«Dovete prendervi una vacanza!» Ci diceva sempre Carolina, nostra nipote e finalmente, dopo molti anni di matrimonio, eccoci qua, in un comodo letto matrimoniale di un grazioso ed economico hotel.
È da parecchi giorni che siamo in vacanza ma la mia abitudine di svegliarmi la mattina presto non mi abbandona. Vedo i raggi di luce che filtrano dalla nostra finestra, faccio una doccia veloce, sveglio mia moglie, ci prepariamo e scendiamo al piano di sotto per la colazione.
Nella hall ci sono tante persone che parlano tra loro: hanno un'aria triste e confusa ma noi non ci facciamo caso e dopo la colazione torniamo in camera. Sul nostro letto troviamo un mazzo di rose bianche, i fiori preferiti di Aurelia. Siamo molto felici di questa sorpresa inaspettata; li mettiamo in un vaso e ci prepariamo per andare in spiaggia. Siamo in una spiaggia privata quindi abbiamo diritto a due sdraio e un ombrellone. Mia moglie fa i cruciverba e io mi diverto a guardare i bambini che giocano: mi ricordano la mia infanzia e ripenso al primo incontro con Aurelia. Avvenne in questa spiaggia; lei faceva la cameriera nel bar lì vicino e io il postino ma ero in vacanza. Mi ricordo ancora la prima volta che i suoi occhi azzurri come il mare si erano incontrati con i miei, marroni come la terra. Ogni scusa era buona per andare al bar dove lei lavorava. Mi diede il suo indirizzo e, anche quando ero tornato a casa, ci scrivevamo lettere ogni giorno; dopo alcuni mesi si trasferì nel mio paese, ci siamo sposati, abbiamo avuto tre figli e cinque bellissimi nipoti.
Mentre ripenso a tutto ciò, sento di aver dimenticato qualcosa, qualcosa di importante.
Mezzogiorno si avvicina e decidiamo di tornare in hotel per il pranzo.
Andiamo in camera per lavarci. Intorno a noi c'è una gran confusione: Gente che corre su e giù per i piani, parlando a bassa voce e hanno tutti un'espressione spaventata e triste come stamattina. All'arrivo ci hanno assegnato un tavolo che corrisponde al nostro numero di stanza ma, quando entriamo in sala da pranzo, lo vediamo non preparato. Decidiamo di non disturbare il maître e mangiamo comunque su una tovaglietta presa dalla cucina lì accanto.
Oggi il menù prevede come primo piatto la pasta allo scoglio, la nostra preferita. Aspettiamo che ci venga servita ma niente: il cameriere non si fa vedere, così torniamo in cucina e ci serviamo da soli. Stranamente non ha un ottimo sapore come al solito ma i giorni scorsi ho sentito dire che la pesca non è stata abbondante.
Dopo pranzo, dato che il tempo si è fatto troppo scuro per andare in spiaggia, andiamo a fare una passeggiata in un parco che si trova vicino alla costa. Lungo la strada incontro un pescatore: lo stesso pescatore che ha il suo ombrellone vicino al nostro e mi saluta sempre con "Ciao Gabriele! Sei ancora in vacanza?". Non so come faccia a sapere il mio nome; mi dirigo verso di lui e lo chiamo, ma sembra non notarmi. Lui stesso mi ha detto che pescare richiede silenzio quindi penso che non voglia essere disturbato e io e mia moglie proseguiamo per la nostra strada.
Aurelia dice che mi vede pensieroso: infatti non riesco a levarmi dalla testa la sensazione di aver dimenticato di fare qualcosa. Ripercorro con la mente la mia giornata e all'improvviso ricordo: ho dimenticato di comprare il quotidiano. Ci avviciniamo a un'edicola ma ho dimenticato il portafoglio in camera quindi niente giornale.
Mentre camminiamo, il tempo vola e torniamo in albergo. All'entrata siamo molto sorpresi di vedere Carolina, la nostra amata nipote.
«Carolina! Carolina! Cosa ci fai qui? Che bello vederti.» Ma Carolina non risponde, anzi, non volta nemmeno la testa. Io e mia moglie siamo entrambi confusi e prima di prendere l'ascensore per andare in camera, vediamo due bare circondate da fiori. Povere persone! Forse era quello il motivo del trambusto generale che regnava quella mattina. Carolina si dirige verso di noi piangendo e noi le andiamo incontro. Forse ci ha riconosciuto e ci vuole salutare. Siamo molto felici di rivederla ma la nostra gioia svanisce quando leggiamo i nomi dei due poveri defunti.
Tutto si fa chiaro.

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Short StoryUna raccolta di racconti inventati di vario genere che - apparentemente - non hanno nulla in comune e ognuno è libero di interpretarle come vuole. Attraverso questi racconti, brevi o lunghi che siano, scoprirete un lato oscuro che accomuna tutti no...