13 ~ The truth behind

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{LUKE}
Lucifero mi guarda entrare nella sala del suo trono, sorride imponente e glorioso, aspettando che gli dica il motivo di questa visita inaspettata, ma suppongo lo sappia già. Mi fermo al centro della stanza, incrocio le braccia al petto e lo guardo dritto negli occhi.

-C'era un caduto davanti casa di Lydia. Cosa significa?- La mia voce è ferma, ma non mostra neanche una minima parte dell'inspiegabile rabbia che porto dentro.

-Mi hanno detto che gli hai fatto il culo!- Ride, facendo aumentare la mia ira. Ma non lo faccio vedere, ripenso all'angelo caduto con cui ho combattuto prima di venire qui, ripenso al momento in cui ho infilato il pugnale nelle sue cicatrici, a come mi sono sentito tornare in me mentre lui diventava cenere e spariva nel vento, come se tutta la cattiveria e il rancore perenne che provavo e che da un po' non sentivo più fossero tornati dentro me, violenti e potenti come uno tsunami. E sorrido, sorrido nonostante la rabbia.

-Avevi dubbi?- Lo provoco, lui scuote la testa in risposta.

-Non era in programma farsi scoprire da te. Comunque, potevi evitare di ucciderlo.-

-Non rispondeva alle mie domande.- Scrollo le spalle, come se fosse una valida ragione per uccidere. -Perché lo hai mandato?-

-Beh- scende dal trono e mi si avvicina -L'ho mandato a vedere se il mio caduto preferito stava facendo bene il suo lavoro. Ma purtroppo non ho avuto il mio resoconto.-

-Non c'è bisogno che mandi nessuno, ho tutto sotto controllo.- Dico con voce fredda.

-Lo spero, figliolo.-

__

Parcheggio la moto davanti casa di Lydia e quasi la faccio cadere, per la fretta di scendere. So di essere in ritardo di un'ora, ma spero di non averla fatta innervosire più di tanto.

Apre la porta ed è perfetta e contraddittoria, con i jeans strappati sul ginocchio da dura e il maglione largo che la fa sembrare una bambina.

-Ehilà, Diavoletta.- Non riesco ad evitare di sorridere a vederla col broncio.

-Sei in ritardo.- Dice, cercando di mostrarsi arrabbiata.

-Sei bellissima.- Rispondo evasivo, e la guardo sfacciatamente, facendola arrossire. Alza gli occhi al cielo, cercando di non sorridere.

-Non cambiare discorso!- afferma, senza demordere.

-Ho avuto un contrattempo.- smetto di sorridere, ripensando al caduto che ho ucciso poco fa, proprio a qualche metro da qui.

-Che genere di contrattempo?-

-Lascia stare. Andiamo?- Mi giro e tiro fuori dalla tasca le chiavi della moto.

-La prossima volta non sarà così facile.- la sento bisbigliare tra sé e sé.

-Ci sarà una prossima volta?- dico, pentendomene subito, appena mi rendo conto che non avrei dovuto sentire.

Mi giro a guardarla e lei fa lo stesso, mi fissa gli occhi ma non sembra aver paura, sembra non averci fatto caso, quindi mi volto nuovamente e le dico di salire sulla moto.

___

Siamo seduti a tavola solo da qualche minuto, eppure sembra un'eternità che la osservo, e sono così abituato a farlo da lontano, a spiarla, che non mi sembra reale. Ed è più bella da vicino, più viva. Persino i suoi capelli sembrano più rossi.

-Cosa c'è?- mi chiede.

-I tuoi capelli.. È il tuo colore naturale?- lei annuisce, ma fa una strana faccia, come se questa domanda la scocciasse.

Our Fall ~ Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora