17 ~ All I need

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{Luke}

La mia Diavoletta si è accorta che la sto guardando, finalmente, e la sua espressione passa dall'essere terribilmente scocciata all'essere stupendamente sorpresa.

Le faccio un cenno di seguirmi e lei si alza velocemente dalla sedia. E' tutta ammaccata, ma splendida come al solito.

Non si aspettava di trovarmi qui, lo capisco, non sarei nemmeno dovuto venirci. Ma quando si tratta di Lydia ogni cosa illecita diventa all'istante tutto quello che voglio fare.

Tutto quello che ho bisogno di fare.

Come sbatterla contro la parete e fiondarmi sulla sua bocca appena si ferma davanti a me. E' sbagliato, ma lo faccio.

Dio solo sa quanto non dovrei, eppure eccomi qui, a sfiorarla al limite della decenza in un fottuto ospedale. Non riesco a fermarmi e il fatto che non riesca a starle lontano mi carica e mi sfinisce allo stesso tempo.

La voglio. La voglio così tanto.

Non vorrei mai staccarmi dalle sue labbra morbide, ma ho bisogno di sapere se sta bene, ho bisogno di saperla al sicuro.

Ho bisogno di prendermi in giro, perchè con me, al sicuro, non lo sarà mai.

-Come stai?- appoggio la mia fronte contro la sua, perché stringerla soltanto non mi basta.

-Come facevi a sapere che ero qui?-

-Lo immaginavo. Non stavi benissimo la scorsa sera.- Nasconde il viso nell'incavo del mio collo e io la stringo più forte, cercando di non farle male.

-Perché sei tornato indietro, ieri?- Sussurra, soffiandomi involontariamente sulla pelle.

-Volevo un altro bacio.- E in parte è vero, vorrei costantemente le sue labbra sulle mie. E non solo lì. Ma stavo tornando indietro per controllarla, come ogni sera. Solo che non mi aspettavo che Lucifero avrebbe mandato così presto altri suoi caduti. Sta tramando qualcosa, forse si chiede perché la Nephilim è ancora viva.

-Scemo.- Ride contro di me e mi fa scordare a cosa diavolo stavo pensando.

-Diavoletta.- Ribatto. Si stacca da me, sorridente. Mi guarda e io la guardo, ma le ferite sul suo viso, rosse come i capelli che le incorniciano il viso, mi fanno ribollire il sangue. Ed il solo pensiero che le possano rimanere delle cicatrici su quelle guance eteree, che sembrano porcellana, o su qualunque millimetro della sua pelle, mi fa venire voglia di colpire qualcosa, di distruggere tutto.

E poi anche il suo sorriso svanisce.

-Ho avuto paura.- Mormora. Sto per risponderle, ma lei ricomincia a parlare. -Ho avuto paura, prima che arrivassi tu.- Mi guarda con quei suoi occhi scuri ed io la ascolto in silenzio, aggrappandomi con le unghie ad ogni lettera che le esce dalla bocca, perché mi fanno sentire come se l'inferno non fosse davvero il mio posto. Perché mi fa sentire qualcosa, sensazioni che non ho mai conosciuto prima. -Appena ho visto il tuo viso ho capito che ero salva, che anche se addirittura i polmoni mi sembrassero pieni di sabbia bollente, potevo respirare. Li ho visti i tuoi occhi, Luke, ed erano diversi, feroci. Ma non mi hanno spaventata. Non ho più paura di te. Ti ho visto voltarti così in fretta che mi sei sembrato frutto della mia immaginazione, e quindi ho allungato una mano verso di te, ma non sono riuscita ad afferrarti. Poi però, mi sono svegliata tra le tue braccia e ho sentito le tue labbra sulle mie, ed era reale. Eri reale.- Abbassa gli occhi e si tortura le mani. Lei parla a voce troppo bassa e il mio cuore va troppo veloce, ma riesco a sentire benissimo le sue parole successive. -Io credo che tu... Che tu sia diverso.- Smette di parlare ed io per un attimo non ho idea di come replicare, di come comportarmi. Non voglio che lei sappia cosa sono, cosa sono venuto a fare in questa città o cosa sono venuto a fare a lei, quindi assumo un'espressione più normale possibile e le alzo il mento con due dita.

-Diverso da cosa?- Le chiedo con un sopracciglio inarcato e la voce bassa.

-Diverso da...- scuote la testa, facendo un passo indietro. -Lascia stare, sono solo stressata. Ora però devo andare da mia madre.- Dice imbarazzata. Fa per andarsene, ma io le prendo un polso.

-Non dimentichi qualcosa?- Le sorrido, e lei mi guarda confusa. Allora mi avvicino, sfiorandole la bocca con la mia e parlandole a fior di labbra. -Hai dimenticato di salutarmi.-

E la bacio, e mi bacia. E non c'è niente di tenero o delicato, apparte le sue labbra. Solo fuoco e passione, ecco cosa c'è: fuoco, passione e scintille. È questo quello che siamo io e lei insieme.

Quando si stacca per andarsene, si gira subito.

Ma lo vedo lo stesso quel suo sorriso dolce che le illumina il volto.

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Heeeey spero vi piaccia il capitolo, e come al solito scusate per il ritardo D:
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Our Fall ~ Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora