Il nuovo lavoro

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Mamma mi racconta sempre che la mia nascita è stata molto facile: sono nata il giorno previsto e non vedevo l'ora di vedere il mondo. Anche gli esami che i medici hanno fatto su di me, sono andati tutti bene.
Mi racconti sempre che quando mi hai visto per la prima volta, ti sei come ghiacciato nei miei occhi blu ed eri felice e orgoglioso di essere il fratello maggiore.
Hai sempre giocato a calcio, era la tua passione e io, mamma e il papi non mancavamo mai a nessuna partita.
Sei sempre stato il mio supereroe anche se non hai mai avuto il mantello, né la mascherina sugli occhi.
Mi ricordo di quando ero al parco giochi e ho conosciuto un'altra bambina. Aveva una bambola molto bella, l'ha lasciata vicino all'altalena e io l'ho rubata. Quando se n'è accorta, mi ha picchiato: tu sei subito venuto da me e la bambina ti ha picchiato al posto mio.
Ti ricordi di quando siamo andati al lago tutti insieme? Tu e papà facevate saltare i sassi nell'acqua e io davo alle anatre il pane che la signora che mi dà le focacce e le ciambelle, aveva dato alla mamma.
Ad un certo punto sono andata vicino alle rocce e sono scivolata: l'acqua era fredda e tu sei precipitato in mio soccorso, tirandomi fuori dal gelo. Hai preso il raffreddore e hai contagiato anche me. Non sono potuta andare a scuola e non ero triste perché non ho potuto vedere le mie amiche; ero felice perché mi hai salvato e sono la persona più fortunata al mondo ad avere un fratello come te.
Un giorno c'era il sole ma noi eravamo in casa; stavamo leggendo un libro insieme, con tanti animali, colori e parole. Tu sei caduto dalla sedia e ti si sono chiusi gli occhi. Papà è subito corso da te e mamma ci ha portato nel posto, che ho scoperto che si chiama ospedale, in cui mi controllano la vista e mi danno le bambole per giocare. Con te siamo andati in un reparto pieno di adulti e nessun disegno sulle pareti. Finalmente hai aperto gli occhi e mi hai guardato sorridendo ma sapevo che in realtà non eri felice. Sei entrato con mamma in una stanza e io ho aspettato con papà. Dopo tanta attesa, è venuta nonna in ospedale e mi ha portato a casa con lei. Casa sua era più bella e aveva tante galline, pulcini, i figli delle galline, ma anche due cavalli e tre agnelli. All'inizio erano quattro ma, quando a Pasqua ho chiesto dove fosse, nonna rideva e mi ha detto che non lo sapeva.
Sono rimasta da nonna anche a dormire e non ho visto né tu, né i nostri genitori neanche il giorno dopo.
Finalmente, dopo molti giorni, sei tornato a casa e io ero felicissima. La mattina e la sera prendevi delle cose rotonde che io non potevo mangiare. Erano come le pozioni per gli incantesimi della strega delle fiabe che mi legge la mamma prima di dormire; quelli erano preparati per far del male alle principesse o ai cavalieri coraggiosi, le tue pozioni invece erano un beneficio per te.
In questi mesi sei andato in ospedale molte volte. Hai smesso di giocare a calcio e sei sempre molto stanco ma hai sempre tempo per stare con me e giocare insieme. Nonna ci è venuta a trovare ieri e ha detto che avevi ricevuto la chiamata per un nuovo lavoro. Tu intanto rimanevi a letto e una mattina ti sei addormentato vicino a me. Hai dormito tanto e mamma e papà erano tristi. Anche papà ha pianto di nascosto da me. Il giorno dopo sul tuo letto al tuo posto c'era una scatola di legno con una croce sopra e molti fiori. Siamo andati tutti in chiesa, dove, pochi mesi dopo la mia nascita, mi hanno messo dell'acqua sulla testa; erano tutti vestiti di nero e erano tutti tristi. Mamma ha detto che ora sei sopra il cielo, sei felice con il nonno e fate tutti lo stesso lavoro.
Non ho capito; perché se dicono che sei felice, piangono tutti?

Dove sei? Ti sto aspettando
Ritornerai? Ti sto aspettando
Quando ritornerai? Ti sto aspettando
Un giorno ci rivedremo. Tu aspettami

Fine

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