Jisoo aveva cinque anni quando imparò che l'armadio era un posto sicuro.
A scuola alcuni bambini la prendevano di mira e le facevano brutti scherzi. Per spaventarla le raccontavano di mostri che vivevano negli armadi dei bambini, che aspettavano che questi ultimi si addormentassero per poterli mangiare in un sol boccone. Per questo aveva paura di dormire da sola nella sua stanza, e spesso la sua mamma le faceva compagnia nel suo lettino. Non importava quante volte la donna mostrasse a sua figlia che nel suo armadio dalle ante rosa pastello non ci fosse nulla oltre a vestitini multicolore, ma la piccola continuava a piangere ogni notte.
Una sera il padre di Jisoo tornò a casa ubriaco, dopo l'ennesima strigliata del nonno della bambina causata dall'ennesima delusione lavorativa all'interno dell'azienda di famiglia.
La piccolina non riusciva a capire cosa stesse succedendo quando la sua mamma entrò di corsa nella sua stanza, spense le luci, la strinse forte tra le braccia e si rifugiò all'interno del famigerato armadio.
-Mammina, perché siamo qui dentro?-
-Shh, non parlare Jisoo- disse la donna alla sua bambina.
Suo marito aveva alzato un po' troppo il gomito, e stava sfogando la sua frustrazione sulla mobilia e l'argenteria della cucina. Già una volta era capitato un avvenimento del genere, quando Jisoo era ancora più piccola, e la povera donna non ne era uscita illesa. Al solo ricordo tremava.
-Mammina hai paura?- chiese ancora la bambina, stavolta sottovoce. Sua madre annuì.
-Ma come? Tu sei grande.-
-Anche i grandi a volte hanno paura. Ma tranquilla, tesoro, qui siamo al sicuro.-
Il signor Kim continuò a lungo con il suo fracasso, spostandosi un po' in tutta la casa, poi finalmente uscì di nuovo. Ciononostante la donna aspettò altri venti minuti prima di uscire dall'armadio e sforzarsi di sorridere alla sua bambina.
-Hai visto amore? Il mostro non era nell'armadio.-
La mattina seguente una piccola e imbronciata Jisoo corse da una delle sue maestre.
-Maestra! Maestra!- chiamò con la sua vocina.
-Cosa c'è Jisoo? Hai litigato con i tuoi amici?/
-Non mi vogliono ascoltare. Dicono che sono una bugiarda!-
La signora si abbassò per arrivare all'altezza della bimba. -Perché, cosa hai detto?
La piccola la guardò negli occhi.
-Ho solo detto che anche i grandi hanno paura dei mostri...-Jisoo aveva sette anni quando uno dei suoi zii morì.
Parole come "isolamento", "antidepressivi" e "overdose" erano ancora completamente incomprensibili per lei, ma aveva già raggiunto la maturità necessaria a capire il significato effettivo della morte. Lo zio non sarebbe mai più tornato. Non aveva mai avuto l'occasione di conoscerlo bene, e le dispiaceva tanto.
C'erano molte maschere al funerale. Tante facce finte e preimpostate, s'inchinavano, stringevano mani, e recitavano a memoria le solite frasi fatte. Probabilmente come Jisoo nessuno conosceva effettivamente quell'uomo.
Il nonno era quello che aveva avuto l'incarico di ricevere saluti e condoglianze, perché alla fine era l'unico componente maschile della famiglia che era realmente legato al figlio venuto a mancare, e probabilmente l'unico realmente distrutto dall'accaduto.