Il viaggio di ritorno verso casa non è mai stato così noioso. Dopo tanti anni, conosco ormai ogni dettaglio del tragitto di dieci minuti che mi separano dal mio ufficio tanto che potrei guidare ad occhi chiusi. Vent'anni che faccio il mio lavoro, vent'anni che impreco ogni volta che mi avvicino a quel semaforo che, a mio avviso, dovrebbero togliere perché la sua unica funzione è quella di rallentare il traffico sempre maggiore all'ora di punta.
Superato quello, la strada prosegue con alcune curve, una galleria, altri semafori più intelligenti e finalmente parcheggio la macchina ed entro in casa.
Pace, finalmente un po' di silenzio.
Vivo da solo e mi è sempre piaciuto così, ci sono abituato; in realtà nella mia vita ci sono state alcune donne ma è sempre finita per un motivo o un altro.
Sistemate alcune faccende, preparo la cena che viene subito pronta: non sono mai stato un mago ai fornelli, quindi mi accontento di quei cibi pronti che vendono nei supermercati.
Decido di cenare guardando la partita: gioca l'Italia ma non ricordo contro chi. Accendo la televisione ma c'è il telegiornale. Edizione straordinaria? Non sembra...
Guardo bene, cerco informazioni e dopo neanche troppo tempo mi accorgo che la partita sarebbe stata il giorno dopo e avevo sbagliato ad aggiornare il calendario all'ingresso.
Un po' amareggiato finisco in fretta la cenetta e, dopo aver fatto alcuni conti, mi sposto sul divano.
La primavera si sta avvicinando e con nostalgia abbandono la mia coperta a quadri blu che usavo fino a poche settimane fa quando faceva freddo ma non così tanto da accendere il camino.
Sui canali che guardo di solito non c'è niente di mio interesse, così accendo la mia piattaforma streaming preferita che subito mi propone un nuovo titolo "La vita è un film".
Non l'ho mai sentito, forse perché non sono esperto di cinema; potrebbe essere una di quelle solite commedie italiane o forse un thriller, horror, comunque qualcosa di misterioso a giudicare dalla copertina che praticamente non c'è ma consiste solo in un titolo bianco in uno di quei caratteri predefiniti dei siti di documenti su sfondo completamente nero.
Non amo le novità ma questo film mi incuriosisce e premo play con il telecomando.
Niente sigla, ma subito una scena iniziale con un uomo che sembra svegliarsi e andare a fare colazione ancora molto assonnato. Non capisco bene perché il punto di vista coincida con lo sguardo del protagonista, così io vedo solo quello che vede lui. Va in bagno per lavarsi i denti e nemmeno lì si distingue qualcosa perché il protagonista sembra non vedere bene e il suo riflesso allo specchio è molto sbiadito.
Alla fine di tutta la sua routine mattutina, finalmente lo vediamo uscire di casa per andare a correre: è quello che faccio sempre anch'io ma nulla di impegnativo, una semplice corsetta per mantenermi in forma, esattamente come fa il nostro protagonista.
Finora sto trovando questo film molto noioso: nessuna colonna sonora, nessuno che parla, una trama troppo usata in cui un personaggio si sveglia di buon mattino e accompagna lo spettatore in attesa che succeda qualcosa di emozionante.
Qualcosa di emozionante non accade, almeno, non per ora. Continua a correre guardando l'asfalto del marciapiede. Questa mattina mi sono accorto che la strada che percorro di solito era chiusa per lavori e sono dovuto tornare indietro qualche minuto prima del solito.
Possibile che il protagonista stia facendo lo stesso errore?
Mi avvicino alla televisione perché voglio capirci meglio.
Gira verso destra. Impossibile che alcuni panni appesi in un balcone sopra cadano davanti a lui.
Invece è proprio quello che accade. Il protagonista quasi si spaventa e torna verso casa.
È quello che ho fatto anch'io.
Ho gli occhi fissi sullo schermo, la bocca spalancata per lo stupore.
Per un attimo non capisco bene quello che sta accadendo, anche se ho la sensazione di sapere anche il seguito di questa storia.
Il protagonista va al lavoro e lì diventa tutto terribilmente inquietante perché nessuno parla ma ricordo benissimo che cosa ho detto ai miei colleghi questa mattina: potrei anche improvvisarmi un doppiatore. La giornata è stata lunga, non stacco gli occhi dallo schermo ma so che si sta facendo tardi, inizio ad avere sonno. Lui - a questo punto mi verrebbe da dire io - nel tornare alla sua dimora, oltrepassa il semaforo che fa rallentare il traffico, fa delle curve, incontra il buio della galleria e poi, finalmente, parcheggia la macchina, apre la porta ed entra in casa, la mia casa.
Quasi mi addormento nel vedere anche il resoconto della serata fino a quando vedo il mio divano proprio di fronte alla televisione su cui sto guardando questo bizzarro film.
Seleziona la suddetta pellicola, preme play e io mi sono stancato: non mi andrebbe di rivederlo all'infinito.
Ok, ho deciso.
Mi volto di scatto e lancio un urlo.
Un solo, ultimo grido.
Niente più semafori, niente più gallerie.
STAI LEGGENDO
Ancora un'altra pagina
ContoUna raccolta di racconti inventati di vario genere che - apparentemente - non hanno nulla in comune e ognuno è libero di interpretarle come vuole. Attraverso questi racconti, brevi o lunghi che siano, scoprirete un lato oscuro che accomuna tutti no...