Jennie aveva deciso di saltare scuola quella mattina. Non se la sentiva di abbandonare quel porto sicuro della sua camera da letto. L'ultima volta che lo aveva fatto, a furia di girovagare senza meta e senza sosta per i corridoi della villa, visibilmente sovrappensiero, finì per puro caso nella stanza di Jisoo. Per fortuna non la trovò nelle condizioni in cui era stata fino a qualche giorno prima, grazie al grande impegno e la collaborazione delle domestiche, ma la sua attenzione fu catturata dall'unica cosa che nessuna delle inservienti osò spostare di una virgola. E quella cosa era la lettera che era stata inviata a sua cugina da suo padre. L'aveva ricevuta sul serio. Presa dalla rabbia e dallo sconforto, la ragazza aprì la busta e senza troppi ripensamenti lesse la missiva senza il permesso della destinataria. In quelle spesse righe l'uomo le aveva spiegato che presto avrebbe terminato di scontare la sua pena e le chiedeva il suo aiuto per rientrare nelle grazie del nonno, che aveva le redini dell'azienda di famiglia. Per riassumere voleva mettere in ombra il fratello maggiore, il padre di Jennie, in modo da ereditare il controllo della casa di moda, e aveva intenzione di utilizzare la sua unica figlia per raggiungere il suo scopo. La freddezza che riusciva a percepire da quelle parole scarabocchiate in fretta era disarmante. Evidentemente l'uomo pensava che la ragazza avesse ereditato da lui la sete di potere, e che lo avrebbe assecondato fedelmente per ricevere in cambio una posizione di prestigio a tempo debito. Che brutta razza quella dei Kim, pensò la bruna, sperando vivamente di essere un caso a parte, un unico frutto sano in quell'albero genealogico marcio fino alle radici. Ma per quanto riguardava la cugina? Perché non le aveva detto niente a riguardo? Beh, la risposta era semplice e abbastanza ovvia: era confusa. Non sapeva cosa fare. Proprio come Jennie, da quando Youngbae le aveva proposto di esporsi, denunciare suo padre e presentarsi in tribunale per testimoniare contro di lui. Entrambe si ponevano la stessa domanda: schierarsi dalla parte di un genitore che le aveva permesso di venire al mondo, o contro un mostro freddo e calcolatore che farebbe di tutto pur di salvaguardare i propri interessi?
In fondo in fondo, Jennie sapeva bene da quale parte avrebbe voluto stare, ma quella scelta avrebbe comportato dei rischi. In più, nel suo piccolo sperava che Jisoo scegliesse lei, che ignorasse le richieste di suo padre per il bene di sua cugina. Ma pensandoci, la piccola Kim era tanto diversa dal resto della sua famiglia? Non aveva trattato più volte la cugina maggiore alla stregua di una sguattera? Non si era sempre comportata in modo freddo e odioso con le persone che davvero tenevano a lei, per puro egoismo? Per farsi accontentare, per ottenere tutto quello che desiderava, aveva ferito troppe persone.
Rigirandosi tra le lenzuola che le si attorcigliavano alle gambe, il filo dei suoi pensieri la ricondusse al viso affranto di Chaeyoung, un'altra anima bianca che aveva sporcato con il catrame del suo cuore nero. La curiosità che l'aveva spinta a chiederle di stare con lei, era una copertura per il suo egoismo. Quel desiderio di non farsi sfuggire qualcosa di così meraviglioso dalle mani, quella gelosia nel vedere il modo in cui la rossa si comportava o si avvicinava a persone che non fossero lei, quella rabbia al pensiero che qualcun altro avesse potuto averla... Quella ragazza era la cosa più bella che le fosse mai appartenuta, seppure per un'unica notte, e non aveva nessuna intenzione di lasciarla andare. E ammettendo a sé stessa tutto ciò, si rese conto che a causa del suo egoismo aveva rovinato le vite di entrambe. Rosé era quel tipo di persona che se ti da amore lo fa incondizionatamente, senza limiti che tengano, e per Jennie quelle attenzioni che dapprima le parevano una dolce follia che le faceva sentire il brivido di essere viva, si trasformarono in una dipendenza letale. E prima che se ne rendessero conto entrambe avevano finito per innamorarsi l'una dell'altra.
La maggiore che non poteva assolutamente permettersi di provare amore, che si era tenuta lontano da tutti per non essere ferita dal mondo esterno, si era azzardata a mostrare la parte più vulnerabile di sé stessa a qualcuno ed ora rischiava di perdere anche quella. E non è forse per questo che nonostante il ricordo delle lacrime della sua piccola rosa fosse più doloroso di avere una lama conficcata nel petto, non era ancora riuscita a trovare il coraggio di parlarle?
Lanciò uno sguardo al cellulare posato sul comodino, indecisa sul da farsi. Alla fine lo afferrò e controllò l'orario. Era tardi per entrare a scuola, ma aveva il tempo di darsi una sistemata e farsi trovare fuori dall'istituto al termine delle lezioni. Poteva andare a prendere le ragazze con Seungri, organizzare un bel pranzo per cercare di sistemare le cose all'interno del gruppo. Magari avrebbe potuto prendere in disparte Jisoo e farsi spiegare un paio di cosette, o avrebbe potuto farlo quella sera, non era questa la sua priorità. Ciò di cui necessitava era stringere a sé Chaeyoung, inspirare la sua pelle candida beandosi del suo profumo, e affondare le dita tra le sue morbide onde rosse. Ne aveva davvero bisogno.