12 ~ Wings

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{Lydia}

-Non avrei dovuto accettare!- Affermo, mentre provo l'ennesimo jeans.

-Se proprio non vuoi andarci, posso farlo io al tuo posto!- Mi provoca Chris. Mi fa un occhiolino attraverso lo specchio e io la guardo male.

-Neanche io ci andrei- dice Soph -Quel ragazzo ha qualcosa che non va... Mi fa quasi paura.-

-Lasciala perdere- mi dice Chris, tirando una spallata alla ragazza seduta al suo fianco, sul mio letto.-è solo invidiosa!- Scoppia a ridere e le fa la linguaccia.

-Non è vero, dico sul serio!- Si difende Soph. Chris alza gli occhi al cielo e la prende in giro imitando la sua voce.

-La volete smettere? Dovreste aiutarmi, non farmi agitare di più!- Sbuffo, e loro si zittiscono, senza togliersi quei sorrisini fastidiosi dalla faccia.

-Dai non prendertela! Comunque, decisamente questi! Si abbinano al suo stile da duro.- Dice Chris alzandosi dal letto e dandomi una pacca sul sedere, riferendosi ai jeans strappati sul ginocchio. Apre il mio armadio e si fionda tra le mie maglie, mentre io sospiro, guardandola con le mani sui fianchi.

-Chris ti ho gia detto che ho scelto quale maglia mettere!- Dico, esasperata.

Si gira tutta seria, poi mi scoppia a ridere in faccia.

-Tesoro, stasera non metterai un maglione, mi dispiace.-

-Cos'hanno di male i maglioni?- Chiedo offesa.

-Dai Chris, non tormentarla! È il suo appuntamento, lascia scegliere lei!- Dice Soph, divertita dalla scena.

-Non è un appuntamento!- Mi guardo arrossire allo specchio, mentre nego l'evidenza: lo è, eccome.

-Si che lo è!- Rispondono all'unisono le mie amiche.

-Andiamo, fammi vedere cosa hai scelto!- dice Chris, e io tolgo dall'armadio ancora aperto il mio maglione preferito. È rosso, con strisce bianche. Lo indosso ed é un po' largo ma non m'importa, mi fa in un certo senso sentire piccola e protetta, e anche un po' stupida, visto che l'unica cosa da cui un maglione può proteggerti é il freddo.

-Okay non é così male.- Afferma Chris, e io la guardo con un'espressione che dice "te l'avevo detto". -Dai Soph, andiamo, Luke arriverà da un momento all'altro!- Raccoglie le sue cose e si infila il giubbotto, aspetta che Soph faccia lo stesso, poi la prende a braccetto. -Chiamami appena torni!-

-Fà attenzione, Lyd.- Mi dice Soph, seria.

__

Luke aveva detto che sarebbe arrivato alle sette, e sono le otto. L'ansia è stata sostituita dalla rabbia, e ne sono anche un pò delusa perché, nonostante ad alta voce non lo ammetterei mai, ci avevo fantasticato su. Avevo immaginato come sarebbe stato sfrecciare insieme a lui sulla sua moto nerissima, e avevo sperato in un bacio della buonanotte. E tutto quello che ho ottenuto è soltanto un due di picche.

Comincio a slacciare le converse rosse, dandomi della stupida per essermi illusa. Ne ho già tolta una, quando il suono del campanello mi fa salire il cuore in gola e tornare tutta l'ansia che era sfumata in rabbia.

Rimetto la scarpa e quando arrivo all'ingresso, mia madre ha già la mano sulla maniglia della porta.

-Aspetta!- Quasi urlo.

-Cosa c'è?- Chiede spaventata.

-Dai mamma, non vorrei spaventarlo, è solo un'uscita, non è nemmeno un appuntamento... Non c'è bisogno che apra tu...- Dico a bassa voce, pregandola quasi. Lei scuote la testa e ride sotto ai baffi.

-A mezza notte a casa, signorina!-

-Grazie, mamma.- Sospiro e aspetto che raggiunga l'altra stanza, prima di aprire la porta e uscire.

Luke è proprio difronte a me, ed è perfetto stando lì, con in viso l'aria da duro, sfinito e bellissimo, arrogante e angelico. Incrocio le braccia al petto e lo guardo male.

