Giornata storta

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Loki si svegliò di soprassalto, alzandosi così velocemente che perse l'equilibrio cadendo rovinosamente dal letto, finendo in un groviglio di coperte.

Subito controllò che nella stanza non ci fosse Thor - il fratello avrebbe dato di tutto per avere un video di lui che cadeva dal letto - per poi ricordarsi che il biondo era andato a vedere con i genitori la macchina nuova che Odino aveva ricevuto dalla sua azienda appena qualche giorno prima.

Sospirò e si divincolò per liberarsi dalle coperte, poi iniziò a chiedersi come mai si era svegliato così di scatto.

La risposta arrivò subito: dalla finestra, tre gufi lo osservavano.

Loki, appena vide sei paia di occhi gialli e tondi fissarlo dalla finestra, si prese un colpo. Ma quando realizzò che quelli che stava guardando erano gufi e non creature demoniache venute ad assassinarlo nel sonno, fece per avvicinarsi.

Ma ovviamente, non poté fare due passi, che inciampò in qualcosa di grosso e voluminoso, alias il suo baule di Hogwarts.

Si rialzò, troppo assonnato per inveire contro un oggetto inanimato, ed aprì finalmente la finestra. I gufi, che erano i gufi della scuola, lo guardarono sdegnati come per dire "noi non saremmo mai inciampati in un baule alto un metro e mezzo, sei proprio tonto" e poi volarono via, non dopo aver lasciato cadere sulla scrivania tre lettere da parte di Hogwarts.

Loki agguantò la lettera di Hela per portargliela, dato che era rimasta pure lei a casa, e lasciò la sua e quella di Thor sulla scrivania.

Il ragazzo si diresse verso la cucina, immerso nei suoi pensieri, quando inciampò nuovamente, cadendo a terra per la terza volta quella mattina.

Si guardò indietro, furente contro il mondo, costatando che ad averlo fatto cadere era stato il baule di Thor. Il fratello non si era degnato nemmeno di posare in camera il baule, pensò Loki, e ora lo stesso baule troneggiava trionfante in mezzo al corridoio, come per prenderlo in giro.

Fece una smorfia, recuperando la lettera ormai tutta stropicciata, e riprese a camminare verso la cucina.

Lì trovò Hela, intenta a mescolare il caffè con un cucchiaino. Al suo ingresso lo osservò per qualche secondo, poi lo salutò con un depresso "che brutta giornata, eh?".

«Non sai quanto» sbuffò Loki prendendo una sedia e sedendosi accanto a lei, per poi consegnarle la lettera. «Sono caduto tre volte stamattina»

«Ah, ecco cos'erano quei botti. Pensavo ti stessero sparando» fece la sorella annoiata. Loki si chiese da quanto tempo stesse girando il cucchiaino nel caffè, poi spostò lo sguardo sulla cesta di biscotti e cereali posizionata in bella vista sul frigorifero, troppo in alto per il suo metro e sessanta.

«Mi prendi i cereali?» domandò speranzoso a Hela.

Hela lo guardò «No».

Loki sospirò rassegnato e prese la sedia, posizionandola sotto al frigorifero. «Ora salirò su questa sedia pericolante e se cadrò e mi romperò la testa, la colpa sarà soltanto sua. Sulla mia lapide scriverete "Hela non voleva prendergli i cereali"» annunciò salendo in piedi sulla sedia.

«Bravo» commentò Hela, per niente impressionata.

Loki le mandò un occhiataccia, per poi afferrare i cereali con una mano e i biscotti con l'altra. Proprio in quel momento il telefono squillò, Loki si prese un colpo e perse l'equilibrio, cadendo dalla sedia insieme ai biscotti e ai cereali.

«E quattro» si lamentò massaggiandosi la testa e restando steso per terra, dolorante.

Hela lo osservò impassibile, continuando imperterrita a mescolare il caffè. «Sei caduto sul serio!»

𝐓𝐡𝐞 𝐑𝐚𝐯𝐞𝐧𝐜𝐥𝐚𝐰 𝐃𝐢𝐚𝐝𝐞𝐦Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora