18 ~ Fragments

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{LUKE}

Mentre lascio l'ospedale ripenso alle parole di Lydia, ai suoi occhi sinceri e alla sua voce bassa.

Non ha paura di me, non più, anche se pensa che io sia diverso. Non ha detto in che modo, non ha detto da cosa, ma non ce ne è bisogno.

Lo sa lei, e lo so io.

Salto in sella alla mia moto e allaccio distratto il casco, e non riesco a non voltarmi indietro prima di lasciare il parcheggio, anche se so che lei non è lì, a guardarmi mentre me ne vado.

Sorpasso troppo velocemente le auto troppo lente, e neanche il vento contro mi aiuta a sfollare le nuvole dalla mia mente. Non riesco a capire quale dovrebbe essere la mia prossima mossa.

Tornare da Lucifero?

Ma per fare cosa, poi? L'unica svolta che mi renderebbe più tranquillo, sarebbe la sua morte.

Ma non posso ucciderlo, nessuno può farlo. Lui è il Re degli angeli caduti, su di lui nemmeno quintali dell'argento più puro farebbero effetto.

Lucifero è immortale... O almeno credo.

Stringo di più la presa sulla mia moto mente immagino di trovare il modo per farlo fuori, perché c'è, ci deve essere un modo, e sorrido beffardo, perché la mia missione è appena cambiata: non ucciderò Lydia, ucciderò Lucifero.

Troverò il suo punto debole.

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{LYDIA}

Mentre lascio l'ospedale stringendo il braccio di mia madre, ripenso al discorso insensato che ho fatto a Luke. Dirgli che è diverso, ma cosa mi è passato per la testa? Mi avrà presa per una pazza. Se avrò fortuna, darà la colpa alla botta che ho preso in testa la scorsa notte.

Ma la verità è che quando ho parlato, credevo davvero ad ogni singola parola che mi usciva dalla bocca. Solo che la sua espressione iniziale, sorpresa e incredula, trasformatasi poi in una neutrale, mi ha fatto dubitare di quello che ho visto e di quello che ho sentito.

Come se fossi davvero pazza.

Io e mia madre attraversiamo il parcheggio alla ricerca della sua macchina grigio-metallizzato, e i suoi occhi perlustrano il perimetro come se si aspettasse che da un momento all'altro saltasse fuori qualcuno con una motosega, pronto ad assalirci.

Saliamo in macchina e tira un sospiro prima di infilarsi la cintura e controllare gli specchietti. Alza la mano per girare la chiave nel cruscotto è noto che sta tremando, ma attribuisco questa sua momentanea debolezza allo stress misto al sollievo del sapere che non ho nulla di grave. Fa partire il motore e quando preme l'accelleratore, io non riesco a non guardarmi indietro, aspettandomi di vedere il viso angelico di Luke squadrarmi, anche se so che lui non è lì, a guardarmi andar via.

Non mi rendo conto del silenzio che ci circonda finchè mia madre non lo rompe, dicendo qualcosa che sapevo già, ma che non mi sarei mai aspettata di sentirle dire.

-Ti ho mentito, non erano dei ladri.- la sua voce è nervosa e riesco a cogliere una nota di panico.

-C..cosa?-

-Non posso dirti ogni cosa, ma capirai. Ti dirò quello che posso dirti, solo non tutto e non adesso.- tamburella le dita sul volante mentre si immette in una stradina secondaria che abbrevia il percorso per arrivare a casa e prende un bel respiro, prima di cominciare il suo discorso. -quegli... Quei ragazzi, volevano te. Volevano portarti via da me e io ho avuto paura che ce l'avessero fatta. Ieri sera, ho combattuto con le unghie e la mia forza sei stata tu, la mia bambina.- si asciuga una lacrima nell'angolino dell'occhio e mi lancia una breve occhiata. -sono riuscita ad.. A farli andare via e quando sono uscita, tu non c'eri. Sono andata in panico, ho guardato ovunque nel giardino anche se sapevo che non eri li. Poi sono entrata in casa completamente folle, piangevo e tremavo e...- soffoca un singhiozzo e io metto la mano sulla sua, stringendogliela -e non so perché, non so cosa facevo, non sapevo cosa fare, ma sono salita al piano superiore e quando dal corridoio ho visto che tu eri lì, sul tuo letto, mi sono messa a pregare. Ho ringraziato il signore e fidati, non lo facevo da tanto, troppo tempo."

-Mamma, sto bene, smettila di piangere. Ti prego.- Dico, anche se sto piangendo anche io. -È tutto okay.- sussurro.

-No Lydia, non è vero! Ti cercheranno ancora e io non so come proteggerti, non so come nasconderti, come salvarti. È già un miracolo che sei ancora viva, dopo ieri sera! Se solo ricordassi come hai fatto a tornare nella tua stanza... Ci sarebbe d'aiuto, in qualche modo.-

-Mi dispiace, non lo ricordo.- mento, perché il mio sesto senso mi dice ancora una volta di starmene zitta, che forse parlarle di Luke non è la cosa giusta. Ho la mente piena di domande, ma non dico nulla, perché ho paura che approfondire il discorso mi potrebbe rivelare qualcosa che in realtà non sono pronta a sapere.

Che ho paura di sapere.

All'improvviso mia madre toglie la mano dalla mia e sterza bruscamente, sballottandomi e facendo scontrare la mia spalla contro lo sportello dell'auto. Riacquista il controllo del veicolo in un attimo, ma la vedo schiacciare l'accelleratore e non capisco perché, visto che la strada è deserta.

-Mamma che succede?- la mia voce ansiosa non la smuove e continua a guardare negli specchietti retrovisori, cambia la marcia e le vedo colare una goccia di sudore dalla fronte corrugata.

-Tieniti forte, Lydia!- la velocità aumenta ancora di più ed io stringo le mani tremanti attorno alla cintura di sicurezza.

-Fermati mamma! Ho paura!- ma lei non lo fa, lei va sempre più veloce e il mio cuore pure, l'adrenalina sale e presto prende il posto del panico.

Ma torna subito.

C'è una curva e non so come si può rallentare, a questa distanza e con questa velocità, ci schianteremo di sicuro. Non si può più fare nulla, quindi chiudo gli occhi forte e urlo più che posso, lasciando che tutti i momenti più belli della mia vita mi scorrano dietro le palpebre serrate, mentre aspetto l'imminente impatto.

È arriva presto, quel rumore forte del metallo che si accartoccia e del vetro che si infrange, il dolore della cintura che preme contro la carne e le schegge di vetro sulla pelle, il fumo del motore e la puzza dei freni bruciati, l'odore del sangue e il silenzio che proviene dal sedile affianco al mio. Volto lentamente la testa, faticando a tenere gli occhi aperti, e mia madre è lì, con gli occhi chiusi. E non so se è viva o morta, non so nemmeno se lo sono io. Giro di nuovo la testa dritta davanti a me e sussulto.

L'ultima cosa che vedo, attraverso il parabrezza scheggiato, è un uomo inginocchiato sul cofano anteriore dell'auto, che con i suoi occhi scuri ma glaciali, guarda dritto nei miei.

E mia madre non può proteggermi.

Luke non può proteggermi.

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Helloooo :))

lo so probabilmente non ricordate nulla dei capitoli precedenti perché ci ho messo tipo un millennio per aggiornare, però perdonatemi e capitemi perché sta storia mi ha messa davvero in crisi :(( ho addirittura pensato di eliminarla ad un certo punto, ma poi ho deciso di non farlo perché ci sono affezionata u.u boh, spero vi sia piaciuto il capitolo! A presto :* (giuro)

Our Fall ~ Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora