Lydia sente la vita abbandonare il suo corpo lentamente, i sensi svanire nel nulla.Lo sogna.
Ma lo sente lontano, come un eco nella sua testa. Lo sente un po' sbagliato.
Non ha idea di dove si trovino, ma lui la sta stringendo. Continua a ripeterle nell'orecchio quanto è stupida, che non aveva il diritto di farlo, che non avrebbe dovuto. Le dice che la ama mentre piange tra i suoi capelli e che un po' la odia, per quello che ha fatto. Lei non ha la forza di versare una lacrima mentre lui la maledice per essersi tolta la vita.
Lei gli dice che non poteva andare avanti senza di lui, ma che ora che si trovano in questo posto è così sbagliato.
Lui smette di singhiozzare e le dà un bacio sulla fronte, ma il suo tono è freddo, anche se pieno di tristezza, quando le chiede cosa intende dire.
Risponde semplicemente che non dovrebbero essere qui, in questo posto, nonostante le stia trasmettendo pace.
Lui sembra rincuorarsi quando lei dice che non dovrebbero essere qui, e non che non dovrebbero essere insieme. Ma il significato delle parole non cambia comunque i fatti.
Lo ama e lo odia anche lei, perché non avrebbe dovuto lasciare che le cose andassero così, ma non glielo fa sapere. Non potrebbe farlo sentire più in colpa, è già abbastanza devastato.
Gli da un bacio sulle labbra, ma non sente il suo sapore, sente solo il suo amore per lui batterle dentro al petto. Lo saluta. Glielo ripete, che il suo posto non è qui.
Quando la luce scompare, tra le braccia di lui non rimane null'altro che amarezza e disperazione. Non più la pressione del corpo di Lydia contro il suo petto, ma solo ansia pura a schiacciarglielo.
Si ritrova a chiedersi se fosse davvero lei o se l'abbia solo immaginata. Ma lo ucciderebbe una seconda volta sapere che il loro addio non è stato reale.
Si lascia cadere per terra, le ginocchia contro l'erba paradisiaca, così soffice. Si prende il viso tra le mani e si abbandona al dolore.
-Quanto vorrei tornare indietro- dice a nessuno -Oh, quanto vorrei poter cambiare tutto!-
E se prima era stata la luce a inondare il giardino, ora è il buio a nascondere tutto nell'ombra, improvvisamente. Persino l'aria cambia: l'odore delle rose, l'odore di Lydia, viene sostituito da un altro odore, che sa di città. Per un attimo pensa di essere stato mandato direttamente all'inferno.
Il suo inferno personale.
Si alza e osserva meglio il luogo in cui è finito, e lo riconosce subito. Riconosce subito la strada che ha difronte, illuminata dalla debole luce dei lampioni di Bloomsbury: il luogo dove è avvenuto il loro primo incontro. Il luogo dove le ha salvato la vita per la prima volta.
Esce dall'ombra ed è tutto così reale. Non sa perché si trova qui, deve essere uno scherzo della sua memoria, si dice. Però si sente così vivo... E non sente la rabbia ribollire in sè, il desiderio di cacciare ed uccidere come la prima volta che è stato qui, né le cicatrici bruciare dietro alla sua schiena. Al contrario, ciò che sente sono le sue impetuose e grandi ali bianche premere contro la sua pelle per potersi spiegare. E questa volta, nei suoi anfibi non c'è nascosto nessun pugnale.
Si gira di scatto quando sente un ticchettio avvicinarsi sempre di più e quasi non ci crede, quando la vede svoltare l'angolo.
Meravigliosa, proprio come quel giorno. Proprio come ogni giorno.
-Attenta!- Riesce a dire lui, prima che Lydia finisca nuovamente col tacco incastrato tra le sbarre del tombino: questa volta non ha bisogno che lei cada in qualche trappola.
La ragazza si congela appena sente la voce, getta uno sguardo per terra e poi si volta lentamente verso il ragazzo, che le si avvicina a passi misurati. Sembra spaventata, si guarda intorno come per cercare aiuto, in caso ce ne fosse bisogno.
-Lo avevo visto- Dice, ma Luke lo sa che mente. Sa anche cosa sta per succedere, per questo avanza verso di lei, facendola conseguentemente arretrare: sono già sul ciglio della strada quando i fari della macchina che avrebbe potuto investirla, illuminano i suoi occhi nocciola.
Quando parla, il suo tono, contrariamente all'espressione sul suo viso, è tranquillo.
-Chi sei?-
Prima di rispondere, Luke le porge la sua mano e aspetta che lei la stringa. Lo fa, anche se titubante. E in quel momento, inizia a riunire i pezzi, e riesce a dare un senso alle parole che gli riecheggiano in testa: "Il suo pugnale lo colpirà all'anima e il regno del dolore risorgerà puro e buono." Ora capisce fino in fondo la profezia.
Un mondo senza l'esistenza degli angeli cattivi.
-Il tuo angelo custode.- Risponde, ancora incredulo. La guarda corrucciare la fronte e le sue labbra si incurvano in un sorriso storto mentre realizza il tutto, capisce che è tutto reale. Vorrebbe lasciarle la mano e stringerla a sé, ma sa che questo la spaventerebbe ancora di più. Quindi la osserva arrossire sotto al suo sguardo e abbassare gli occhi sulle loro mani.
Luke non sa cosa verrà da adesso in poi, ma una cosa è certa nel suo cuore: non poteva ricevere grazia migliore che avere un'altra possibilità, con l'angelo che lo ha liberato di tutte le sofferenze. Chiunque gliel'abbia data.
-Andavi da qualche parte, Diavoletta?-
FINE
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Alloooora... Probabilmente questa non era la fine che vi aspettavate e forse non ve l'aspettavate nemmeno così presto. In realtà nemmeno io, però ho capito che scrivere storie fantasy non fa per me :'D Davvero, avevo così tante idee in testa che ho combinato un disastro con questa storia e non sono riuscita a svilupparla come avrei voluto.. Quindi ho deciso di terminarla qui, anche se è stato bello provarci. E non sto dicendo queste cose per farmi 'consolare' da qualcuno, no, questa storia è piena di incongruenze ed altro... però non me la sento proprio di cancellarla, c'è sempre una parte di me nelle mie storie e significherebbe cancellare un po' anche me stessa.. Detto questo, vi ringrazio se siete arrivati fino alla fine, grazie se voi avete apprezzato la mia storia, grazie per i commenti e i voti e scusate se vi ho fatto aspettare millenni per un capitolo, scusate soprattutto se ho deluso le vostre aspettative su questa storia.
Vi amo, ancora grazie.
Valeryep11
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Our Fall ~ Luke Hemmings
FanfictionLuke è un angelo caduto, e per gli angeli caduti non c'è grazia, solo superbia arroganza. È per questo che Luke deve uccidere tutti in Nephilim che gli assegna Lucifero, il primo angelo caduto: pura superbia. Lydia è una Nephilim, figlia di un ange...