11 ~ Roses in the air

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{LUKE}

La osservo da giorni ormai, e ho scoperto così tante cose di lei da poterci scrivere un libro.

Ho scoperto che arriccia il naso, quando mente. Che si tortura le mani quando è nervosa e che si tocca le punte dei capelli quando è imbarazzata. Oh e arrossisce, arrossisce per davvero.

Ho visto come guarda le persone tenersi per mano, come se desiderasse essere stretta anche lei, come se desiderasse aggrapparsi a qualcosa.

L'ho vista anche arrabbiarsi ed è davvero buffa quando lo fa, il modo in cui il suo viso delicato si contorce in un cipiglio e posa le mani sui fianchi, è davvero divertente.

L'ho vista anche piangere, versare lacrime per una vita che vorrebbe diversa, per una mamma che vorrebbe più presente e per un padre che non ha mai avuto.

L'ho vista anche sorridere, però dà il massimo quando ride, sì, quando lo fa sembra un angelo in piena regola.

Poi l'ho vista spogliarsi senza rendersi conto della finestra aperta, o forse si, solo non si aspettava che qualcuno la stesse spiando. E quindi le ho visto la pelle candida e il reggiseno di pizzo rosa, ho visto anche quei piccoli nei sulla schiena, sistemati vicini e lontani come lo sono le stelle nel cielo.

L'ho vista perdersi con lo sguardo fuori dalla finestra durante una lezione noiosa e passeggiare sotto la pioggia senza ombrello. Con calma, come se il freddo non la toccasse.

Ecco perchè so che la biblioteca comunale di Bloomsbury è il suo rifugio, perché l'ho vista nascondersi qui parecchie volte, e sapevo che fosse dentro ancora prima di varcare il cancello fuori dall'edificio. Ancora prima di sentire il suo odore dolce, di rose. L'odore del paradiso.

E quando lo sento, rimasto ad alleggiare nell'aria come granelli di polvere, non posso fare a meno di bloccarmi nel piccolo corridoio e di inspirare. È inquinato però, da qualcosa che sa di the, che immagino provenga dal piccolo ufficio in cui si è rinchiusa la bibliotecaria. E probabilmente è una cosa positiva che l'anziana donna non sia nella sala principale, perché so che lì dentro Lydia è sola e che è arrivato il momento giusto, l'occasione perfetta per ucciderla e compiere il mio dovere.

Chiudo gli occhi mentre mi rendo conto che questa sarà l'ultima volta in cui mi sentirò in mezzo ad un roseto senza esserci davvero, in cui mi sentirò nel paradiso dal quale sono stato esiliato.

Poi sollevo le palpebre e tolgo il pugnale di Lucifero da uno dei miei anfibi. Lo rigiro tra le mani e lo infilo nella tasca interiore del mio giubbotto di pelle, mentre entro nella stanza piena di libri, senza fare rumore.

Lydia cammina verso la finestra che affaccia su una Bloomsbury desolata a causa del brutto tempo. Appoggia la fronte ed una mano contro il vetro e rabbrividisce.

Mi avvicino cauto e so che dovrei colpirla alla schiena e basta, ma voglio toccarla, prima. Voglio sentire il suo cuore battere ancora. Ma l'unico contatto che riesco ad avere è leggero, quasi nullo.

Si spaventa, quando le poggio una mano sulla spalla. Si gira verso di me e so che sta trattenendo un respiro, che rilascia appena capisce che sono io. Ma é ancora tesa, e fa bene ad esserlo. Abbassa gli occhi sulla mia mano e io la nascondo nella tasca dei jeans.

-Scusa, non volevo spaventarti.- le dico, ma lei non ricambia il mio sorriso e distoglie lo sguardo.

-Non fa nulla- dice, ed é quel leggero tremolio del suo mento, che mi fa capire che ha paura di me. Ed è quasi impercettibile, ma lo sento, come la sua voce alla fine della frase stona. E se una parte di me e felice di farle quest'effetto, un'altra parte, quella che vuole prenderle la mano e farla sentire salda e protetta, è quasi triste.

Lydia mi supera e si affretta a raccogliere quelli che presumo essere i suoi libri. Mi dà le spalle e io porto istintivamente una mano dentro al mio giubbotto. Tasto la tasca interna e afferro il manico del pugnale, la lama affilata puntata contro la sua schiena.

Poi però penso a tutte le cose che ho visto, a Lydia che ride, che piange, che vive, e ucciderla subito mi sembra sbagliato, quindi poso il pugnale e rimando ancora una volta la sua esecuzione, perché Lucifero mi ha dato tempo, e forse è quello di cui ho bisogno. E in un attimo di follia, prendo in considerazione l'idea di Michael. Aspetto che si volti per sganciare la bomba.

-Esci con me- dico piano -domani sera.-

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Ciaooo, lo so non c'è la parte di Lydia :// ma spero che il capitolo vi sia piaciuto lo stesso! Ora me ne vado a nanna, buon anno nuovo :*

Our Fall ~ Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora