Capitolo 26 (M)

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16 dicembre 2018

Fissavo la mascella di Damiano, tesa e contratta.
Le mani chiuse in due pugni.
Il suo piatto ancora pieno di pasta, dato che non era riuscito a mangiare.
I suoi occhi rosso sangue che mi fissavano.



Hai visto Dam? Ecco perché me stavo a nascondè da te.
St'espressione che adesso tieni sul viso me fa paura.
Non ho mai visto su di te sti occhi così, non li ho mai visti su nessuno in realtà ..nemmeno Giacomo li ha mai avuti.
Giacomo me aveva abbracciato Damiá, tu invece te ne stai fermo a fissarmi.



M: "Adesso è tutto passato però, non è mai più successo. È stato un momento" dissi spezzando quel silenzio che ormai vi era da più di dieci minuti

Il respiro di Damiano non era regolare, il suo petto si alzava e abbassava troppo velocemente.
Vedere lui in queste condizioni mi fece pentire subito di tutto.

M: "Non avrei dovuto parlartene" dissi guadagnandomi uno sguardo ancora più duro da parte sua
D: "Non avresti dovuto parlarmene ?" disse nervoso ma non alzando la voce
D: "Marlè avresti dovuto chiamarmi in quel preciso instante. Sarei venuto a Milano a riprenderti"
M: "Non ci sentivamo da mesi e.."
D: "Nun ce sentivamo da mesi per colpa tua" disse sbattendo con forza la mano sul tavolo, facendomi sussultare



Vedi Dam? Stai male, provi dolore pe colpa mia e non immagini nemmeno quanto mi faccia soffrire sta cosa.
Tu sei l'unica persona al mondo che merita di vivere tutti i colori dell'arcobaleno...pe colpa mia invece adesso te ritrovi in un nero pece che non so se riuscirai mai a superare.



D: "Avresti dovuto dirmelo Marlè. Come te è saltato in mente de non avvisamme? Come te è saltato in mente di stare un altro mese lì?"
M: "L'ho fatto per mia madre Dam" dissi con gli occhi lucidi

M: "Ci ho provato, ma poi la sua presenza, i suoi occhi che mi scrutavano ad ogni mio movimento, hanno iniziato ad intimorirmi sempre di più. Ho abbandonato mia madre a Milano con una stupida scusa, e da quel giorno non l'ho mai più sentita. Lei prova costantemente a chiamarmi ma io la evito sempre" dissi mettendomi a nudo davanti a quel ragazzo

M: "Lei è arrivata addirittura a contattare mio padre, facendo preoccupare anche lui, che non si è mai preoccupato per me. Fortunatamente Giacomo è riuscito a placare un po' gli animi, dicendo ad entrambi che avevo solo bisogno di tempo."



Nun me guardá così Damià. Gli occhi tuoi stanno ritornando marroni, ma il tuo sguardo di pena e compassione nun me piace.
Te preferivo prima quando eri arrabbiato.



M: "So di essere una pessima figlia...ho abbandonato mia madre che mi è stata accanto per tutta la vita, ed ho preferito mio padre. Ma in realtà non si tratta di preferire, ho scelto solo di essere egoista"
D: "Hai fatto la scelta giusta, anzi avresti dovuto farla da subito"
M: "Provi pena per me vero? Lo vedo"
D: "Non provo pena per te. Sono arrabbiato e vorrei spaccare tutto , ma sto cercando de contenemme, pe te...pe te che sei già abbastanza provata, perché lo leggo negli occhi tuoi che nun hai superato un bel niente... e ce sta, solo nun te nasconne , nun fa la forte con me quando poi dentro de te sei sfracellata. Te conosco alla perfezione , nun ce sta bisogno de finge con me , non più."



Come fai a trová sempre le parole giuste Dam?
Ti amo Dam, forse in questo momento dirtelo sembrerebbe fuori luogo, ma ti amo.



M: "Mi sento devastata, mi sento rotta" dissi cercando di nascondere le lacrime per non mostrarmi ancora più fragile
D: "Fatte aggiusta da me Marl. Famme ricomporre i pezzi. Nun soffriremo io e te insieme, o magari si, chi lo può sapè. Ma io te voglio curá tutte ste ferite che tieni." disse avvicinandosi a me e prendendomi la mano
D: "Forse un po' in ritardo" disse sorridendo
D: "Ma meglio tardi che mai..fatte aiutá da me , aiutiamoci insieme. Stammi accanto, se non vuoi che vada a Milano a incendiá tutta la città.
Fatte sta accanto da me , fatte aiutá e fatte amá da me. Lo sai pure tu principè, nessuno se salva da solo"


Nessuno si salva da solo.
E purtroppo Damià, anche se odio ammetterlo , tu sei l'unico che me po' salvá.

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