Capitolo 2 (M)

1K 46 9
                                    

31 ottobre 2018

Ci avevo impiegato tre giorni per ascoltare interamente il loro album. Non riuscivo mai a completarlo tutto, era più forte di me.
Ogni canzone era un vero e proprio capolavoro, dalle più lente alle più movimentate. Ogni canzone raccontava un pezzo della nostra storia d'amore..non tutti avrebbero potuto capire, ma io si.
In ogni canzone c'ero io, in ogni canzone c'eravamo noi.
In ogni canzone vi erano gli stati d'animo di lui, da quelli felici e spenseresti a quelli tristi e malinconici.
In ogni canzone veniva pronunciato quel soprannome che lui mi aveva affibbiato.
In ogni canzone c'era Marlena.

Marlena, torna a casa.
Marlena, portami a ballare.
Marlena, insegnami a lottare.

Come potrei insegnarti a lottare Dam, se la prima a non saperlo fare sono proprio io?
Hai sempre scommesso troppo su di me, te lo avevo detto. Invece tu, testardo come pochi, ti sei buttato a capofitto in una cosa che nessuno dei due sapeva gestire.. e poi, che fai? Me scrivi canzoni Dam, solo per farmi stare male?

C: "Marl sei ancora così? Forza preparati" disse Cristina piombando nella mia stanza interrompendo il mio monologo interiore

Marl...da mesi Marlena e Marl, a causa sua, erano diventati i miei soprannomi. Soprannomi che ormai usavano anche mio fratello e la mia migliore amica.

{"Ma perché la chiami Marlena?" disse la mia amica ridendo a causa dell'alcol
"Perché ho deciso che sarà il suo soprannome"
"Figo oh, daje da oggi sarai Marlena, ar massimo Marl" rispose la sua amica bionda mentre si aggiustava le calze a rete}

C: "Marl mi ascolti?" chiese Cristina sventolandomi davanti agli occhi la sua mano
M: "Si"
C: "Dai allora, è Halloween. Mi avevi promesso che saremmo andate a ballare"

...

La discoteca scelta da Cristina era popolata da gente travestita che ballava senza pensieri.
Io invece, avevo costretto letteralmente la mia amica a non indossare nessun costume, mi sarei sentita altamente ridicola.

C: "Quanta gente" disse la mia amica mentre si faceva spazio per raggiungere il bancone
M: "Hai voluto la bicicletta, ora pedali"
C: "Avremmo potuto prenotare un tavolo, sarebbe stato più comodo" disse indicando una zona della discoteca dove vi era il privè
M: "Due di noi un tavolo?" risposi ridendo per l'idea folle che la sua bocca aveva partorito
M: "Senti Cris io devo andare in bagno, mi prendi tu il drink?" chiesi alla mia amica che come risposta mi fece un cenno

Camminare tra una folla di persone non era mai stata una cosa che mi elettrizzava fare.
Non odiavo le discoteche, anzi mi piacevano molto, ma in casi come questo, ovvero l'urgenza bagno, avrei voluto che tutte queste persone scomparissero del mio radar.
Ovviamente arrivata al bagno io e la mia goffaggine, e la mia brutta mania di fissarmi le punte delle scarpe mentre camminavo, ci andammo a scontrare con una persona.

M: "Scusami, non ti avevo visto" dissi cercando di sorpassare velocemente quell'ostacolo
X: "Marl"

Quella voce, non era la sua, ma la conoscevo.

Quanto poi esse sfigata Marl?

M: "Leo" dissi voltandomi
L: "Che ci fai qua?" disse con un sorriso enorme in volto
M: " Bagno"
L: "No intendo, qua a Roma. Non eri partita?"

E mo? Che gli dico? Tra tanta gente, proprio te dovevo incontrà Lellì?

M: "Si, ma sono ritornata a Roma...da qualche settimana"
L: "Non lo sapevo" disse Leo con uno sguardo dubbioso in viso
L: "Sono con gli altri, vuoi venire a salutarli?"
M: "No Leo..scusami, devo andare in bagno" dissi salutandolo ed entrando di corsa in bagno, mentre da fuori sentivo ancora la sua voce che mi chiamava .

Scacco matto, Marlè. Scacco matto.

MARLENADove le storie prendono vita. Scoprilo ora