𝙁𝙚𝙚𝙡𝙞𝙣𝙜𝙨

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Cercai di imprimere i ricordi nella mente, e di far trascorrere gli ultimi giorni a Boston quanto più lentamente possibile. Amavo il mio lavoro, e da una parte non vedevo l'ora di ritornarci. C'era solo qualcosa di diverso nell'aria, come se sentissi il bisogno di aggrapparmi ad un'idea, ad una nuova condizione. Quando io, mamma e Sean andammo via da casa di mio fratello, ci avviammo lungo la strada verso casa nostra. Distratta dal paesaggio oltre il vetro, mi lasciai ammaliare e sognai ad occhi aperti un futuro a Boston. Ai miei occhi, non sembrò così male vivere tra quelle piccole casupole in periferia, ed esiliarmi in una villetta con giardino dove avrei passato le mie giornate allontanandomi dalla noiosa quotidianità dei dipendenti statali. Accostando nel vialetto, venni nuovamente distratta e questa volta da una Lexus Blu che ero certa fosse proprio di Chris. Sussultai, drizzando la schiena contro il sedile. Sean non fece in tempo a spegnere il motore che ero già fuori dall'auto, diretta alla porta d'ingresso della casa accanto. Bussai con aggressività, mantenendo i nervi saldi. Udii dei passi e in pochi secondi la porta si spalancò. Chris era proprio davanti a me, con camicia azzurra sbottonata sul collo e uno sguardo spento, come se fosse rimasto pietrificato dalla mia visita. "Lil, pensavo fossi tornata a Milano".

"N-no. Sono tornata qui ma ripartirò domani sera". Rimanemmo in silenzio per una frazione di tempo che mi sembrò durare un secolo. "Chris, io devo scusarmi per quello schiaffo. Non volevo...". "Non preoccuparti. Non mi avevi mai picchiato in trenta anni. Hai un bel gancio destro" sogghignai, rilassando i nervi. "Volevo parlarti, a proposito. Ti va di raggiungermi a casa nel pomeriggio?".

Lui rispose con un sorriso che mi fece tremare le gambe. "Certo, uso la porta o salto dalla finestra?". Mi fece ridere ancora una volta. Gli riusciva sempre così facile. "Siamo due persone adulte ormai. Comportiamoci di conseguenza" feci un cenno con la testa per poi salutarlo. Non gli avevo dato un orario preciso, per questo mi trascinai per casa come se fossi in punto di partire per la guerra. Iniziai a sudare freddo, e quando mamma mi confermò che sarebbe uscita con Sean pensai che sarei rimasta da sola con Chris. Nelle mie condizioni, sarebbe potuto accadere di tutto specialmente se gli avessi confessato ogni cosa.

"Non so a che ora torniamo. Forse resto a dormire a casa sua" mamma additò Sean intanto che si infilava il giacchetto. "Se vuoi qualcosa da mangiare, ci sono dei soldi nel barattolo dei biscotti in cucina. Ordina una pizza o...".

"Mamma, ho uno stipendio e so usare il telefono. Non preoccuparti, va'..." ovviamente non le dissi dell'imminente visita di Chris. Una mezzora dopo, quando bussarono alla porta mi tamburellò anche il cuore. Istintivamente mi passai le dita tra i capelli, sistemandoli in onde sulle spalle nude. Strofinai le mani sul jeans e mi avvicinai alla porta. Dietro la figura alta e robusta di Chris, stava tramontando il sole oltre l'orizzonte.

"Ciao..." sollevò una busta di carta bianca. "...patatine fritte e nachos. Sono ancora i tuoi preferiti, vero?". Annuii, facendolo entrare in casa. Si guardò intorno, come se fosse stata la sua prima volta. "Non ci mettevo piede dal matrimonio di David. Mi sembra più piccola" presi la busta dalle sue mani, sistemandola sul tavolo del soggiorno. Chris aveva un maglioncino nero che aderiva alle sue spalle e ai suoi bicipiti come se gli stringesse, e contemporaneamente sembrò fatto su misura per lui.

𝙎𝙢𝙚𝙡𝙡𝙨 𝙡𝙞𝙠𝙚 𝙩𝙚𝙚𝙣 𝙨𝙥𝙞𝙧𝙞𝙩 |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora