||Hell's Peace|| Hyunlix

44

"Vuoi sbrigati? Non arriveremo mai in tempo"
Era la quindicesima volta che Hyunjin lo ripeteva mentre era davanti a me, ad almeno una decina di passi.
Feci un verso esausto.
"Sono stanco porca troia, non ho la super resistenza come te, dovevi pensarci prima di decidere di arrivare a piedi fino a quella dannata stazione"  dissi con il fiatone.
"Sei un demone no? Madonna sei inutile" borbottò senza voltarsi.
"Un mezzo demone e anche non rivelato, cosa pretendi da me in forma umana?" Dissi fermandomi e tenendomi le ginocchia.
Non riuscivo a credere a quanto potesse essere odioso quel ragazzo.
Mi guardai intorno, nel mio raggio visivo c'erano solo erbacce e rocce.
"Sei impotente solo quando lo dici tu eh?" Si girò verso di me "non quando vuoi affrontare un esercito di creature che potrebbero farti fuori"

Mi tolsi il sudore dalla fronte con l'avambraccio.
"Ti prego Hyunjin" ansimai "basta"
Lui sospirò e si massaggiò le tempie per poi venire nella mia direzione velocemente.
Neanche il tempo di rendermene conto ed ero sulla sua spalla come un sacco di patate.
"Hyunjin!!" Squittii.
"Che c'è?" Chiese infastidito "non possiamo fermarci e non voglio vederti morto in mezzo al nulla"
Sbuffai rumorosamente, però mi ritrovai a sorridere senza accorgermene.
In realtà non era cambiato molto, era odioso, ma aveva i suoi pregi.

"Modera i battiti del tuo cuore, mi distraggono" disse facendomi sgranare gli occhi.
"È-è perché... sono stanco" dissi come scusa "avevo camminato troppo veloce" mi affrettai ad aggiungere.
"Non mi importa il perché, solo..." fece un respiro "contienili"
Lo disse con una voce che mi portò un enorme nostalgia, era la stessa di quando mi desiderava così tanto da avere paura di uccidermi.
Avrei voluto fargli molte domande, ma allo stesso tempo avevo paura.
Non sapevo esattamente di cosa, paura che mi lasciasse cadere ed andasse o semplicemente delle risposte che potevo avere da lui.
Era inutile negarlo, sia agli altri che a me stesso, i sentimenti che provavo per Hyunjin, quei sentimenti che stavo provando a seppellire sottoterra, erano stati portati in superficie di botto non appena i suoi occhi hanno incontrato nuovamente i miei.
Eppure lui non mi amava.
Non gli piacevo neanche più.
Sembrava mi tollerasse a pena.
Eppure faceva tutto questo per la mia vita... mi confondeva così tanto.

"A cosa stai pensando?" Chiese d'un tratto mentre camminava.
"A nulla di che" dissi poco convinto.
"Pensavi a me?" Chiese delicatamente.
Mi venne un tonfo al cuore.
Stavo per dirgli tutto, parlare dei miei dubbi e dei miei sentimenti confusi eppure così chiari contemporaneamente, ma poi lui aggiunse "oppure pensavi a Dylan?"
Questa voce non era come quella di prima, era arrogante e sfacciata.
Quasi a prendersi gioco di me.
"Fottiti Hyunjin" dissi tirandogli un calcio nello stomaco.
Ovviamente non gli feci male, ma restò spiazzato.
"Ci tieni così tanto a lui?" Chiese.
"E a te cosa importa? Dovresti essere felice se fosse così"
"Rispondi"  disse serio.
Non dissi nulla e feci finta di addormentarmi per scappare dalla conversazione.

Dopo qualche ora lo sentii fermarsi e aprii gli occhi.
"Buongiorno Aurora" disse facendomi scendere, tenendomi ben saldo, in modo da non farmi cadere.
"Ei" lo salutai.
"È il momento di stare un po' in mezzo alle persone, andiamo a mangiare qualcosa e poi cerchiamo una roba  come un motel, domani mattina continuiamo a camminare verso il treno"
Disse mentre mi sistemava i capelli.
Quel gesto familiare mi fece avvampare.
"Ti sono cresciuti un po' i capelli" notò sorridendo.
"S-si un po'" abbassai lo sguardo.
Pensai ai suoi capelli e quanto avrei voluto accarezzarli in quel momento.

"Andiamo" disse prendendomi il polso piano ed entrando in una cittadina.
Era un posto di mare, sentivo l'odore del sale ed inoltre la gente andava in giro con il costume.
"Dove siamo Hyunjinnie?" Il soprannome mi venne spontaneo , senza pensarci.
Lui restò fermo per qualche secondo, poi tornò a camminare.
"In un paesino sulla costa"
In un altra situazione, gli avrei chiesto di fare il bagno, ma con un esercito che voleva la mia morte probabilmente non era il caso.