-Ehilà, diavoletta.- Alza gli angoli dell bocca in un sorriso furbo e quasi dimentico di essere arrabbiata con lui. Quasi.

-Sei in ritardo.- Rispondo dura. Lui non abbassa lo sguardo e continua a sorridere. Mette le mani nelle tasche dei suoi jeans scuri e mi guarda dalla testa ai piedi.

-Sei bellissima.- Risponde evitando la mia affermazione. Io alzo gli occhi al cielo e cerco di combattere un sorriso.

-Non cambiare discorso!-

-Ho avuto un contrattempo.- Non sorride più, ma continua a guardarmi.

-Che genere di contrattempo?- chiedo, facendo la figura dell'impicciona e pentendomene subito.

-Lascia stare.- Sospira -Andiamo?- si gira senza aspettare una mia risposta, e tira fuori dalla tasca un mazzo di chiavi.

-La prossima volta non sarà così facile.- mormoro tra me e me.

-Ci sarà una prossima volta?- non so come ha fatto a sentirmi, perché sono piuttosto sicura di averlo detto a voce bassissima, ma ha sentito, si gira ed io mi blocco sotto il suo sguardo di ghiaccio, elettrico e magnetico, e dimentico cosa si prova ad aver paura, dimentico che una persona normale non avrebbe potuto sentire ciò che avevo detto. Poi torna a voltarsi e rompe l'incantesimo.

Senza guardarmi mi passa un casco, lo indosso e quando alzo la testa lui è già sulla moto.

-Sali.- mi ordina.

Il viaggio in moto è proprio come lo avevo immaginato: terrificante, ma con quel pizzico di adrenalina che ti fa venir voglia di non scendere più. E credo sia un po' come volare, con il vento contro e il sole nel cuore.

Luke parcheggia fuori dal ristorante. É un posto bellissimo, vicino ad un piccolo porto. Mi mette una mano dietro alla schiena e mi spinge delicatamente verso l'entrata del locale. Appena mettiamo piede dentro, ci accoglie un cameriere, che ci fa accomodare in un tavolino in fondo. Ci lascia i menù, poi si allontana. Luke si sistema sulla sedia e mi scruta attento.

-Cosa c'è?- Chiedo.

-I tuoi capelli... É il tuo colore naturale?-

-Si. Strano, eh?- rispondo un pò seccata.

-Un pò. Sono così accesi... Così da diavoletta.- Sorride alla mia smorfia e abbassa gli occhi sulle mie mani. Lo vedo soffermarsi sul bracciale che porto al polso: una delicato filo d'argento con tre ciondoli: un'ala, un pugnale ed un cuore. Aggrotta le sopracciglia e allunga un braccio per afferrarmi la mano con la sua. Avvicina le nostre mani al suo viso, poi con il pollice mi sfiora il polso, sotto al braccialetto, senza togliere lo sguardo da esso.

-Ti piace?- sussurro e lo vedo annuire distratto, come incantato dal gioiello.

-Cosa significano questi ciondoli?- Mi chiede, tenendomi ancora la mano con la sua, bollente.

-Sinceramente? Non lo so. Immagino mio padre fosse una specie di patito degli angeli.- faccio spallucce e ritiro la mano, per nasconderla sotto la coscia, tra i jeans e la sedia.

-Tuo padre?-

-Si, secondo mia madre lui voleva che avessi questo bracciale. Non so neanche perché lo tengo, visto che evidentemente a lui, di me, non importa nulla.- scuoto la testa e abbasso lo sguardo sulla tovaglia a quadri.

-Perché dici questo?- mi mette due dita sotto al mento e mi solleva il viso.

-Non l'ho mai visto. Da quando sono nata, non si è mai fatto vivo.- rivelo. Lui stringe le labbra in una linea dura e sta per dire qualcosa, ma il cameriere ci interrompe.

-Pronti per ordinare?-

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CIAOCIAO

Ho fatto un capitolo più lungo del solito, spero vi piaccia :) volevo dirvi di seguirmi su Instagram sulla pagina delle mie storie, si chiama ourfall :*
Ditemi cosa ne pensate del capitolo <3

Our Fall ~ Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora