di trovarmi altri passatempi, e un fidanzato, perciò non sembrai così affranta quando compii trenta anni e non avevo ancora un anello al dito. Al contrario mio, David aveva trovato l'anima gemella in un negozio di scarpe. Sì, gli risultò così facile, cosa che a me capitava di rado. Nell'estate del 2011 dovetti ritornare a casa per le sue nozze. Mamma fece allestire un palchetto e un arco nel nostro giardino, con una ventina di sedie bianche disposte in fila. Mio fratello era in camera sua, davanti allo specchio e con indosso uno smoking. "Il mio fratellino minore sembra volersi sposare prima di me" lui sorrise, guardando il mio riflesso nello specchio. "Se ti avessi aspettato, sarei arrivato a cinquanta anni ancora celibe" ironizzò e di conseguenza gli tirai un buffetto sul braccio. Lo aiutai a fare il nodo Windsor alla cravatta argento.

"Sei bellissimo, fratellino. Nadya è fortunata ad averti" gli schioccai un bacio sulla guancia. "E tu come stai? Ti vedo triste". Scossi la testa, abbozzando un sorriso. "Ti sbagli. Sono felicissima ed emozionata per te" presi il fazzoletto bianco e lo riposi nella pochette della sua giacca nera. "Devo dirti una cosa, Lil" attesi. "Ho invitato tutto il vicinato...".

"Hai fatto bene" prese tempo, e poi aggiunse. "Verrà anche Chris. Ha detto di aver preso un permesso per allontanarsi dalle riprese di The Avengers". "Ah sì?" mi finsi indifferente. "E porterà anche la nuova fidanzata, presumo".

"Sì, è già nella casa accanto. È molto bella" spiegò mio fratello, arrossendo. "Ehi, non puoi fare commenti su altre donne. C'è Nadya nella stanza accanto, che non vede l'ora di trascorrere la vita con te. Rendimi fiera, fratellino". Passai anche da lei, aiutandola con l'abito e il velo. Mi chiese se potevo accompagnarla all'altare, visto che era orfana e figlia unica. "Non ci conosciamo così bene, ma sei la sorella del mio futuro marito perciò sei automaticamente importante anche per me". Mi commossi, e consumai il mio primo pacchetto di fazzoletti della giornata.

"Certo che ti accompagno. Non ti lascio da sola" scendemmo insieme le scale, e facemmo il giro della casa per raggiungere il giardino. Mi guardai intorno, scrutando ogni invitato e notai Chris di spalle, con un braccio steso sulla sedia accanto alla sua, su cui era seduta Minka. La sua meravigliosa fidanzata dal fisico da modella. "Sei pronta, Lily?" mi domandò Nadya.

"Dovrei porti io questa domanda". "Sono nata pronta" spiegò, stringendo il bouquet tra le mani. Aspettammo che i figli di Carly spargessero fiori lungo la navata per poi proseguire noi stesse verso l'arco dove c'era David, vestito di tutto punto e con gli occhi lucidi. Mi posizionai accanto alla sposa, facendole anche da damigella d'onore. Durante le promesse, mi voltai verso Chris che ricambiò fugacemente il mio sguardo per poi attirare Minka a sé. Non ci rivolgemmo la parola fino al taglio della torta, quando rimase improvvisamente da solo. Si avvicinò a me, porgendomi il calice con lo champagne. Tintinnò il suo contro il mio. "Cin!" sorseggiammo contemporaneamente quel liquido frizzantino, cercando il coraggio per proseguire la chiacchierata. "Ti trovo bene, Lil".

"Grazie, anche tu stai bene" risposi senza guardarlo in faccia. Ero evidentemente disgustata, o perlomeno ero delusa come al mio solito. "Hai guardato il mio nuovo film?" domandò. "Quale dei tanti?". "Captain America, il primo vendicatore". "Oh" sospirai, lasciando il bicchiere sul vassoio del cameriere. "Non ancora. Non ho avuto tempo" stavo mentendo spudoratamente. Non mi ero persa un suo film negli ultimi dieci anni, e questo mi rendeva la sua fan numero uno, cosa che non potevo dimostrare di essere in quel periodo. Dopo il bacio scambiato sul divano di casa sua, la situazione si fece sempre più strana. "Almeno conosci la trama?".

"No, te l'ho detto. Non ho avuto modo di vedere film. Ho un lavoro anche io. Non sei l'unico indaffarato qui". Si, ero evidentemente su di giri e fuori di me, al che voltai le spalle per andarmene. "Aspetta, vorrei presentarti la mia ragazza" strinsi i pugni, resistendo alla tentazione di picchiare qualcosa o qualcuno. Minka arrivò da noi. I suoi capelli castani e lucenti, brillarono sotto la luce della luna. Aveva labbra carnose e fisico mozzafiato. La trovai più adatta a lui rispetto alla prima fidanzata. "Tu devi essere Lily. Chris mi ha parlato di te fino alla nausea".

"Oh, non ne dubito" risposi con sarcasmo, stringendole la mano. Chris ci lasciò da sole per andare da suo fratello, che poco tempo prima aveva fatto outing dichiarandosi omosessuale. Non era stato un trauma per la sua famiglia, e nemmeno per me. Eravamo felici se lui era felice. "Chris mi ha anche detto che sei una giornalista".

"Sì, lavoro per Vanity Fair da tre anni". "Oh, che bello. Era la mia seconda scelta, se non fossi diventata un'attrice. Mi piace leggere le riviste e informarmi sui gossip... hai già intervistato qualcuno di famoso?". "Non ancora, no ma è nell'aria" Minka mi sorrise, e mi sembrò impossibile odiarla.

"Hai il tuo migliore amico che è una star del cinema. Chiedigli di rilasciarti un'intervista per il suo nuovo film". "Non dipende da me, non detto regole" sorseggiammo champagne insieme e dopo mi scusai per potermi allontanare. La situazione si stava facendo troppo angosciante e strana. Rasentai Chris e rientrai in casa, avvicinandomi al frigo alla ricerca di qualcosa di più forte dello champagne. Ero consapevole che non potevo lasciarmi travolgere da un simile vezzo. Era successo anche ai miei genitori e non volevo ripetere i loro stessi errori. Quindi preferii un sigaro - uno di quelli costosi che mio padre aveva lasciato nella scrivania del suo studio – e la accesi sul retro, accomodandomi su una sdraio. Feci il primo tiro, alzando il mento verso il cielo. Mi godetti la leggera brezza sul viso e il silenzio, ma per pochi secondi perché il mio cellulare vibrò nella pochette color oro. Era il mio capo, con una strana richiesta per me.

"È arrivato quel momento. Vorresti andare a Roma con Angela per un'intervista?". "Vorrei? Ho modo di replicare?" scherzai dato che eravamo ormai in confidenza. "Se non ti senti pronta, posso farti sostituire". "Oh no, no. Sono prontissima. Quando dovremmo partire?".

"Stasera" scattai in avanti, atterrita. "Va bene, mi riuscirò ad organizzare persino con così poco preavviso". Non avevo modo di tornare a New York e da lì partire per l'Italia, quindi programmai ogni cosa da Boston. Quello che era rimasto nel mio armadio finii in un trolley, e per il resto avrei fatto un po' di sano shopping nella capitale romana. Appena scesi le scale con pantaloncini, t-shirt e valigia al seguito, gli invitati mi guardarono storto.

Spiegai a mia madre che ero in partenza per lavoro, e augurai ogni bene a mio fratello e alla sua nuova compagna. Esitai nel fare lo stesso con il mio migliore amico e la sua fidanzata che, per quanto fosse incredibilmente invidiata, non riuscii ad odiare quanto avrei dovuto. Chris mi si avvicinò e mi fece voltare con una mano poggiata sulla mia spalla. "Ehi, dove credi di andare?".

"Roma!" risposi, entusiasta e non rivelando alcun accenno di esitazione o pentimento. "Non scherzare, Lil". "Non sto scherzando. La mia collega mi aspetta in aeroporto. Dobbiamo fare un'intervista e...". "E quanto ci rimarrai?" feci spallucce. "Il tempo necessario, perché?". "Sarò a New York questo inverno. Hai ancora il mio numero. Non esitare a contattarmi. Vorrei parlarti di alcune cose" abbozzai un sorriso e raggiunsi il taxi, senza voltarmi più indietro. 

𝙎𝙢𝙚𝙡𝙡𝙨 𝙡𝙞𝙠𝙚 𝙩𝙚𝙚𝙣 𝙨𝙥𝙞𝙧𝙞𝙩 |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora